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Ucraina morta a Ragusa. Imputato è capace di intendere e di volere

Tempo di lettura: 2 minuti

RAGUSA- L’ Avv. Michele Savarese (foto) legale del marito della vittima costituito parte civile, “una brutta storia che ha sconvolto la nostra comunità, dopo cinque anni ancora inseguiamo la verità”.

Sono passati più di cinque anni dalla morte di Larysa Lysenko, la cittadina ucraina trovata cadavere distesa nuda su un letto in una casa del quartiere Carmine a Ragusa.
Alla sbarra davanti al Tribunale di Ragusa il ragusano N.C., accusato di aver somministrato alla donna un mix letale di alcol e farmaci al fine di abusarne sessualmente.
L’ uomo è difeso dall’ Avv. Luca La Cava che alla scorsa udienza ha richiesto e ottenuto dal Tribunale una perizia per attestare la capacità d’ intendere e di volere del proprio assistito.
Il Dott. Giuseppe Asaro, incaricato dal collegio ha depositato la propria relazione affermando che N.C. è sempre stato pienamente capace d’ intendere e di volere ed è in grado di partecipare al processo.
Il marito della donna si è costituito parte civile con l’ avvocato Michele Savarese. Su di lui all’ inizio delle indagini, gli inquirenti avevano rivolto i propri sospetti ma subito ne era stata accertata l’ estraneità ai fatti.
Costituiti parte civile anche la mamma e la sorella della vittima con gli avvocati Pietro Marino e Giuseppe Rabbito del foro di Caltagirone.
Il processo è stato rinviato al prossimo 21 Novembre, data in cui verranno sentiti i testimoni della Procura della Repubblica, ovvero il personale della Questura di Ragusa che ha svolto le indagini.
“E’ una bruttissima vicenda, afferma l’ Avv. Savarese, che ha sconvolto non solo i familiari della vittima ma anche il quartiere Carmine, dove la donna fu ritrovata morta. Purtroppo Larysa è morta a ridosso dell’ inizio della pandemia causata dal virus COVID 19 e ciò ha inevitabilmente rallentato l’ iter processuale. Dopo cinque anni inseguiamo la verità”.

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1 commento su “Ucraina morta a Ragusa. Imputato è capace di intendere e di volere”

  1. Massimo rispetto per tutta la vicenda e i vari protagonisti coinvolti, però non ho capito se con questo comunicato dobbiamo aprire il processo mediatico.

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