
Come fratello di una persona con disabilità e come Presidente di un’associazione che si occupa di tutelare i diritti delle persone disabili vorrei condividere una mia riflessione estiva: i familiari hanno perso la voglia di lottare.
Persino le famiglie più giovani hanno meno voglia, rispetto al passato, di vedere rispettati i propri diritti. Faccio un esempio pratico che ha riguardato il mio Distretto Socio-Sanitario: abbiamo avuto la fortuna di poter incontrare la Dirigente generale dell’Assessorato alla Famiglia della Regione Sicilia ma la partecipazione dei caregiver è stata quasi nulla.
Quello che mi preoccupa è che le famiglie o si rassegnano o, se hanno la forza di imporsi al fine di ottenere ciò che secondo la legge spetterebbe loro, si rivolgono direttamente ad un legale per chi ha la forza economica; Manca quella unione che c’era fra gli anni ‘80 e ‘90 in cui, anche senza social, le famiglie riuscivano a riunirsi e a mettere in campo azioni condivise, come occupare i Consigli Comunali dei Comuni.
Ad oggi queste azioni non ci sono più perché, questo quello che noto nel mio lavoro quotidiano, l’atteggiamento prevalente è di rassegnazione per cui o ci si accontenta di quel poco che l’ente pubblico offre oppure (per chi economicamente può) ci si rivolge al privato sociale e questo è deleterio perché al momento in diversi comuni del Distretto non c’è nessuna offerta di servizi dedicati.
Porto un ulteriore esempio che ci ha visto coinvolti direttamente come associazione: all’inizio del mese di luglio si sono rivolte a noi delle famiglie di ragazzi adolescenti con disabilità in cerca di attività estive per i propri figli che, con grande dispiacere, non abbiamo potuto inserire nel nostro centro perché avendo già in associazione un certo numero di ragazzi non avremmo disposto di un numero di operatori sufficiente.
Quello che vorrei dire alle famiglie è di tornare ad unirsi e lottare insieme per il rispetto dei diritti dei propri figli, anche perché queste aggregazioni spontanee con l’aiuto di noi associazioni possono essere molto forti, smettiamo di isolarci nella convinzione che tanto non cambierà nulla.
Se ad oggi dei diritti ci sono è perché in passato ci sono state famiglie che hanno lottato e adesso tocca a noi, sia alle famiglie più giovani che a quelle più anziane che possono fare da supporto.
Smettiamo di stare in silenzio e di attendere il proverbiale “miracolo” anche perché dalle nostre parti in dialetto si dice “aiutati che Dio ti aiuta”; aiutiamoci e dimostriamo che ci siamo e che possiamo essere uniti.
Giovanni Provvidenza
4 commenti su “Riflessione Estiva. “Ritornare a rispettare i propri diritti””
Come semplice cittadino, ringrazio l’associazione per l’impegno rivolto nella tutela dei diritti fondamentali ed esorto il Presidente a voler continuare nella sua nobile funzione con la massima determinazione.
Nella sostanza il sig. Provvidenza ha dato una Sentenza!
Vero quello che dice, come vero la quasi rassegnazione delle famiglie che hanno a che fare con la disabilità. Che siano pure anziani non autosufficienti. Tale rassegnazione è dovuto grazie all’imbonimento delle masse che subiscono plagi giorno per giorno senza accorgersi di niente.
Ma siccome non si tratta di immigrati ma di cittadini italiani, allora il Ministero con tutti gli assessorati Regionali (non solo siciliani) le risorse ricavate dalle “tasse degli italiani” li destinano per cause più importanti perchè ordinati dalla UE. La stessa UE che non si preoccupa minimamente delle famiglie, figurati se pensa a quelle con disabilità!
Ma per gli immigrati e per la causa Ucraina, i soldi non mancano…..MAI.
Giovanni, questo il mio modo di stare in silenzio anche se non mi aspetto miracoli.
Solidarietà per i nostri fratelli, mi riferisco alle associazioni che si occupano di tutelare i diritti delle persone disabili, questo innanzi tutto, che siano rispettato i loro diritti e di quelli che soffrono.
MA
Auguro a nessuno e neppure al precedente commentatore subire quello che stanno subendo gli ucraini e gli immigrati che arrivano sui barconi, chi non muore… ci vorrebbe pudore e provare vergogna a parlare così da parte di gentaglia che ha la pancia piena e si lamenta dei poveracci che vedono i loro cari morire fra le onde in mare o gli ucraini che hanno avuto i loro parenti e le loro case distrutte da bombe e missili russi, tacciati addirittura di essere nazisti.
Vergogna infinita a voi e i vostri meschini diritti del cav…lo (mi riferisco a qualche commentatore che comprenderà benissimo, sicuramente comprenderà)
Forse il “precedente commentatore” sa perfettamente quello che subisce il popolo ucraino e molto prima dell’intervento della Russia. Semmai la Russia è intervenuta per porre fine alla dilagante corruzione e malaffare da parte degli alleati (specie gli americani) e difendere il popolo ucraino da una sporca e vile pulizia etnica da parte dei suoi stessi fratelli.
Il generale Flynn, ex consigliere della Sicurezza Nazionale americana ed ex direttore della DIA dichiara:
” L’Ucraina è un centro di traffico di esseri umani. E’ un centro specializzato nel traffico di bambini. E’ un centro per il traffico di droga. E’ un centro di traffico di armi. Sappiamo dei laboratori biologici…. e qui c’è un enorme afflusso di denaro….. Si tratta, in fin dei conti di riciclaggio di denaro”.
In pratica il cocainomane vestito di verde non fa altro che riciclare il denaro della famiglia Biden traendone profitti personali. Per non parlare della vendita di armi, quelli che noi inviamo per difendersi dai sanguinari dittatori e che invece se li vendono per il loro business personale. Infatti molti paesi specie africani, da tempo denunciano che molte armi occidentali sono in mano a terroristi e organizzazioni che non ne dovrebbero essere in possesso. Da quando è iniziata (ma anche prima) l’operazione militare russa, nessuno del mainsteam ha voluto fare ascoltare il gido di sofferenza della popolazione del Donbass costretto a vivere per 8 anni sotto terra per paura di essere uccisi dai suoi stessi fratelli. Questa è la democratica Ucraina! Quella che combatte per difendere anche la nostra democrazia.
Altro business con relativa strategia sono gli immigrati, che arrivano con i barconi ma con i telefoni di ultima generazione e con i vestiti firmati. ma ci dobbiamo sentire in colpa per questi poveracci che salviamo da ipotetiche guerre che ormai durano da oltre 12 anni. Gli aiuti e i salvataggi di solito durano per un periodo più o meno lungo, ma dopo dodici anni, non è più un periodo, è una normale prassi per portare avanti un’agenda che ha i suoi scopi. Quella del conte Kalergi in primis.
Ora il “precedente commentatore” facendo una riflessione, può dire che i soldi per tutto questo non mancano mai e per i nostri fratelli disabili o anziani ci sono sempre impedimenti e cavilli per non poterli aiutare a vivere una vita dignitosa?