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La parola “genocidio” come arma politica

Quando il linguaggio della propaganda svuota la storia e incendia il presente
Tempo di lettura: 5 minuti

C’è una parola che pesa più di ogni altra: “genocidio”. Nata negli anni Quaranta, dalle riflessioni di Raphael Lemkin e poi consacrata nella Convenzione ONU del 1948, essa racchiude la tragedia dello sterminio ebraico, i massacri di armeni, tutsi e bosniaci, i crimini che segnano l’umanità. Una categoria giuridica, ma soprattutto un simbolo morale assoluto. E proprio per questo, oggi, è diventata una parola d’uso comune nel linguaggio politico e mediatico, usata come accusa definitiva.

Il peso di una parola
Dire “genocidio” non significa descrivere un evento: significa collocarlo in una cornice di male assoluto. Il diritto internazionale stabilisce criteri rigorosi – intenzione di distruggere un gruppo in quanto tale, atti sistematici di annientamento – ma nel dibattito pubblico la parola è ormai usata come sinonimo di violenza estrema, spesso senza alcuna verifica. Dal Ruanda alla Bosnia, dal Darfur all’Ucraina, quante volte l’accusa è stata pronunciata in modo estensivo, non come constatazione giuridica ma come slogan politico?

Israele come bersaglio
Oggi l’accusa di genocidio viene rivolta a Israele. Non solo da piazze e attivisti, ma anche da ONG, accademici, giornalisti e persino organi internazionali. La forza simbolica di questo termine trasforma ogni operazione militare, ogni vittima civile, in un “prova generale” di sterminio. Il meccanismo è chiaro: non si giudicano singoli atti o responsabilità politiche, ma si colpisce un intero popolo. Israele diventa “il genocida”, e con esso tutti gli ebrei, dentro e fuori dal conflitto. Una dinamica che alimenta odio, radicalizzazione e violenze antisemite nelle strade d’Europa e nelle università americane.

La logica propagandistica
Perché usare proprio questa parola? Perché funziona. “Genocidio” garantisce titoli, indignazione, campagne virali. Porta fondi, consensi, attenzione politica. Trasforma un conflitto complesso in un mito morale: da un lato le vittime innocenti, dall’altro i carnefici assoluti. Non c’è più spazio per la realtà – con le sue ambiguità, responsabilità incrociate, errori tragici – ma solo per lo schema manicheo che incendia opinioni pubbliche e governi e influenza soprattutto chi ignora la storia e constestualizza.

Effetti concreti
Questa retorica produce conseguenze reali: sulla politica internazionale, bloccando ogni spazio di mediazione; sulle opinioni pubbliche, generando campagne di boicottaggio che colpiscono indistintamente Israele e comunità ebraiche in diaspora; sulla memoria storica, perché svuotare il termine significa tradire la memoria di chi ha vissuto genocidi reali e riconosciuti.

Difendere le parole
Non si tratta di negare la sofferenza, né di minimizzare le vittime. Al contrario: proprio perché la sofferenza merita rispetto, non deve essere piegata a propaganda. Abusare della parola “genocidio” non aiuta la pace, ma alimenta la guerra delle immagini e dei simboli. Difendere la precisione del linguaggio significa difendere la verità storica, preservare il valore della memoria e impedire che le parole che hanno segnato la nostra coscienza collettiva vengano ridotte a slogan da corteo. Il genocidio è realtà storica e giuridica, non metafora. E usarlo come arma politica non salva nessuno: condanna tutti a un linguaggio che semplifica, polarizza e, alla fine, distrugge la possibilità stessa di capire. Conseguenza questa anche “dell’ignorantamento” di questi brutti tempi, come direbbe Claudio Martelli.

