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Inflazione positiva a gennaio. Dati Ista per Confcommercio iblea

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“Dopo otto mesi di variazioni negative dei prezzi al consumo su base annua, a gennaio 2021 l’inflazione torna positiva, seppur in misura contenuta”. Così Confcommercio provinciale Ragusa commentando le stime preliminari di gennaio dell’Istat che analizzano l’uscita dalla deflazione anche per l’area iblea. “L’indice per l’intera collettività – afferma il presidente provinciale Gianluca Manenti – registra un aumento dello 0,5% su base mensile e dello 0,2% su base annua (da -0,2% di dicembre). L’Inflazione acquisita per il 2021 è pari a +0,4% per l’indice generale e a +0,2% per la componente di fondo. E’ bene precisare che l’inflazione, stando a quanto sottolineato dall’istituto di statistica, è tornata positiva prevalentemente per l’attenuarsi della flessione dei prezzi dei beni energetici (da -7,7% del mese precedente a -5,5%), sia nella componente regolamentata (da -7,0% a -3,6%) sia in quella non regolamentata (da -8,1% a -6,3%), e, in misura minore per il calo meno pronunciato dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da -0,7% a -0,1%)”.
L’inflazione di fondo al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici accelerano lievemente rispettivamente a +0,7% e a +0,8%, entrambe da +0,6%. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra una diminuzione su base mensile dell’1,1%, per effetto dei saldi invernali prevalentemente di abbigliamento e calzature e un aumento dello 0,5% su base annua (da -0,3% di dicembre). L’avvio dei saldi invernali, a differenza dello scorso anno, produce infatti un calo mensile dei prezzi di abbigliamento e calzature (-18,8%) meno ampio di quello di gennaio 2020 (-22,7%), che si riflette sull’andamento annuo sia di questo raggruppamento merceologico sia dell’indice generale. “Le fluttuazioni dell’inflazione – aggiunge Manenti – sono, quindi, derivate per lo più dall’andamento delle componenti volatili, mentre l’inflazione di fondo è rimasta sostanzialmente stabile su valori prossimi, o di poco superiori, al mezzo punto percentuale, in linea con la presenza di tensioni particolarmente rarefatte all’interno del sistema produttivo e distributivo”.

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