
Un post su Facebook, poche righe di annuncio e molte domande senza risposta. Così il deputato Manlio Messina, ex Fratelli d’Italia ed ex assessore regionale, ha svelato Etna Sky, la nuova compagnia aerea che promette di essere “tutta siciliana”, con tariffe più basse e voli dedicati ai residenti dell’Isola. Un messaggio pensato per intercettare il crescente malcontento sul caro-voli, ma che per ora lascia più ombre che certezze. Secondo quanto dichiarato da Messina, la società sarebbe già stata costituita e lui stesso ne sarebbe socio fondatore. Sul resto, però, è calato un fitto riserbo. Nessun dettaglio sugli investitori, sul capitale iniziale, sulle tratte, sulla sede operativa o sul modello di business. L’unica informazione fornita riguarda il percorso tecnico per ottenere il COA, il Certificato di Operatore Aereo rilasciato da Enac: Etna Sky prevede di inserirvi inizialmente due aeromobili in dry lease, un Airbus A321 e un Airbus A330. Il dry lease è una formula diffusa nel settore: l’aereo viene preso in affitto “a secco”, senza equipaggio, manutenzione o assicurazione. Tutti i costi operativi ricadono sulla compagnia, che deve quindi dimostrare solidità economica e strutturale. Proprio su questo punto si concentra lo scoglio principale. Senza COA, infatti, nessuna compagnia può operare voli commerciali. E al momento Etna Sky è ancora in attesa della certificazione, rendendo l’intero progetto un esercizio sulla carta. La scelta di Messina di mantenere il massimo riserbo sugli investitori — motivata come tutela della cordata — alimenta invece dubbi e perplessità. Alcuni osservatori si interrogano sulla reale consistenza dell’operazione, ipotizzando che possa trattarsi più di una manovra comunicativa utile a rilanciare l’immagine politica del deputato, già finito al centro di inchieste giornalistiche della trasmissione Report, che di un progetto industriale pronto al decollo. Per ora, Etna Sky vola soltanto sui social. Il vero banco di prova sarà l’iter con Enac e la capacità di trasformare un post virale in un vettore autentico, con rotte, equipaggi, capitale e soprattutto aerei veri — non solo annunci.
Il decollo, insomma, è tutt’altro che vicino.