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21 commenti su “La parola “genocidio” come arma politica”

  1. Una persona che stimo moltissimo e che ho avuto modo recentemente di conoscere personalmente per parlare di tematiche attuali, mi ha chiesto quando sarei tornato a commentare. Beh, rtm lo seguo costantemente, ed ho spiegato che ciò che mi stava nauseando era il basso livello culturale di taluni commentatori, livello che potrebbe salire con apertura mentale, ricerca e conoscenza, ma queste persone questa predisposizione non l’hanno oppure non la cercano, mentre sono propense alla polemica virtuale, travisando, imbtogliando, falsando.
    Poi, sugli articoli e sulle opinioni pubblicate, la battaglia è diversa, si propagano ideologie per tornaconto personale, sia esso anche di pura convinzione o simpatia personale, e qui è dovere smontare la narrazione dominante.

    Ad esempio, su questa opinione particolare, l’articolo può essere letto proprio in chiave pro sionismo.
    E mi domando, al mondo esistono tanti genocidi, come mai si parla sempre e solo di uno, perlomeno, l’ideologia ne propaga e si fa scudo solo di uno.
    Si, è vero, vengono citati un paio di genocidiu, ma ci si dimentica sempre dei cristiani.
    E visto che si parla di storia, come sempre im modo distorto, MI preme ricordare il genocidio di cristiani in Africa, quello di Vandea durante la rivoluzione francese, e quello di Mamilla, uno dei più gravi per numero in proporzione agli abitanti nel modo dell’epoca, nascosto nelle pieghe del revisionismo storico illuminista.

    Quindi, la parola genocidio usata come propaganda, fa comodo anche a determinati autori, ovvero opinionisti.

    Quali sono gli interessi nel negare a parole ciò che accade, a tollerare le immagini che giungono di massacri, denutrizione, malattia di bambini di un popolo che è nato lì e che è stato etichettato come terrorista, come fecero anche i Savoia con i meridionali dandogli dei briganti, da chi è arrivato li, ha compiuto per primo atti terroristici, ha occupato territori e si è esteso solo con le armi?

    Non è detto che risponda, valuterò commento per commento, come nick fasulli che sono spuntati come funghi.

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  2. L’articolo non è ‘pro sionista’, è pro verità delle parole. Se tutto diventa genocidio, nulla lo è più. E così si offende la memoria di tutte le vittime, cristiane, ebraiche o di qualunque popolo. Difendere il senso dei termini non è propaganda: è responsabilità.

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  3. Ah non sapevo che la radio principale del mio comune fosse un megafono delle (s)ragioni di Kiev e Tel Aviv. LOL
    Figo.
    Le scoperte.
    Quelle brutte.

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  4. Il “tutto” genocidio di cui si parla è un massacro in corso da anni, si potrebbe dire da decenni, di un popolo che è stato invaso.
    Che la sinistra lo usi per propaganda, nulla da smentire, conosciamo bene la logica del tutto fa brodo che gli appartiene, ma che la destra lo usi allo stesso modo a protezione di quelli che considerano affini politicamente, è palese. Per non parlare delle lobbies presenti anche da noi.
    Politici di destra che si dichiarano cattolici che si sottomettono a riti estranei al credo. Teologicamente parlando, fra l’altro, non preghiamo nemmeno lo stesso Dio.

    D’altronde, chi è legato da catene degli schieramenti politici, se è di sinistra è sottomesso all’islamismo, se è di destra è prono al sionismo.
    Tifoseria da calcio, che impedisce obiettività ed imparzialità.

    Poi, parlando di “difesa della verità storica”, si possono schematizzare I fatti della Palestina dai primi insediamenti, cogliere le parole giuridiche di ciò che è stato fatto ma non si poteva fare, con la complicità occidentale, e la parola genocidio assumerà un contorno più ampio, solo diluito in più di un secolo ed accelerato come processo negli ultimi anni.

    Il punto preciso è che l’olocausto con la sua tragedia ed il suo ovvio e naturale impatto emotivo nel mondo, ha permesso di cancellare verità storiche risapute, il sionismo l’ha strumentalizzato per poter perseguire piani ben precisi e davanti agli occhi di tutti, fra l’altro scritti anche nero su bianco. L’olocausto non è un punto fermo ed unico nella storia, c’è un prima e c’è un dopo, il prima si vuole nascondere, il dopo si vuole proteggere con lo scudo dell’olocausto.

