“L’eccessivo silenzio, prima che scoppiassero le polemiche, che ha caratterizzato le procedure per la gestione di alcuni beni immobili di pregio del nostro Comune, dal castello di Donnafugata alla sala Falcone Borsellino, passando per il museo di Palazzo Zacco, ci impone di intervenire per cercare di capire come stanno le cose”. E’ quanto afferma il consigliere comunale del Pd, Mario Chiavola, che aggiunge: “Purtroppo, quella del castello di Donnafugata e dello stesso palazzo Zacco sembra una storia già scritta, lo stesso dicasi per la sala Falcone Borsellino visto che si conoscerebbero già i nomi dei proponenti che poi si aggiudicheranno la gestione. Ci chiediamo: ma è possibile che la procedura del Partenariato speciale pubblico privato rappresenti solo uno specchietto per le allodole, la formula adeguata per uscire fuori dagli imbarazzi procedurali, visto che nessun altro soggetto, per il momento, si è fatto avanti? Oppure c’è il serio tentativo di garantire una svolta epocale per questa città e se sì in che modo? La preoccupazione di svendere i gioielli di famiglia, visto che il Comune poteva godere di un notevole vantaggio economico e con soli 30mila euro l’anno, almeno per il castello, si va a favorire altri non capendo a che pro, non è stata ancora fugata dal sindaco in maniera netta e inequivocabile per cui torneremo a chiedere, in consiglio comunale, i dati necessari per capire la sostenibilità di questo percorso. Non siamo noi ma è l’intera città che si attende trasparenza. La presenza privata potrebbe rappresentare un valore aggiunto ma non a queste condizioni con il Comune costretto, metaforicamente, a calarsi le brache sul piano prettamente economico. Fondamentale avviare un dibattito in aula su un argomento su cui non si può sottacere”.
- 13 Ottobre 2024 -