
CATANIA, 16 Ottobre 2025 – Si è concluso con una condanna più severa rispetto alle richieste dell’accusa il processo, celebrato con rito abbreviato davanti al Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania, Luca Lorenzetti, a carico di un pensionato ragusano ultrasessantacinquenne coinvolto in un’indagine per pedopornografia online.
L’imputato è stato condannato a due anni e due mesi di reclusione e 2.000 euro di multa. Una pena che è andata oltre la richiesta formulata dalla Pubblica Ministero Irene Frudà, la quale aveva sollecitato una condanna a un anno e due mesi di reclusione e 1.250 euro di multa, riconoscendo le attenuanti come prevalenti sull’aggravante.
L’uomo era finito al centro dell’attenzione l’8 maggio scorso, nell’ambito di una vasta operazione condotta dagli agenti della Polizia Postale di Catania (oggi Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica) che aveva portato all’individuazione di otto persone nella Sicilia orientale, tre delle quali erano state arrestate.
Il pensionato si trova agli arresti domiciliari da oltre cinque mesi. L’arresto era stato inizialmente convalidato dal Gip del Tribunale di Ragusa, Ivano Infarinato, essendo avvenuto nel territorio ibleo, per poi passare per competenza al Gip etneo. Tutte le istanze di liberazione presentate dal difensore dell’ultrasessantacinquenne sono state finora respinte dal Gip di Catania.
L’avvocato della difesa, Vito Melfi, aveva richiesto il minimo della pena con l’applicazione delle attenuanti in prevalenza e la diminuzione per il rito abbreviato. Ora, alla luce della sentenza e dopo aver letto le motivazioni, la difesa ha già annunciato che ricorrerà in Appello.
L’indagine in cui è stato coinvolto l’uomo fa parte di una più ampia attività di contrasto allo sfruttamento sessuale dei minori online condotta dalle forze dell’ordine.