    E chi sostiene ancora questa classe politica che permette quanto accade, ed è d’accordo con l’invio di armi ai sionisti, e sostiene anche l’alleanza nato in corso con Israele, è complice del genocidio in corso. E qualcuno anche da noi dovrà pagare un domani, come è stato per l’olocausto.

    Che la sinistra strumentalizzi, ribadisco, nulla da dire, anche se lo fa appunto per schieramento, ma almeno contribuisce in qualche modo a far sì che lo scopo sia fermare quanto accade, che se ne parli, che si scuote l’opinione pubblica.

    Ben più grave chi sta in silenzio o si schiera a favore, oppure porta bambini da noi per curarli o invia aiuto ai palestinesi con una mano, e con l’altra manda armi che servono a sterminarli.

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  5. @Giannino Ruzza
    Comprendo che per Lei il fulcro del dibattito risieda nell’applicabilità o meno della parola “genocidio”.
    Tuttavia, credo che la questione di fondo sia un’altra: il dramma umanitario che si sta consumando a Gaza. È sotto gli occhi di tutti come Israele, con un’azione di una prepotenza inaudita, stia colpendo una quantità inaccettabile di civili inermi, conducendo di fatto una guerra asimmetrica, senza un reale contendente.
    Questa tragedia, ormai riconosciuta a livello globale, rappresenta a mio avviso l’atto definitivo che, paradossalmente, sta delegittimando la storia del popolo israeliano.
    Un popolo la cui elevata cultura e il cui status di ‘eletti’ sono stati per secoli oscurati da un odio immotivato e da persecuzioni atroci.
    Oggi, alla luce di quanto sta accadendo, è proprio quella storia di sofferenza che rischia di essere offuscata per sempre dalle sue stesse azioni.
    Quella che vediamo è una strage di innocenti che non passerà inosservata né al giudizio della Storia, né a quello della coscienza universale.”
    Signor Ruzza, comprendo perfettamente la sua lingua, e sono certo che lei comprenderà bene la mia.

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  6. Info per schede tecniche e tabelle dei morti

    Propongo un nuovo nome per la testata, si addice molto di più: Radio trasmissione israeliana.
    E ho una domanda: a che numero di morti si può chiamare uno sterminio genocidio? Così imposto il file Excel, tipo 100mila morti vanno bene? O se si arriva a 99999 morti allora rimane carneficina? Avete tabelle e schede tecniche da poter usare? Chiedo per un amico palestinese morto con un proiettile in testa mentre cercava cibo per la sua famiglia mentre su rtm viene trasformato in un terrorista scansafatiche come dice quell’omino di amo modica. È assurdo come non una singola persona di questa “testata” abbia speso una parola per i palestinesi o di condanna ad Israele. Vi qualifica davvero questa cosa, sostanzialmente da “giornalisti” siete passati a ufficio stampa.

