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Ragusa. Piano protezione civile, il Comune pensi a registrare il tutto a meglio, altro che menzioni

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“Stanno continuando a fare discutere, sui social e sulle testate giornalistiche locali, gli effetti della scossa di terremoto che ha colpito la Sicilia sud-orientale e quindi anche la città di Ragusa. Numerosi commenti anche da parte dei sostenitori dell’amministrazione comunale rispetto al riconoscimento che il Comune ha ricevuto proprio ieri a Misterbianco, unico fra 28, ci è stato detto, da parte del dipartimento di Protezione civile regionale”. E’ quanto rileva il consigliere comunale m5S Sergio Firrincieli. “Per quanto riguarda il riconoscimento – continua l’esponente pentastellato – ci preme sottolineare che si tratta di una menzione anche se è stato precisato che gli ambiti o le macroaree sugli obiettivi raggiunti proprio per ottenere il riconoscimento in questione erano 4: gestione dell’emergenza, valorizzazione del volontariato, resilienza e pianificazione. Bene, rispetto ai 4 punti, il Comune ha raggiunto l’obiettivo solo per la pianificazione con la revisione del piano comunale di Protezione civile. Per il resto, una sonora bocciatura. Nelle scorse ore, la scossa di terremoto notturna avrebbe potuto mettere il Comune, se fosse stata di maggiore entità, in serie difficoltà proprio per non aver raggiunto la sufficienza nella gestione di quella che l’altra notte poteva diventare una vera situazione di emergenza. Mi chiedo: che cosa prevede il piano comunale di protezione civile in caso di evento come quello della scorsa notte alle 3,26 che l’Ingv ha stimato con una magnitudo di 4.8 della scala Richter?”.

“L’evento sismico – prosegue Firrincieli – ha rischiato di evidenziare le criticità che il dipartimento di Protezione civile ha sonoramente bocciato come, ad esempio, la gestione dell’emergenza. Significa che una cosa sono le comunicazioni riguardanti i premi ottenuti, un’altra l’adozione di misure specifiche che permettano di tutelare al meglio la salvaguardia e l’incolumità dei cittadini. Siamo pronti a formalizzare un accesso agli atti per avere più chiara la situazione perché quando si parla di questioni del genere nulla può essere lasciato all’approssimazione”.

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