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Israele da solo contro il terrorismo…di Rita Faletti

Tempo di lettura: 2 minuti

Lunedì scorso, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il voto al piano di pace statunitense per Gaza, con mandato a Trump fino alla fine del 2027, è passato subito esorcizzando il veto di Cina e Russia che si sono astenute. Si sblocca così la seconda fase, la più delicata perché prevede la smilitarizzazione di Hamas, che non sembra disposto a lasciarsi disarmare e lasciare la Striscia, condizione indispensabile per l’invio di forze internazionali di stabilizzazione, la formazione di un governo di transizione che attui le riforme volute anche da Abu Mazen, preludio al processo verso l’autodeterminazione palestinese e la statualità. Che Hamas rinunciasse alla Striscia era difficile da credere e la lenta consegna delle salme degli ostaggi ne è stata la conferma. Ma sia gli Stati Uniti che i Paesi arabi ritengono necessario eliminare la presenza dei terroristi nella regione, la vera minaccia alla pace in Medioriente. Circa 100 miliziani sono ancora asserragliati in un tunnel nella zona di Rafah, da cui hanno lanciato due attacchi all’Idf, nonostante sia stato loro offerta un’uscita in sicurezza. La maggior parte degli israeliani ritiene che la pazienza del governo abbia superato il limite e chiede che il tunnel sia distrutto. Nessuno vuole un altro 6 ottobre che segnerebbe l’inizio di una risposta armata legittima da parte di Israele. Il cancelliere Friedrich Merz, mesi fa, ha detto che lo Stato ebraico, dal 7 ottobre in poi, ha fatto il lavoro sporco che l’occidente non ha avuto il coraggio e la forza di fare, combattendo contro gli stessi nemici che minacciano la nostra sicurezza. Una guerra, come ha dichiarato Trump, che Israele ha vinto su tutta la linea e che “si può vincere solo con la forza delle armi” (Hegseth). Dopo il massacro del 7 ottobre Israele non aveva altra scelta che quella di eliminare il terrore, prendendo il controllo militare di gran parte della Striscia, uccidendo i leader di Hamas, incluso Yahya Sinwar, la mente della strage, avendo la meglio anche su Hezbollah, il cui leader, Hassan Nasrallah, è stato ucciso in un bunker a Beirut. Con la sua azione militare, Israele ha spinto i terroristi libanesi dietro al fiume Litani oltre il quale dovevano stare, in base alla risoluzione Onu 1701, mai fatta rispettare dalla comunità internazionale e resa nuovamente operativa grazie all’intervento brutale dell’esercito israeliano. Una volta sistemato Hezbollah, Israele ha dato un contributo decisivo al regime change in Siria, grazie al quale il sanguinario Assad è stato costretto all’esilio in Russia, si è quindi concentrato sulla testa della piovra, ovvero l’Iran, del cui spazio aereo ha preso possesso con una campagna di 12 giorni e ha colpito al cuore la principale minaccia esistenziale per lo stato ebraico, l’occidente e buona parte del Medioriente: il programma nucleare del governo rivoluzionario iraniano. Con il supporto dell’America, ha distrutto le difese aeree iraniane, ha limitato lo spazio d’azione di altri storici alleati dell’Iran, come le milizie sciite irachene, ha decapitato la leadership dei terroristi yemeniti houthi, ha costretto paesi ambigui con il terrore, come il Qatar, a rendersi conto che chi non sceglie con chiarezza con chi stare in Medioriente rischia di essere punito. E nell’ultimo miglio di una guerra tragica e necessaria, ha chiuso un cerchio, mettendo di fronte ai follower del terrorismo e agli antisemiti una realtà molto diversa rispetto a quella immaginata il 7 ottobre. L’Iran si è indebolito, i suoi tentacoli si sono spezzati, l’America non ha abbandonato Israele e anche i Paesi arabi che avrebbero dovuto allontanarsi dal popolo ebraico in questi due anni hanno mostrato una convinzione profonda, che in Medioriente è ancora più chiara rispetto all’occidente: i nemici di Israele non sono solo nemici di Israele ma sono nemici di tutti coloro che sognano di avere un mondo che non sia dominato dal terrore. Purtroppo, l’organizzazione di Hamas non opera solo in Medioriente, ma dispone di una rete attiva anche in Europa, tra attività finanziarie, Ong, associazioni fintamente benefiche e anche in Italia ha basi operative.