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  7. @Jack
    Forse il contendente non è reale per Lei perché come la maggior parte del mondo già dall’8 ottobre ha dimenticato Hamas o lo ha trasfigurato vedendo in un gruppo di predoni e assassini fanatici un eroico movimento di resistenza. Forse si è dimenticato che i palestinesi, dal 2007, anno della presa del potere da parte di Hamas nella Striscia, vivono da schiavi non sotto Israele ma sotto i terroristi che li usano come scudi umani. Assassini, quindi, oltre che degli israeliani anche e più colpevolmente del proprio popolo per la cui liberazione dicono di combattere. Gli occhi del mondo sono velati dall’ideologia e dall’odio antiebraico, che come un fiume carsico affiora ogni volta che una grave crisi sociale o economica deve trovare un capro espiatorio. L’annebbiamento diffuso impedisce di capire che è più difficile difendersi da terroristi spietati e dai loro attacchi vili, non a militari ma a civili, che da un esercito che si affronti sul terreno. Il popolo israeliano è diviso, è vero. Una parte è stata colpita direttamente da jihadisti che hanno rubato la vita di figli, fratelli, padri, nipoti, uomini donne e bambini che non meritavano una fine tanto orribile (documentata dalle webcam dei terroristi) dove nessuna forma di tortura è stata trascurata. Quella parte chiede la restituzione dei loro cari, vivi o morti, e vorrebbe la tregua, “subito”, e la fine della guerra. E’ la parte più sofferente. L’altra parte, pur partecipe di quel dolore, è tuttavia consapevole che se Israele smettesse di combattere, cioè di dare la caccia alle bestie inumane, sarebbe sopraffatto. Ricordiamo “ancora, ancora e ancora”. Non fingiamo che dietro Hamas e gli altri gruppi del terrore che operano a Gaza e fuori non ci sia una teocrazia sanguinaria che ha giurato la distruzione di Israele dal fiume al mare. Per motivi di odio radicato, desiderio di rivalsa e invidia. Sì, c’è anche l’invidia. Un popolo che si è distinto nella scienza, nella tecnologia, nell’innovazione, nelle arti, nella letteratura e che è emerso da persecuzioni e dallo sterminio nazista, è facile oggetto di invidia da parte di vicini che vivono ancora in un’era storica passata. La guerra contro la cultura combattuta dall’Occidente contro se stesso contiene anche l’odio contro Israele che dell’Occidente fa parte e contiene i germi del nichilismo che avvicina paesi democratici ai terroristi islamici. Le università lo testimoniano tristemente essendo diventate terreno di coltura di intolleranza e razzismo di chi oggi vi spadroneggia con la complicità di docenti e rettori, e centri di smistamento di menzogne e di odio antisemita. Accusano Israele di essere uno stato apartheid e razzista non sapendo che arabi israeliani di religione musulmana ricoprono importanti ruoli in diverse professioni. (sono mai stati in Israele? Sanno almeno dove si trova?), identificano Israele come stato genocidario quando l’Idf fa il possibile per evacuare i civili dal campo di guerra, fingono di non capire perché da quasi un secolo uno stato è costretto a vivere militarizzato: gli israeliani lottano per l’esistenza, mentre i palestinesi non legati a Hamas, lottano per salvarsi da criminali che li uccidono senza pietà per il solo sospetto di simpatia col nemico. Vittime simmetriche dello stesso carnefice. Gli occidentali, un po’naif un po’ in malafede, dopo il pogrom del 7 ottobre pretendevano che le Forze armate israeliane non entrassero a Gaza, che Israele lasciasse che il governo legale della Striscia, democraticamente eletto nel 2007 e tuttora in carica anche se malconcio, continuasse ad organizzare incursioni, lanciare razzi e perpetuare stragi di israeliani. I terroristi, con Sinwar capo militare e architetto del massacro di quel Sabato Nero, il più feroce dopo la Shoah, sarebbero tutti vivi e vegeti, e Israele? I nostri pacifisti non sono andati a Gaza per chiedere a Hamas di fermarsi, non si sono neanche organizzati per manifestare solidarietà a Israele. E l’Onu? Non ha smentito l’accusa di essere un’organizzazione marcia, sottomessa all’ideologia, dove l’Iran detta le regole in tema di diritti umani (l’Iran! che impicca gay e oppositori politici, ammazza di botte le donne per uno straccio di fazzoletto male indossato), incapace di fare il suo antico mestiere al quale si deve la sua fondazione, oggi una piattaforma per la propaganda antisemita. Un’infamia. Hamas, Hezbollah, jihad palestinese, houthi, associazioni per delinquere stipendiate dall’Iran, protette da Guterres, il vertice di un obbrobrio morale che si esercita da tempo per addossare la colpa di genocidio a un popolo che di un genocidio storico è stato vittima, e corre il rischio che la tragedia si ripeta se cessa di difendersi. Cosa significa del resto “dal fiume al mare” se non la cancellazione di uno stato, quello ebraico, e la sua sostituzione con uno stato palestinese? Dov’è l’auspicio che nascano due stati, uno accanto all’altro, e vivano in pace? Meglio gettare a mare quello che esiste e lasciare il posto all’altro, no? E qualcuno mi chiede di “motivare”? Motivare cosa? Lo schifo che provo davanti all’isterismo antisemita di un mondo giunto alla fase conclusiva del proprio declino morale? Motivare la scelta di andare nella direzione opposta e difendere Israele con forza e il suo diritto all’esistenza? Chi sono quelli che ipocritamente mascherano il loro furioso odio antisemita dietro l’antisionismo, che non si scandalizzano quando turisti israeliani sono cacciati da pizzerie hotel e ristoranti? Ho fatto qualche telefonata per verificare e dopo aver prenotato ho detto: “Sono israeliana”. Silenzio e comunicazione interrotta. A me sì che viene il vomito. Si vuole un’altra Shoah? Si esca dall’ipocrisia e si abbia il coraggio di dirlo. E concludo. Certo che i palestinesi mi fanno pena, certo che spero che la guerra finisca, certo che vorrei per loro case, asili, scuole, ospedali in un paese loro, libero e in pace, ma non sacrificando Israele, non alzando solo la bandiera palestinese ma affiancandola alla bandiera israeliana. Sarebbe il messaggio più efficace per far capire che si vuole davvero aiutare due popoli a vivere vicini e superare le ostilità reciproche, su cui hanno campato terroristi assassini e i loro sostenitori politici in occidente. La difesa dei palestinesi è giusta ma deve stare in equilibrio con la difesa di Israele dagli attacchi di una disumanità che vive di menzogne cattiveria e ignoranza e per opportunismo chiama alla sbarra un governo e un popolo, senza fare distinzioni, fermo restando che solo una strategia di fermezza può sconfiggere il terrorismo. La strategia usata in Italia da governo e opposizione per sconfiggere le Brigate rosse.

