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Senza la Sicilia non c’è transizione energetica

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Senza la Sicilia non c’è transizione energetica. È la conclusione tratta alla fine del Forum QualEnergia “Il futuro è rinnovabile”, organizzato ieri da Legambiente Sicilia. Nel corso della giornata è stato analizzato lo stato di salute delle rinnovabili nell’isola e sono stati anche analizzati i limiti da superare se si vuole giungere all’obiettivo di produrre in Sicilia il 15 per cento delle energie rinnovabili nazionali.

Ogni ragionamento sul ruolo delle rinnovabili in Sicilia parte dallo stato di fatto. Quarta regione per potenza rinnovabile installata, la Sicilia è settima per produzione di energia con un mix fatto quasi esattamente a metà tra eolico e fotovoltaico. Nel caso dell’energia prodotta dal vento la Sicilia è seconda per produzione in Italia dopo la Puglia, mentre paradossalmente è settima nella produzione dal sole in una classifica guidata dalla Lombardia. C’è però moltissimo potenziale per crescere: la nuova potenza da fonti rinnovabili è cresciuta del 15 per cento nel 2025 rispetto all’anno precedente, con un totale di 85 mila impianti su tutto il territorio, e il trend è trainato proprio dal fotovoltaico con una crescita del 23,6 per cento.

In questo scenario giocheranno un ruolo anche aziende come Terna con il Tyrrhenian Link, che unirà la Sicilia alla Sardegna e alla Campania permettendo l’immissione in rete dell’energia prodotta in tutta la penisola, o come i progetti di ricerca nel fotovoltaico e agrivoltaico di Enel. O con Edison, che con una partecipazione in un progetto al largo di Pozzallo entrerà nel settore dell’eolico offshore, ancora in stato embrionale nei mari italiani.

Il punto è, semmai, superare i limiti a cui già adesso la Sicilia è andata a sbattere. Al netto del fatto che la produzione di energia è affidata ancora a fonti fossili per poco più della metà del totale, Legambiente fa notare che nei primi mesi del 2025 si è registrata una frenata di investimenti. La Sicilia ha raggiunto i 5,8 mila megawatt di potenza installata nel 2025, in linea con i trend previsti, ma dovrà installarne a una media di 1,6 all’anno per arrivare all’obiettivo previsto per il 2030 di 10,4 mila megawatt. Se invece si procedesse con il ritmo attuale di 420 all’anno la Sicilia arriverebbe all’obiettivo nel 2050, vent’anni in ritardo.

Tutte cose su cui Legambiente Sicilia chiede un intervento della Regione: «Abbiamo un Pears, piano energetico ambientale, fermo a obiettivi del 2020 – dice Tommaso Castronovo, presidente dell’associazione – che deve essere aggiornato, con obiettivi in linea con il piano nazionale integrato per l’energia e il clima e con il livello tecnologico, includendo tecnologie come l’ agrivoltaico e l’offshore. Poi si deve intervenire sulle aree idonee. Chiediamo alla regione di guardare con favore alle rinnovabili e non porre un freno come è stato fatto altrove».

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7 commenti su “Senza la Sicilia non c’è transizione energetica”

  1. Voi di Legambiente dovreste fare pace con voi stessi. In un servizio dello stesso Calogero Castaldo del 3-11 25, parlava di trivellazioni di 3 pozzi petroliferi nella costa Iblea. Questa tanto decantata transizione ecologica che con tanta grazia ci donano le pale eoliche e i pannelli fotovoltaici imposti per combattere il cambiamento climatico c’è lo rivela la truffa venuta fuori e diffusa anche dai media italiani..
    Forse non sapete che la scienzah ha cambiato opinione, ora invece dell’innalzamento climatico la stessa scienzah ci dice che il mondo presto si ghiaccerà. Se fossi un meccanico direi che questi hanno i neuroni fusi!

    Calogero Castaldo: con la frase “includendo tecnologie come l’ agrivoltaico e l’offshore.” cosa intende dire?

