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Da metà giugno il primo di due nuovi acceleratori lineari al “Maria Paternò Arezzo” di Ragusa

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Nell’ambito di un più ampio progetto di potenziamento tecnologico e miglioramento della qualità delle prestazioni sanitarie, dal 15 giugno è prevista l’attivazione del nuovo acceleratore lineare presso la U.O.C. di Radioterapia Oncologica dell’ospedale “Maria Paternò Arezzo” di Ragusa. Si tratta di un’apparecchiatura all’avanguardia che genera radiazioni ad alta energia sotto forma di fasci di elettroni o fotoni (raggi X). Queste radiazioni, dirette con precisione verso il tessuto tumorale, danneggiano il DNA delle cellule neoplastiche, compromettendone la capacità di crescere e replicarsi.

Il nuovo acceleratore rappresenta un importante passo avanti nella cura dei pazienti oncologici. Nelle more dell’attivazione, l’erogazione dei trattamenti radioterapici subirà alcune modifiche organizzative temporanee: a partire dal 22 aprile, i pazienti con trattamenti di durata superiore a 28 sedute saranno ri-protetti presso strutture del Sistema sanitario appositamente individuate. Lo stesso avverrà, dal 5 maggio, per i pazienti con trattamenti di durata superiore a 20 sedute.

Fino allo spegnimento dell’attuale acceleratore, previsto indicativamente per il 13 giugno, saranno regolarmente garantiti le attività ambulatoriali, i trattamenti radioterapici per i pazienti ricoverati e le procedure di irradiazione delle sacche di emoderivati. “Tali misure – dice il Direttore generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago – sono adottate al fine di garantire il completamento in sicurezza dei cicli di trattamento già avviati. Ma anche per riprogrammare, con la nuova apparecchiatura, i trattamenti differibili, in un’ottica di miglioramento dell’efficacia terapeutica e della qualità delle prestazioni; e infine per ottimizzare la transizione tecnologica, assicurando continuità assistenziale ai pazienti oncologici”.

Dopo l’avvio della prima macchina, prenderà il via anche la seconda fase dei lavori, propedeutica all’installazione della seconda apparecchiatura. I due acceleratori sono finanziati attraverso un doppio canale: l’ex art. 20 della legge n.67/88 e il PNRR, per una spesa complessiva di oltre 3 milioni di euro.

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