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  8. Avevo smesso quando Zelensky stava per entrare a Mosca su rottami di pale e lavatrici, e ritorno quando invece è Israele che sta marciando praticamente verso Baghdad…

    Un po’ di storia, le radici del problema, necessarie, per inquadrare chi è invaso e chi invasore, potendo poi etichettare correttamente le fazioni.

    La dichiarazione di Balfour del ’17 parla di ‘focolare ebraico’, che giuridicamente non vuol assolutamente dire stato ebraico. Quindi, non se ne parli.

    Sempre nella stessa dichiarazione viene specificato che nulla andava fatto comunque pregiudicando i diritti civili.

    Lo stato di Palestina è riconosciuto indipendente dal 1920. (sdn)

    La proprietà terriera ebraica nel 1948 era del 6%.

    I sionisti accettato la proposta di spartizione al 54% nonostante avessero il 6% di terra. Ma prima del ritiro inglese a metà maggio ’48 ne avevano già occupata l’80%.

    L’assemblea dell’ONU non ha alcun potere per sottrarre terra o darla, né di creare o eliminare stati.

    Israele esiste de facto, ma non de jure.

    La carta delle nazioni unite era in contrasto con la proposta di creare uno stato disfacendone uno esistente.

    Lo stato ebraico è stato proposto sulla linea di intersezione fra Asia ed Africa senza libera approvazione di stati mediorientali, africani o asiatici (solo Sudafrica, chissà come mai..).

    Tutti i tentativi fatti dai paesi arabi e diversi asiatici per controllare la costituzionalita della proposta ONU, furono respinti dallonu ed ignorati dalla Corte di giustizia internazionale.

    Israele non è mai stato riconosciuto da paesi africani e asiatici né ammesso a loro conferenze internazionali.

    Tutto il resto è storia relativamente moderna, compreso il fatto ormai risaputo che tutte le organizzazioni terroristiche di stampo jihadista sono finanziate dagli USA.

    Pertanto, soluzione a due stati significa riconoscere di conseguenza ufficialmente uno stato che giuridicamente non è mai stato riconosciuto.

    C’è un invasore e c’è un invaso (cit.). Ciò serve a capire chi ha ragione e chi ha torto, per chi ovviamente ancora necessita di capirlo.

