
Grande successo del gazebo organizzato domenica mattina dal circolo cittadino di Fratelli d’Italia a favore della campagna nazionale “Basta aggressioni contro le Forze dell’Ordine”.
In poco meno di 3 ore – afferma il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Marco Naní – sono state raccolte oltre 300 firme. Un’importante partecipazione non solo di iscritti e simpatizzanti del partito di Giorgia Meloni ma anche di tantissimi cittadini “liberi” che hanno voluto manifestare stima e affetto per le forze dell’ordine.
Con la campagna promossa da Fratelli d’Italia a livello nazionale – prosegue la nota del coordinatore cittadino – si vuole ribadire con fermezza il nostro sostegno alle donne e agli uomini in divisa, contro le aggressioni, gli attacchi e i biechi tentativi di delegittimazione delle nostre forze dell’ordine. L’inasprimento delle pene per resistenza, violenza, minaccia e lesioni a pubblico ufficiale; l’introduzione del reato di rivolta in carcere e l’implementazione degli strumenti di difesa nonché la tutela legale, sono solo alcune delle più importanti proposte avanzate da Fratelli d’Italia.
Il successo della petizione – conclude Marco Naní – è l’ennesima dimostrazione che i cittadini sono schierati con convinzione dalla parte di chi quotidianamente indossa una divisa, rappresenta lo Stato, difende e garantisce i diritti e le libertà di tutti gli Italiani
4 commenti su “Modica. FdI: successo per la petizione “Basta aggressioni contro le forze dell’ordine””
Sono d’accordo, anche alla luce della brutale laggressione subita dalla poliziotta transgender qualche giorno fa Trento picchiata a sangue da tre ultras di destra
ben fatto! dopo la petizione i criminali promettono solennemente di non aggredire più le forze dell’ordine.
X luca
Cosa c’entra specificare Ultras di destra .
Si firma contro le aggressioni ho di dx ho di sx .non c’è bisogno di specificare
@Robin
Apri il link e se sai leggere, mettiti a ridere
https://www.open.online/2024/05/22/tancredi-antoniozzi-patteggia-lesioni-carabinieri/
Ecco chi sono i “protettori” delle Forze dell’ordine