 

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8 commenti su “Israele da solo contro il terrorismo…di Rita Faletti”

  1. Non so, mi suona allo stesso modo di Zelensky a Mosca, soprattutto per la parte dedicata all’iran, che gliele ha suonate e non poco.
    Ste piovre, sti antisemiti, sti terroristi…
    Hanno creato una carneficina disumana con un pretesto dalle mille ombre e sospetti e altro non si fa che continuare a ripetere: 7 ottobre, 7 ottobre, 7 ottobre, senza nessun altro argomento, né di causa, né di scopo.
    Slogan ideologici.
    Tragica e necessaria? Tragica per volontà, senza proporzione nella risposta, crudele e sanguinaria. Necessaria per quali giustificazioni? Cosa può giustificare ammazzare decine di migliaia di civili e bambini con una sete di sangue nemmeno nascosta?
    Che cosa? Nulla.
    Non esiste nulla che nel diritto giustifichi questo modo di operare.
    Vogliamo ricordare, inoltre, che negli anni ’70 il sionismo è stato dichiarato razzista ?

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  2. Israele senza l’aiuto americano ed europeo starebbe ancora combattendo con l’Iran, e i morti sarebbero decine di migliaia anche da parte israeliana.
    Abu Mazen va a stringere la mano a chi ha massacrato i palestinesi, non rappresenta i palestinesi.
    Trump può comandare in America, non negli altri paesi. Non serve il suo piano.
    Israele deve sloggiare, quella terra non gli appartiene, l’ha occupata con la forza.
    Non servono truppe internazionali a Gaza, e non serve smilitarizzare Hamas.
    Hamas esiste per colpa di Israele.
    Palestina libera sempre.
    l’Occidente è complice di tutto questo orrore, Italia compresa.

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  3. Il quadro è chiaro dottoressa Faletti , non ho mai avuto dubbi , ed è successo quello che pensavo dopo il 7 ottobre, ( 1200 morti ammazzati ,torturati , mutilati ,seviziati , donne ,bambini ,vecchi , tutti sono stati massacrati , con i Miliziani che FESTEGGIAVANO , dopo si sono portati via con la forza 200 ostaggi , rimasti prigionieri per 2 anni ,alcuni sono morti , )
    Qualunque stato sulla terra avesse subito questo macello ,avrebbe reagito , sia per punire i colpevoli ,e sia per eliminare la possibilità di un’altro 7 ottobre,
    È chiaro che per fare questo in un posto assurdo come la striscia di Gaza dove vivono 2milioni di persone di cui l’80% disoccupati, con centinaia di km di tunnel sotterranei, costruiti per nascondere il malaffare di hamas e sfuggire ai controlli Israeliani,
    L’azione di Israele è stata molto complicata, hamas si è sempre nascosta in mezzo alla popolazione, sotto gli ospedali, sotto le scuole ,
    Ma non c’era tanta altra scelta , tranne non fare niente e aspettare un’altro 7 ottobre maggiorato , gli Israeliani hanno comprato la maggior parte della terra che occupano .

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  4. Amo Modica, perché mette in automatico il solito disco?
    Quindi fanculo il diritto internazionale, I comandamenti che gli ebrei dovrebbero osservare, e pure essendo lei cattolico il diritto alla proporzione nell’autodifesa.
    Ammazzare I bambini in quale religione è contemplato?
    Affamare? Farli ammalare? Perseguitare? Rubare (terra e risorse)?
    Non sono i suoi cugini maggiori questi? Ed allora perché non osservano la legge data? Non c’è che dire, forse ci sarà un motivo se Dio ha rotto l’alleanza con loro, che la prima cosa che hanno fatto, invece di capire, è stata quella di perseguitare i cristiani, partendo da Santo Stefano, passando per Nerone e via discorrendo.
    Lei difende questo, da cristiano.