    E non si tirino fuori argomenti religiosi per giustificare la terra e quant’altro.

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  9. Paolo, Lei ha smesso proprio nel momento in cui Nato ed Europa le scoppole non li contavano più. Sono passati in un niente dal moribondo Putin al tappeto rosso in Alaska. Ma ora abbiamo la cartella clinica di Dalema e quindi siamo ad un passo dalla Gloria.
    Per quanto riguarda la Palestina:
    La Cina afferma che includerà la Palestina nell’organizzazione BRICS per il suo sviluppo.
    Corto circuito o cosa?

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  10. Dopo attenta valutazione possiamo dire:
    è ri-arrivato l’unto del signore della porta accanto.
    Pendiamo dai suoi commenti in attesa della sua venuta.

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  11. Gentile sig. Spinello, su Dalema sono poco informato, non seguo volentieri la politica nostrana, causa movimenti intestinali…
    Ogni giorno accadono fatti che portano a trasformare il mondo in cui siamo stati costretti a vivere.
    Sui brics, il futuro ovvio è naturale dei paesi sovrani, fa molto piacere leggere questo, i palestinesi avranno dalla loro paesi sovrani, seri e dignitosi che potranno dargli tanto, senza sfruttarli, come sta già avvenendo in Africa.
    Il processo però è lento, e nel frattempo ogni giorno vede anche lei cosa accade. Vediamo Trump che sta macinando…

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  12. @Rita Faletti
    Ah, certo, finalmente una lucida analisi che ricorda come la soluzione a gruppi terroristici sia ovviamente bombardare quartieri residenziali, tagliare acqua e medicine a milioni di persone e definire “bestie inumane” un’intera popolazione. Che strategia sofisticata.
    Hai perfettamente ragione: mentre Hamas si nasconde nei tunnel, la “difesa” israeliana si manifesta miracolosamente sempre e solo su bambini, ospedali e campi profughi. Una precisione chirurgica davvero ammirevole. È chiaro che l’unico modo per “dare la caccia alle bestie” sia riducendo in macerie il 90% degli edifici di Gaza. Logico.
    E com’è nobile il concetto che, per non rischiare un solo soldato israeliano, sia moralmente accettabile sacrificare decine di migliaia di civili palestinesi, che, ci ricorda lei, sono già vittime di Hamas. Quindi, in pratica, li uccidiamo due volte: prima con i loro carnefici, poi con i loro “liberatori”. Geniale.
    Quanto all’IDF che “fa il possibile per evacuare i civili”, è commovente. Devono aver confuso “evacuare” con “buttare giù i grattacieli con le famiglie dentro” e “colpire i convogli umanitari chiaramente segnalati”. Uno sforzo eroico.
    E non da ultimo, la sua equilibrata conclusione: sì, i palestinesi le fanno pena, ma non abbastanza da smettere di finanziare chi li bombarda. La bandiera israeliana affiancata a quella palestinese? Magnifico, mentre sotto le bombe non resta che cenere per piantare nessuna delle due.
    Che razza di mostruosità si debba accettare, in nome dell’autodifesa, è una lezione che la storia, purtroppo, ha già insegnato. E a quanto pare, non è servita a molto.

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  13. Hamas prende i camion degli aiuti li sequestra e li porta ad alta velocità nei suoi covi se i palestinesi cercano di assaltare i camion si beccano un proiettile in testa
    La striscia di Gaza per voi che strascicate i piedi in corso Umberto è qualcosa che voi non potete capire e neanche immaginare, la violenza e la pericolosità della striscia di Gaza ne fanno uno dei posti più pericolosi dove vivere al mondo , di contro ha che non bisogna lavorare grazie ai sussidi che arrivano per vari motivi.
    2milioni in 360 km quadrati.
    Modica 54mila in 300 km quadrati
    Per chiarirvi le idee.
    Per Paolo, molta terra in Israele è stata acquistata dagli Israeliani dai grandi latifondisti Arabi , quindi acquistata non rubata .

