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Brandiva coltello a Punta Braccetto. Denunciato un tunisino

Tempo di lettura: 2 minuti

I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Ragusa, nel corso della nottata intercorsa tra sabato e domenica hanno denunciato un trentenne tunisino per lesioni, violenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di arma. I militari nel corso del normale servizio di perlustrazione e controllo del territorio sono intervenuti in località Punta Braccetto, poiché era stato segnalato un uomo in stato di agitazione che brandiva un coltello. La gazzella, giunta sul posto, ha trovato un extracomunitario, in evidente stato di alterazione psicofisica e sprovvisto di documenti, che importunava gli astanti ed avvicinato dai militari, cercava di sottrassi al controllo. I Carabinieri riuscivano a fermarlo e in quella circostanza trovavano indosso al tunisino un coltello a serramanico della lunghezza di 16 cm, che veniva posto sotto sequestro. Viste le circostanze e la mancanza di documenti il trentenne veniva fatto salire sulla gazzella per essere accompagnato presso la caserma per procedere all’identificazione, tuttavia, durante il tragitto l’uomo inscenava un malore, costringendo gli operanti ad arrestare la marcia per accertarsi delle sue condizione fisiche. In quel frangente, il tunisino approfittando della situazione, si scagliava contro i Carabinieri, aggredendoli con violenza, strattonandoli e colpendoli al volto e agli arti, al fine di guadagnarsi la fuga. Nonostante ciò, i militari, benché feriti, riuscivano assicurare il trentenne e ad accompagnarlo in sicurezza presso gli uffici di Piazza Caduti di Nassirya. In quella sede, dopo essere stato compiutamente identificato, veniva deferito in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per i reati di porto abusivo di arma, lesioni e violenza a pubblico ufficiale.

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4 commenti su “Brandiva coltello a Punta Braccetto. Denunciato un tunisino”

  1. Queste sono le risorse di cui si predica l”accoglienza e che accogliamo! Deferito in stato di libertà? Ci mettiamo alla berlina e in pericolo da soli!!!

  2. Ma non gli erano stati affidati i teser per calmare gli agitati?
    Fortuna che non faccio il carabiniere, se avrebbe osato spingermi le mani gli avrei sparato una pallottola in fronte, altro che farmi prendere a botte. Poi c’è l’avremmo discussa col giudice e con il mio comandante. Si daccordo, la pallottola è un pò eccessiva, ma “na fraccuniata ri lignati” non gliel’avrei risparmiata di sicuro.
    A volte non vorrei essere al posto delle forze dell’ordine che dopo averli arrestati se li vedono girare intorno e sorridergli in faccia in modo beffardo pure.

  3. Solo in una repubblica di banane può succedere questo. Nel suo paese l’avrebbero ridotto malissimo. Qui ormai sanno che la giustizia italiana li protegge, e fanno quello che vogliono. Se erano le forze dell’ordine a colpirlo….. mammamia apriti cielooooo. Solidale con le forze dell’ordine che hanno rischiato la pelle.

  4. È scontata la solidarietà ai CARABINIERI che si trovano a gestire, sempre, situazioni di pericolo, a tutela e sicurezza delle città e dei cittadini. Sig. Spinello, sottoscrivo quanto da lei espresso senza giri di parole, e che interpreta il pensiero dei tantissimi cittadini che subiscono costantemente, il rischio del pericolo. Puttroppo, lo stato di libertà di questi delinquenti è il fallimento più totale della giustizia… di norme giuridiche approssimative di un legislatore frettoloso o incompetente.

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