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  2. Bello Il fotovoltaico, chissà cosa produrremo nei campi… Che immagine poetica accanto ad un’immagine catastrofica senza nessun supporto scientifico.
    Mi chiedo, visto che la farsa del riscaldamento globale è stata smontata scientificamente più e più volte, non da meno l’ultimo studio che addirittura parla piuttosto di una probabile mini era glaciale, su che cosa si basa tutta questa smania di deturpare l’ambiente e danneggiarlo irreversibilmente?
    Paura senza ragione, al solito?
    Chi, democraticamente, ha permesso avvenga questo schifo, chi sta permettendo che vengano piazzati “parchi” (notare sempre le parole), eolici nel nostro mare?
    Impatti ambientali pesantissimi, dalla produzione allo smaltimento (se avverrà), oltre a danni all’all’avifauna e all’ambiente marino, già dimostrati in altre zone.
    Come si è arrivati a perdere la testa e non comprendere la presa per il deretano, quando dietro ci sono solo e sempre interessi economici?

    Questo schifo deve essere bloccato, come avvenuto da altre parti, e come sempre, I boccaloni che credono ciecamente a tutto senza verificare, sono i primi responsabili davanti a quanti spingono la narrativa.

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  3. Calogero Castaldo

    carissimo Tonino, Lei forse ignora che io, in qualità di cronista, non scrivo per congetture personali o per iniziative personali ma cerco di comunicare quello che mi viene inviato tramite i miei canali social e la casella di posta elettronica, lungi dall’esprimere, il più delle volte, un giudizio che, ai più, certo non potrà interessare. Se ha dei dubbi o dei quesiti, piuttosto che interpellare il sottoscritto, figura eterea e trasparente dopo aver ricevuto un comunicato, farebbe meglio a chiedere a chi diffonde buone o cattive notizie, lasciando il simpatico cronista alle sue piacevoli, alquanto temperate e mediamente autunnali giornate di lavoro.

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  4. Egregio Castaldo, il mio commento e il sarcasmo era rivolto essenzialmente a Legambiente. La domanda diretta era solo una domanda, non era una critica al simpatico cronista. Mi spiace se ha frainteso.
    Cordialmente.

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  5. @calogero castaldo, in qualità di cronista, non vi sarebbe un dovere etico di informare, verificando la serietà o la base solida di quanto riceve, dimostrando se corretto o meno?
    Non sarebbe sicuramente letto come un suo giudizio, bensì come giornalismo in funzione della ricerca della verità, per temi così rilevanti, fatta in modo che il lettore autonomamente possa maturare o ricercare una sua posizione senza che gli venga calata dall’alto come scontata e ovvia.

    Anche perché, sicuramente limite mio, non comprendo se è un comunicato stampa nella sua interezza oppure se vi sono parti di un comunicato ed altre aggiunte da lei, sicuramente, nel caso, non proprio imparziali, direi speranzose.

    Pertanto, le chiedo, se privati le inoltrassero studi e posizioni contrarie, li pubblicherebbe con imparzialità e darebbe voce a chi non sostiene determinati progetti, leggendoli e verificandoli?

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  6. Sarei curioso di leggero uno degli articoli menzionati da Paolo e Tonino riguardo al prossimo surgelamento globale (global cooling).
    Siete abbonati a queste riviste scientifiche?

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  7. Ricordo un utente, un’altra volta, che aveva chiesto la stessa cosa su altrobtema, gliel’avevo menata un po’ per capire se era in grado di ricercarselo e quanto interesse avesse nel leggerlo.
    Lo sprovveduto, dopo una serie di commenti in cui lo lasciavo giocare, aveva fatto un’enorme figura di m.
    L’utente che chiede adesso, pensate un po’, non è in grado di scrivere due parole su un qualsiasi motore di ricerca, però sottintende di essere interessato e quindi di comprenderlo.

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