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  5. Paolo
    Da Cristiano dovrei sempre cercare la pace ,
    Se devo scegliere , scelgo Israele per tutta la vita.
    I cristiani dobbiamo evangelizzare ,non conquistare il mondo uccidendo gli infedeli , come è nella convinzione islamica .
    Israele non è un pericolo per il mondo anzi è un baluardo , gli Islamici no , sono molto pericolosi per noi , se vogliamo sopravvivere dobbiamo difenderci da loro,

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  6. @Amo Modica,
    soprassedendo sulla necessità di qualche mezza ora di odio anti ebraico e anti israeliano da parte dei manifestanti pro-Pal, ai quali non interessa affatto conoscere la verità dei fatti, c’è uno scritto interessante che spiega le ragioni del conflitto israelo-palestinese. E’ la premessa allo statuto di Hamas, scritta dal fondatore dei Fratelli musulmani, Hassan al-Banna. Si legge: “Israele sarà stabilito, e rimarrà in esistenza finché l’islam non lo ponga nel nulla, così come ha posto nel nulla altri che furono prima di lui”. Continua: “quella palestinese è una causa religiosa, e deve essere affrontata su queste basi” (art.15) e “cedere qualunque parte della Palestina equivale a cedere una parte della religione…il nazionalismo del Movimento di Resistenza islamico è parte della sua religione…non c’è soluzione per il problema palestinese se non il jihad. Quanto alle iniziative e conferenze internazionali, sono perdite di tempo e giochi da bambini”(art.13). “La Palestina è terra islamica affidata alle generazioni dell’islam sino al giorno del giudizio” e “combattere il male, schiacciarlo, e vincerlo cosicché la verità possa prevalere; le patrie ritornino ai loro legittimi proprietari; la chiamata alla preghiera si oda dalle moschee, proclamando l’istituzione di uno stato islamico. Così il popolo e le cose torneranno ciascuno al suo posto legittimo”. Uccidere per sottomettere e uccidere per sradicare è ciò che Hamas persegue, quindi, se si dà valore alle parole di al-Banna, è legittimo chiedersi come sia possibile trattare con questi fanatici carnefici. E sulla questione del territorio, che secondo al-Banna apparterrebbe agli arabi soltanto, serve ricordare che l’attuale Israele, i territori palestinesi e la Giordania facevano parte della Siria ottomana dove vivevano da tempo immemorabile comunità cristiane, israelite e arabe, e andando indietro nel tempo, anche altre popolazioni, fenici, cananei o armeni, i cui discendenti potrebbero oggi avanzare il diritto di restituzione di qualche pezzo di terra. La Palestina come territorio con confini definiti non esisteva. E, per concludere, all’indomani della guerra dello Yom Kippur, la risoluzione 242/1967 del Consiglio di sicurezza Onu ha parlato di cessate il fuoco e trattative tra le parti in conflitto, ma non ha menzionato la Palestina come entità politica o territoriale, mentre ha riconosciuto la sovranità e l’integrità territoriale di Israele e il suo diritto alla sicurezza. Sull’inutilità delle conferenze internazionali e le iniziative di cui Hassan al-Banna parla, finché esisterà il regime teocratico iraniano, ci sono poche speranze che si arrivi a una soluzione pacifica, perché ciò che i mullah vogliono è la distruzione di Israele dal fiume al mare, non la nascita di uno stato palestinese. Chi in occidente continua a crederci, o non sa cosa proporre o è un illuso. Ne sono consapevoli i Paesi arabi moderati per i quali il riferimento a uno Stato palestinese è pura formalità. Come Lei, anch’io scelgo Israele, da qui alla fine dei tempi.