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  14. Jack purtroppo le parole non servono con questa gente, ormai sono convinti di essere degli eroi, non bastano video, foto, articoli in cui si prova come idf semplicemente provi piacere ad uccidere civili, visto che hanno proprio questi ordini, non bastano le testimonianze di soldati israeliani e dei loro parenti, la sola pena che Ruzza o Faletti provano è per gli israeliani, i palestinesi non sono umani ai loro occhi. Onu e altre ong sono il male, mentre loro sono i buoni, se li critichi sei antisemita, se un ebreo li critica è pagato da hamas, se un Cristiano li critica è antisemita pagato da Hamas.
    Bisogna accettare che molte persone sono semplicemente cattive, che giustificano migliaia di morti con argomenti agghiaccianti, tutto qua. Il non provare pietà verso Gaza, il disgusto verso chi è oppresso qualificano questi soggetti. Il non discutere di umanità e vita ma solo di 7 ottobre, olocausto, e antisemitismo serve solo ad escludere la loro coscienza se ne hanno una dal provare empatia verso chi non ha la stessa loro fortuna di scrivere articoli al veleno contro un popolo che sta venendo massacrato solo per essere un popolo. Si chiama genocidio, gli ebrei lo hanno purtroppo sperimentato e ora lo stanno eseguendo a loro volta. Non avete capito che chi difende la Palestina non vuole sterminare Israele.

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  15. Complimenti alla redazione per la moderazione su amo modica

    Amo modica mancavano alla discussione i tuoi deliri, a quanto pare abbiamo un’altro esperto di cuggini, scusami amo modica, capisco che hai 1 neurone, ma quando vedi i video o le immagini di Gaza distrutta o di bambini in fila per il cibo, come fai a pensare le cagate che scrivi? È tutto falso? Invece tu hai la verità in tasca? Fammi capire, io da italiano dovrei credere ad un signor nessuno che non sa scrivere, parlare, che riesce solo a sparare odio dal suo comodo divano, ma non ti rendi conto di essere ridicolo? Che sembri il pazzo del quartiere che parla da solo di notte sotto i balconi? Apparte i luoghi comuni su arabi, immigrati ecc, hai un pensiero tuo? Riesci a elaborare un pensiero sensato? O sei solo una delle classiche persone con 0 cultura, zero informazioni serie ma solo puro delirio stile 80enne al dopolavoro? Non ti vergogni nemmeno un po’ ad augurare morte e povertà ad un popolo? Ai tempi dello strapotere della mafia avrebbero dovuto bombardare Palermo? Ma che parlo a fare con uno che manco sa leggere probabilmente🤦🏻‍♂️

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  16. @Freepa
    La Signora Faletti continua a insistere, evoca lo spettro dell’antisemitismo… ma io mi chiedo, con tutta la forza che ho: che cosa c’entra?
    Cosa c’entra l’antisemitismo con la strage di un popolo?
    Cosa c’entra con i bambini, con i neonati, sepolti sotto le macerie delle loro case? A loro, quali colpe si possono mai addossare? Quale minaccia potevano rappresentare?
    Un intero popolo, in quelle strisce di terra assediate, non chiede altro che sopravvivere. Respirare. Avere un domani.
    Combattano pure Hamas, i terroristi, li perseguano uno a uno, fin nell’ultimo cunicolo. Questa è guerra.
    Ma la guerra contro il terrorismo non può, non deve, trasformarsi in una condanna a morte per un intero popolo. La popolazione civile deve essere lasciata fuori da questo massacro. Deve essere preservata, protetta.
    Questo non è sconfiggere il male. Questo è seminare un male ancora più grande.

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  17. Amo Modica, 6%, e non restituisce diritti automatici di creare stati.

    Anche lei volendo potrebbe comprare terra in Ucraina, giuridicamente può chiedere di diventare stato autonomo, ma non è detto che glielo approvino…

    Dalla storia emerge solo che la Palestina è riconosciuta come indipendente da più di 100 anni, Israele no, veda lei.

