
Continuano a ritmo serrato le assemblee in preparazione della manifestazione nazionale per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata, lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare, per il diritto alla salute e la sicurezza nei posti di lavoro che si terrà a Roma sabato 7 ottobre prossimo.
Sotto il claim “La Via Maestra Insieme per la Costituzione” la CGIL e ottantaquattro associazioni impegnate nel sociale saranno nuovamente in piazza, appuntamento è preceduto dal dibattito sui temi proposti a livello territoriale.
Un’assemblea si è tenuta ieri a Scicli nella sede della Camera del lavoro alla presenza di Peppe Scifo, segretario generale della CGIL di Ragusa, Luciana Licitra di Arcigay Ragusa, Gianni Battaglia presidente ANPI sezione di Ragusa e Piero Pisana in rappresentanza dello SPI CGIL. L’incontro è stato coordinato da Anita Giavatto.
Il comune denominatore della manifestazione è quello che ognuno deve ritenersi impegnato a dare il proprio contributo per fronteggiare la sofferenza che caratterizza lo spirito di questo tempo. L’indifferenza rispetto ai temi tragici del lavoro, della sanità pubblica e dell’istruzione vuole dire consentire a questo governo di destra soluzioni che si allontanano dall’equità sociale, dal riconoscimento dei diritti alla persona. La precarietà nel lavoro è una condizione di sfruttamento ma anche premessa di inciviltà atteso che ad un lavoratore viene negato il diritto di programmarsi la vita, farsi una famiglia e avere figli.
E il calo demografico è quello che sta determinando la chiusura di numerosi istituti scolastici e quindi un colpo al lavoro di docenti e del personale non docente rispetto peraltro ai tempi della scuola che già al sud sono inferiori del 70 per cento rispetto al nord. Il resto chiaramente, come è stato denunciato, lo farebbe l’Autonomia Differenziata, pietra tombale per lo sviluppo in Sicilia. Particolare interesse per le politiche di genere. La donna in Italia è meno occupata e mal pagata e il 64 per cento si occupa delle cure in famiglia e in più deve accudire i figli. Si tratta di un gap incolmabile dove peraltro il lavoro domestico non è stato mai riconosciuto come tale. I femminicidi intanto sono in pieno aumento è hanno come tragico teatro le mure domestiche. Vite stroncate e spezzate per la violenza dell’uomo spinto da una incultura e da una ferocia a cui non si riesce a porre rimedio.
Dalla provincia di Ragusa partiranno 250 persone alla volta di Roma spostandosi con pullman e treni.