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  7. Interessante.
    Però dimentichiamo sempre che nel 48 I sionisti hanno invaso la Palestina, e che sono stati terroristi prima dei palestinesi.
    Dimentichiamo che sotto I turchi, le tre religioni convivevano pacificamente, come oggi convivono pacificamente in Iran, ad esempio. 30.000 ebrei, se non sbaglio, che non sono voluti andare in Israele come chiesto da bibi.
    Dimentichiamo che la santa sede ha sempre condannato il sionismo, fino al cvII, e ha preteso una Gerusalemme internazionale, per preservare la santita delle tre religioni monoteiste, cosa non rispettata.
    Dimentichiamo che I sionisti hanno chiuso nella striscia i palestinesi, e colonizzato altri territori.
    Dimentichiamo che gli ebrei che vivono li ora, non sono ebrei di 2000 anni fa, semitici, bensì provenienti da regioni dell’est Europa, concertitisi in tempi più recenti.
    Dimentichiamo, che il discorso rivendicativo, non ha alcun valore, in quanto chiunque potrebbe rivendicare qualsiasi territorio, noi in primis per tutto il mondo di 2000 anni fa conosciuto.
    Se si è cattolici, si riconosce che la Terra Santa è di appartenenza cristiana, non di sicuro ebraica, e men che meno sionista quando a maggior ragione tale movimento è stato condannato dalla Chiesa e dichiarato incompatibile con il cattolicesimo.

    Sarebbe inoltre ora di finirla di accomunare terrorismo islamico con cultura araba e religione.
    La cultura araba non appartiene al terrorismo e viceversa.
    Che gli arabi abbiano condotto storicamente guerre di conquista e forzassero alla conversione con la spada, e un tema, ma appartiene alla storia e non al terrorismo, che viene manipolato come se tutto il mondo arabo sia terrorista. Questa o è ignoranza o è strumentalizzazione.

    Il terrorismo nasce come entità politica minoritaria, ad uso e consumo occidentale per manovrare il pensiero delle masse e giustificare le porcate commesse, e nasce da paesi nazionalisti quali Pakistan, Afghanistan con sostegno di usa e Arabia, a beneficio di Israele.
    E Hamas, altrettanto, sappiamo come nasce, da chi è sovvenzionato e a chi fa comodo.

    Inoltre, chi di destra sostiene Israele in quanto schierato solo politicamente, ricordo che fu Stalin a dare il LA ad Israele, per motivi geopolitici. Quindi, il baluardo della democrazia, nasce per volonta di un regime comunista.
    Quindi, chi schierato a destra o a manca, oltre all’ipocrisia, dovrebbe vedere che il motivo della nascita di Israele non ha nulla a che fare con le bandiere emozionali, ma con interessi strategici precisi, USA compresi.
    I palestinesi sono vittime delle scelte comuniste prima, americane dopo, infine dirette dei sionisti per perseguire I loro scopi espansivi in chiave messianica.
    Invasore ed invaso, non ci sono attenuanti diceva qualcuno in altri post…

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  8. Dimenticavo, sul discorso mappe, sin dal V secolo A.C, si parla di Palestina, poi giudea, poi Siria Palestina quando I romani hanno cacciato gli ebrei per le continue rivolte e disordini che causavano e fatto tabula rasa, poi Palestina prima, secunda e tertia, nel medioevo Palestina, Filastin sotto gli arabi e turchi, quindi Palestina identifica una regione geografica ben precisa, mentre Israele identifica un popolo ed un regno, mai una regione.
    La Palestina è sempre esistita come regione con confini predefiniti, è Israele che non è mai esistito. Si può rivendicare quanto si vuole, ma così rimane, e la storia non cambia.
    I romani li hanno cacciati per causa loro, quella è divenuta terra cristiana, poi musulmana col rispetto delle tre religioni. Dopo 2000 anni, non si rivendica un tubo, soprattutto per provenienza non da lì ma da regioni dell’est Europa.

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