    Su Gaza, chi li ha chiusi in così poco spazio e con quale autorità? Da soli? Hamas?

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  18. Complimenti ecc ecc ecc
    Hai tanta fantasia quanta è la quantità di Nik che usi
    Con 2milioni di persone ammassate perché lo vogliono , perché la non si lavora .
    Non è difficile riprendere gente con pentole che aspetta una coppino non so di cosa .
    Poi questo video farlo vedere all’infinito, ed è quello che vedi tu , naturalmente il tuo cervello non ha la possibilità di pensare come è veramente la situazione reale a Gaza .
    È tutta moda , fa molto di sinistra preoccuparsi per Gaza , ma nella realtà te ne fotti dei palestinesi, come te ne fotti dei Sudanesi ,degli Ucraini, o degli abitanti di Haiti.
    Io dovrei ascoltare tutte ste manfrine recitate da gente come te , cattive persone , lo si deduce dagli insulti di quando sei Buonista .
    Io so leggere e scrivere e anche capire
    Tu come sei messo ?? Ha ha ha

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  19. Amo modica torna a scuola e rinuncia alla pensione

    Amo modica, se permetti sono superiore a te in ogni aspetto del vita, almeno io so scrivere e farmi capire, al contrario di te, non rispondo nemmeno su Ucraina e Gaza ad un essere come te, non c’è sinistra o destra quando si parla di ste cose, c’è solo un ignorante modicano che vomita veleno credendo di essere un esperto in qualsiasi cosa quando non riesce manco a scrivere bene, quindi non ho bisogno di farmi capire da te, sarebbe bello come spiegare gli scacchi ad un piccione, e tu sei il piccione ovviamente, senza offesa per i piccioni che vengono paragonati ad uno che sembra uscito da un manicomio, supportato e incoraggiato da un giornale del suo stesso livello di intelletto, ovvero in negativo. Quindi per cortesia, non mettermi sul tuo stesso piano, ho
    Studiato, lavorato, fatto volontariato, viaggiato, da come parli sei il classico vecchio mezzo pazzo modicano che non capisce nulla di niente ma apre bocca su tutto, ti ostini a mettere in mezzo sinistra e destra, ma tipo a rispondere nel merito? E poi i video sono veri, anche un bimbo lo capisce, ma a te non ti fregano eeeh, sei troppo furbo. Quanto mi fa schifo pagare la tua pensione

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  20. Le immagini sono troppe, ogni santo giorno, e strazianti. E la politica qui giustamente non c’entra quando si vede tutto questo orrore disumano, come non c’entra l’antisemitismo, altro che democrazie del medioriente. Cecchini che sparano su civili, saccheggi, bulldozer, Bambini con carenze o ferite o deceduti, di ogni età. Decine di migliaia.

    Dov’è Hamas? Quanti ne hanno catturati? Quanti ne abbiamo visti di questi terroristi? E i tunnel? Un esercito attrezzato e dotato, una potenza militare che dopo due anni ancora non ha concluso nulla se non ammazzare povere e semplici persone, medici e giornalisti?Un’intelligence così avanzata che ha “bucato” completamente il 7 ottobre ed ha attivato la direttiva Annibale?
    Che non è in grado di garantire la sicurezza di nessuno e che non vuole si veda nulla di ciò che accade?
    Ma chi ci crede? Lo scopo è chiaro, noto e risaputo, e lo stiamo vedendo chiaramente.

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  21. Come m…chia ti chiami .
    Tu sei superiore a me in tutto ??
    Ma chi lo ha deciso ?, tu ha haha
    , li spighe vuote stanno a testa alta , in una testa vuota l’orgoglio fa la ruota , caro amico.
    Quindi caro, io entro sempre nel merito, esprimo le mie opinioni , tu esprimi solo giudizi su di me ,si vede che non sai dire altro .
    La pensione non me la paghi perché non sono in pensione e poi dubito che tu paghi pensione a qualcuno facendo volontariato ,caso mai sarai tu ad aver bisogno di sostentamento, ha ha ha

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