
Quando si affronta una malattia grave come il cancro, la speranza è che il sistema sanitario pubblico sia un alleato affidabile. Purtroppo, a volte, la realtà si rivela ben diversa, e i pazienti si ritrovano a dover lottare non solo contro la malattia, ma anche contro la burocrazia e i ritardi intollerabili.
È il caso, denunciato più volte, dei pazienti oncologici che necessitano di controlli post-trattamento (gastroscopie, colonscopie, esami diagnostici per immagini). Questi esami di follow-up, stabiliti con urgenza dal medico curante (oncologo, chirurgo o medico di famiglia), sono cruciali per monitorare la salute del paziente e intervenire tempestivamente in caso di necessità.
Da tempo, il Comitato Civico Articolo 33, presieduto da Rosario Gugliotta, ha sollevato il problema dei ritardi nelle prenotazioni, che a volte superano l’anno di attesa. Un tempo inaccettabile e potenzialmente fatale per chi non può permettersi di aspettare.
In risposta a queste denunce, l’azienda sanitaria ha emesso una circolare che, invece di risolvere il problema, sembra aggravarlo. La circolare elude il principio di priorità per i malati oncologici e introduce una procedura che molti considerano anomala e illegittima.
Invece di garantire un appuntamento in tempi certi, la circolare invita il paziente a cercare una “trattativa diretta” per ottenere un posto. In pratica, il diritto alle cure viene sostituito con un “patteggiamento”, una procedura umiliante e che sembra suggerire un sistema basato sul favoritismo: “Cercati un amico”.
Come se non bastasse, la stessa circolare introduce un ulteriore ostacolo. Denota una scarsa considerazione per i medici che richiedono un esame urgente, chiedendo non solo l’impegnativa, ma anche una specifica relazione specialistica. Questo passaggio aggiuntivo non fa che allungare i tempi e complicare ulteriormente il percorso del paziente.
Questa situazione è l’ennesima prova di come il servizio sanitario pubblico, in alcuni casi, spinga gli utenti a rivolgersi al settore privato, un’opzione accessibile solo a chi ha le risorse economiche per poterselo permettere.
Il Comitato Civico Articolo 33 continua a battersi per una sanità pubblica che garantisca il diritto alla salute a tutti, senza discriminazioni e senza dover ricorrere a compromessi o favoritismo. Il diritto alle cure non è un privilegio da contrattare, ma un principio fondamentale che deve essere rispettato.
4 commenti su “Malato di tumore? La sanità ti dice… “Cercati un amico!””
Ma com’è possibile? Ma I circensi non recitavano al primo posto la salute dei cittadini ???? Eppure per il pandemonio si aprivano hub, non mancavano medici e infermieri. Eccovi serviti, questo succede a credere a attori da circo vestiti da clown.
Sono imbroglioni che mentono H24 su tutto.
Mentono a fessi come lo (……..) del villaggio.
La mia solidarietà a chi ha bisogno di cure.
Ma si dice della Sicilia? Vero?
DOTT.ROSARIO GUGLIOTTA SEMPRE GRAZIE PER QUELLO CHE TU FAI DA PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE ART.32 INSIEME AGLI ASSOCIATI .IN QUESTO CASO TI CHIEDO DI PUBBLICARE INTEGRALMENTE QUESTA “CIRCOLARE” EMESSA DALL’AZIENDA SANITARIA IN MODO CHE I CITTADINI UTENTI SAPPIANO E CONOSCANO BENE IL TIPO DI RISPOSTA ,POCO ACCETTABILE,DATA AI MALATI ONCOLOGICI!
Buongiorno, non è cercati un amico, si chiama accettazione diretta ed è presente in tutti le regioni…vedi Lombardia…