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Questioni irrisolte negli iblei al congresso regionale della Cisl

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La segretaria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, ha ascoltato con grande interesse l’intervento del segretario generale della Cisl nazionale, Luigi Sbarra, al congresso Cisl Sicilia in fase di svolgimento, ieri e oggi, a Taormina. “Sbarra – sottolinea Carasi – ha parlato di numeri che inchiodano purtroppo la nostra isola a livelli occupazionali tra i più bassi d’Europa, specialmente nella dimensione giovanile e femminile, con un tasso inferiore al 33 per cento. Una circostanza che, anche se in qualche modo attenuata da una vivacità imprenditoriale sui generis, si verifica anche in provincia di Ragusa, a maggior ragione dopo due anni di pandemia. Ecco perché si parla di una ferita che va sanata con un grande patto sociale per lo sviluppo ed il lavoro tra le istituzioni e le parti sociali per non sprecare la grande opportunità del Pnrr”.
Sbarra ha sottolineato che “al giorno d’oggi non abbiamo bisogno di un meridionalismo piagnone che si limita alla denuncia o peggio ancora che si arrovella in uno sterile populismo”. E Carasi sottolinea che è “necessario, come sottolineato dal segretario nazionale, aprire una nuova fase responsabile e partecipata, progettando rapidamente le opere pubbliche, ma vincolando anche le ingenti risorse europee del Pnrr e quelle nazionali all’assunzione di giovani e donne a tempo indeterminato. Saremo in grado di stipulare un grande patto per sbloccare le grandi opere, rilanciare i piccoli e medi cantieri che generano crescita e fanno uscire dall’isolamento le aree interne? Occorre provarci. E’ l’unico modo che abbiamo. Nel nostro territorio, ad esempio, occorre riqualificare il sistema portuale, portare a compimento le Zes e affrontare in maniera definitiva il problema delle ferrovie. Sollecitata anche una fiscalità di vantaggio specifica per le regioni del Sud, da cui la provincia di Ragusa potrebbe trarre adeguato supporto, e leve di sviluppo per una politica industriale meridionale ben connessa alle dinamiche 4.0 e alle tante altre risorse produttive dei territori”.

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