“C’è qualcuno che si è convinto che Modica da qualche tempo sia una realtà indecifrabile, sia una città non più interpretabile sul versante delle strategie politiche messe in atto da chi oggi la governa”. Lo. sostiene ill segretario generale della Flai Cgil, Salvatore Terranova – riferendosi al macello comunale di Modica, a gestione privata. “Almeno chi governa – aggiunge – pare propendere per questa visione, secondo cui ai cittadini modicani sembra non riuscire a cogliere la profondità e la direzione degli obiettivi che muovono la politica. Non essendo rilevati dalla pubblica opinione, qualcuno si è convinto che tutto può essere metabolizzato e in funzione di altre finalità che al momento non è opportuno rendere pubbliche”.
E’ il caso, come si diceva, del macello comunale, una realtà che non può definirsi secondaria rispetto alla produzione degli allevatori modicani. Ci si riferisce ad un impianto che macellava, finché è stato in attività, prima della sua chiusura disposta dall’Asp di Ragusa ed eseguita dal Comune di Modica, una media mensile di 700 capi di bestiame, di cui quasi il 95% proveniente da allevamenti del territorio modicano. “Un’attività non modesta – incalza il sindacalista -, anzi si potrebbe dire un’attività produttiva di tutto rispetto, che, se ci fosse stato negli anni un’adeguata attenzione, una diversa organizzazione e un Comune vigilante, avrebbe tranquillamente potuto offrire di più al mondo degli allevatori modicani e non solo. Invece, oggi è lì, fermo da quasi 5 mesi e chissà ancora per quanti altri mesi.
Secondo chi governa a Palazzo San Domenico, l’impianto è fermo perché necessita di un ammodernamento e di alcuni interventi per renderlo più sostenibile, accettabile e meno impattante ambientalmenterispetto alle zone vicinorie dove risiedono famiglie. Ciò potrebbe anche essere vero, ma secondo noi è vero solo in parte. Si sono persi diversi mesi senza fare il resto di nulla, lo si è chiuso, lo si è reso inattivo e basta, con la intenzionale volontà di lasciarlo così, quando, al contrario, da subito si sarebbero dovuti avviare gli interventi di cui il macello necessita e operare con speditezza per rimetterlo in attività. Questo non è stato fatto e ci dovrebbero spiegare perché non è stato fatto. Per quale motivazione, speriamo oggettiva, non si è proceduto da subito a promuovere gli interventi che si rendevano necessari e ancora oggi rispetto alla sua ipotetica riapertura ci troviamo al cospetto di generiche risposte a mezzo stampa, che non danno contezza di niente e, al contrario, lasciano supporre che vi potrebbero essere altre finalità diverse rispetto a quella di riportare a nuova vita il macello comunale.
In Prefettura, se non ricordiamo male, ma tranquilli che diciamo ciò che è reale, l’attuale Giunta ha assunto l’impegno di pubblicare la nuova gara di appalto del servizio entro lo scorso 20 agosto, ripetiamo impegno assunto davanti a Sua Eccellenza il Prefetto; siamo già ad ottobre è nulla pensiamo sia stato posto in essere. A volte ci viene il dubbio che assumere impegni davanti allo Stato, perché esso la Prefettura rappresenta nel nostro territorio, abbia per qualcuno la stessa importanza del disdire un appuntamento con un conoscente.
Allora, cosa può significare tutto ciò? Cosa in realtà potrebbe esserci come fatto che via via dovrà prendere piede? Qual è a questo punto la traiettoria, o meglio il pensiero più interno di chi dovrà decidere? Quale potrebbe essere questo pensiero, che per rilevarsi del tutto ha bisogno prima del tempo necessario per poter dichiarare impossibile rimettere in attività il macello comunale?
Noi pensiamo che a Modica ormai tutto viene affidato ai privati e che il destino del macello comunale affidato, tramite gara, ad un privato abbia i giorni contati. Ci stiamo sempre più convincendo che il vero pensiero, esistente da diversi mesi e che ancora non si vuole rilevare, sia quello di consentire a qualche privato di essere lui il costruttore di un nuovo macello, diventando ed acquisendo un controllo o meglio un monopolio anche su questa attività. Abbiamo dato ai privati la gestione del cimitero, delle strisce blu, dell’igiene ambientale, dell’acqua, la riscossione dei tributi e di tanto altro – conclude Terranova – , non poteva mancare un macello proposto da un privato che lo fa assurgere ad arbitro e gestore di una importante attività, come quella della macellazione”.
4 commenti su ““La politica implicita e il macello comunale di Modica””
Al privato non interessa perché privo del riconoscimento per trasportare la carne macellati oltre la provincia di Ragusa.
Che tutto taccia conviene a tutti i soggetti interessati a vario titolo ed anche a quelli coinvolti per alcuni fatti riportati dalla stampa locale.
Necessita far sbollire la cosa.
Ancora qualche settimana per conoscere la Verità..
Avremo modo di conoscere ciò che si cela dietro la promessa non rispettata della Monisteri..
Inoltre avremo modo di conoscere tutti i retroscena, e tutti gli attori che han voluto stare sulla scena..
E di sicuro è prevedibile qualche “colpo di scena” coreograficamente spettacolare..
Costruito a regola d’arte .
Collaudato .
Dato in gestione ad una azienda privata .
Il macello ha lavorato diversi anni rispondendo alla esigenze degli allevatori e delle macellerie locali .
Bene .
Poi arriva l’ASL e lo dichiara fuorilegge .
Ma prima era fuorilegge????
Si o no ???
Il comune proprietario del macello lo deve chiudere .
Lo deve portare a norma ,
Quanto costerà???? milioni sicuramente !!!
Bene a questo punto che vada in malora il macello, inutile spendere soldi pubblici per poi magari rimanere rimanere chiuso per mancanza di gestore privato .
Vendiamolo a un privato che provvederà a gestirlo in maniera efficiente, come altri impianti simili presenti nel nostro territorio.
Il pubblico non deve gestire niente !!!
Troppi lavativi, scansafatiche, irresponsabili , annoiati , senza interesse,
Basta buttare soldi pubblici con impiegati pubblici a posto fisso !!!!