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“La misura dell’uomo” di Marco Malvaldi

Tempo di lettura: 2 minuti

“La misura dell’uomo” è un romanzo molto piacevole, che ha la struttura di un giallo e che presenta come protagonista uno dei personaggi più eclettici dell’umanità, Leonardo da Vinci. Ci si ritrova a leggeredelle corti rinascimentali,in particolare quella di Ludovico il Moro, padrone e signore della città di Milano. La trama del romanzoè arricchita da intrighi di potere e gelosie,ed eventi politici e militari imminenti.

Siamo nel 1493 e proprio vicino al castello abita Leonardo, personaggio estroso che si veste spesso di rosa, non mangia carne, scrive al contrario e tiene sotto la cintola un taccuino segreto dal quale non si separa mai. Cammina spesso con la testa in un altro mondo e i suoi discorsi sembranoa volte incomprensibili. In questo periodo storico, sta lavorando per Ludovico il Moro, per la realizzazione di una maestosa statua equestre,che non si realizzerà mai per un errore nel progetto, ma Leonardo continuerà ad essere parte integrante della corte di Ludovico.

È proprio per questaragione che sarà chiamato in causa ad esprimere il suo pensiero circa una “morte bizzarra”: un ragazzo viene trovato morto nel cortile del palazzo e subito si parla di una “punizione divina”. Parrebbe una morte naturale, si teme addirittura la peste, ma la scienza e il genio di Leonardo daranno un’altra spiegazione, aprendo scenari di intrighi, alleanze non sincere, sospetti e sotterfugi tipicamente rinascimentali.

L’ambientazione è ben curata e storicamente aderente, si nota un’ottima preparazione e studio del periodo, di usi e costumi e di come si viveva all’epoca in una metropoli europea. Curiosità sul modo di vestire dei personaggi (Leonardo va in giro vestito di rosa salmone e nessuno ha nulla da ridire, né da ridere, dal momento che l’associazione rosa = femmina e azzurro = maschio è recente, iniziata negli anni ’20 del XX secolo), sul perché gli artisti e i pittori avessero sempre un pollaio o sulla discutibile abitudine di vuotare i vasi da notte dalla finestra in strada – episodio che introduce la figura di Giacomo Trotti – donano al lettore la dimensione giusta del luogo e del tempo in cui i personaggi si muovono.

Tutto ciò è scritto e descritto con uno stile agile, fluido, immediato e moderno, che forse ad alcuni lettori potrebbe sembrare “troppo moderno” oppure poco realistico, visti gli esilaranti paragoni all’annoso problema del traffico milanese o, ancora, a quanto le voci si diffondessero comunque velocemente nonostante l’assenza di Internet.

Ma l’utilizzo di una voce narrante irriverente, esterna alle vicende e ai personaggi che potesse rivolgersi direttamente al lettore ogni qualvolta lo desiderasse, è un vantaggio in più nella lettura.

Un libro che vale la pena leggere!

Delia Covato

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