
Il Parlamento francese ha recentemente approvato all’unanimità una legge che promuove postumamente Alfred Dreyfus al grado di generale di brigata, a 130 anni dalla sua ingiusta condanna per alto tradimento. Decisone che rappresenta un atto simbolico di riparazione per uno dei più gravi errori giudiziari della storia francese, alimentato da un profondo antisemitismo.
Il caso Dreyfus è stato uno degli episodi più emblematici della storia moderna francese, e un punto di svolta nella lotta contro l’antisemitismo e per i diritti civili in Europa. Di seguito passaggi principali e contesto storico:
Chi era Alfred Dreyfus?
Alfred Dreyfus era un capitano dell’esercito francese, nato nel 1859 a Mulhouse, in Alsazia, da una famiglia ebraica. Brillante ufficiale e fedelissimo alla Repubblica, era uno dei pochi ebrei ad aver raggiunto un grado elevato in un esercito in gran parte dominato da cattolici e monarchici.
L’accusa (1894)
Nel 1894, Dreyfus fu accusato ingiustamente di aver passato documenti militari segreti alla Germania (allora rivale della Francia). L’accusa si basava su un documento (il cosiddetto “bordereau”) la cui calligrafia era vagamente simile a quella di Dreyfus. In un processo militare segreto e senza prove concrete, fu condannato per alto tradimento e degradato pubblicamente in una cerimonia umiliante, poi deportato alla terribile Isola del Diavolo, nella Guyana Francese.
Antisemitismo e clima politico
Il caso emerse in un clima politico di forte nazionalismo e antisemitismo, alimentato dalla sconfitta francese nella guerra franco-prussiana (1870) e dal risentimento contro la Terza Repubblica. La stampa di destra e cattolica attaccava frequentemente gli ebrei come “nemici interni”.
J’accuse e Émile Zola (1898)
L’affare sarebbe potuto finire lì, ma nel 1898 lo scrittore Émile Zola pubblicò sul giornale L’Aurore il celebre articolo “J’accuse…!” (Io accuso), una lettera aperta al presidente della Repubblica in cui denunciava il complotto dell’esercito per incastrare Dreyfus, parlando apertamente di antisemitismo e ingiustizia.
Zola fu processato per diffamazione e condannato, ma la sua denuncia riaprì il caso e divise profondamente la Francia in due fronti:
- i dreyfusardi, per la verità e la giustizia;
- gli anti-dreyfusardi, nazionalisti e antisemiti.
Il ruolo di Theodor Herzl
Il giornalista austriaco Theodor Herzl, che seguì il caso come corrispondente a Parigi, rimase profondamente colpito dal clima di odio razziale. Convinto che l’integrazione degli ebrei in Europa fosse impossibile, diede vita al movimento sionista nel 1897, proponendo la creazione di uno Stato ebraico indipendente.
Riabilitazione di Dreyfus
Dopo anni di scandali, controinchieste e colpi di scena, nel 1906 Dreyfus fu completamente scagionato e reintegrato nell’esercito con il grado di maggiore. Ricevette la Legion d’Onore, ma il trauma personale e collettivo lasciò segni profondi.
Questo riconoscimento postumo ha ricevuto il plauso di numerose organizzazioni, tra cui il Congresso Ebraico Europeo, che lo ha definito un “atto simbolico di giustizia storica” e un tributo alla lealtà di Dreyfus verso la Repubblica francese.
Inoltre, è stata avanzata la proposta di trasferire le spoglie di Dreyfus al Panthéon, il mausoleo parigino che ospita le personalità più illustri della nazione, come ulteriore riconoscimento del suo contributo alla storia francese.