
L’8 dicembre scorso, in occasione della solennità dell’Immacolata Concezione di Maria una delegazione dell’Ordine di San Lazzaro ha deposto un omaggio floreale al monumento dell’Immacolata, in piazza San Domenico a Palermo.
La delegazione era composta dal Luogotenente Generale del Gran Baliato Avv. Pietro Luigi Matta, dal Cancelliere Dr. Paolo Tronca e dal Cavaliere Gigi Zancla, oltre alle volontarie dott.sse Gaetana Rinaldi e Marisa Cutrera.
Fin dall’VIII secolo, durante la dominazione bizantina in Sicilia, si sviluppò il culto per la Vergine Maria, grazie all’influsso della spiritualità e della liturgia bizantina, particolarmente pervasa da una intensa e tenera devozione alla Madre di Dio. Come consequenza divenne molto stretto il legame tra la Sicilia e l’Immacolata Concezione.
Tra il 1724 e il 1727, l’imperatore austriaco Carlo VI, che governava allora la Sicilia, aprì a Palermo la piazza antistante la chiesa di S. Domenico. Al centro della piazza fece erigere la colonna di marmo su cui fu innalzata la grande statua bronzea dell’Immacolata. Questa fu l’occasione perchè in città avvenisse il riavvicinamento, dopo tanti secoli di divisioni, tra i Domenicani e i Francescani; in segno della ritrovata unione, si stabilì con un atto pubblico, che i Francescani avrebbero da allora partecipato alla processione della Madonna del Rosario e i Domenicani a quella dell’Immacolata. In quegli stessi anni, sorse a Palermo una nuova confraternita in onore dell’Immacolata; a seguito della donazione al convento di S. Francesco della statua d’argento dell’Immacolata (1647), che ancora oggi viene portata in processione, si era imposta la necessità di reperire chi si assumesse l’onere di portarla a spalla durante le processioni. Per questa ragione fu costituita la Congregazione denominata “del Porto e Riporto”, ancora oggi attiva. Ogni anno, il fedele palermitano si reca in pellegrinaggio nella chiesa di San Francesco d’Assisi (per tutta la serata del 7 dicembre) per omaggiare il simulacro d’argento esposto come di consueto, ogni anno, fuori dal tempietto in cui rigorosamente viene conservato.