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La Sicilia per il ponte… di Domenico Pisana

Un libro del 2001, ancora di attualità, a cura di Carmelo Latino, Antonino Belluardo e Orazio Licitra
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Si ritorna a parlare del Ponte sullo Stretto di Messina. L’argomento è stato, è e sarà sempre divisivo. Nel 1978 lo scrivente, che aveva 18 anni, ricorda che ambientalisti, politici di schieramenti opposti, opinionisti, giornalisti e cittadini comuni esprimevano pareri, si insultavano, tutti erano scienziati, tecnici, ingegneri e architetti; in molti non volevano il ponte, altri lo davano cosa fatta. I governi, quelli berlusconiani hanno, negli anni, tentato la realizzazione, ma poi: o non hanno mantenuto le promesse o si sono arresi agli oppositori. Siamo nel 2023 è il copione si ripete.
Nel premettere che concordo con le argomentazioni a favore della realizzazione del ponte e che rispetto coloro che la pensano diversamente, voglio presentare ai lettori un libro pubblicato nel gennaio del 2001, del quale sono prefatore, dal titolo “La Sicilia per il ponte”, curato da un gruppo di lavoro composto dal Dirigente scolastico pro tempore dell’Istituto Alberghiero di Modica “Principi Grimaldi”, Prof. Carmelo Latino, dall’Ing. Prof. Antonino Belluardo e dal prof. Orazio Licitra; il volume venne pubblicato nel quadro di un progetto multidisciplinare dell’Istituto, e rappresentava una delle vie di applicazione del nuovo modello educativo scolastico offerto alle giovani generazioni , finalizzato a porre le basi per costruire percorsi didattici nei quali le conoscenze e le competenze che la Scuola deve fare acquisire agli studenti possono nascere anche “dal basso”, mediante una attenta analisi dell’ambiente e uno studio di tutti quei processi che guardano alle risorse del territorio.
Il testo “La Sicilia per il ponte” offre una sintesi nella quale convergono, in modo schematico e sintetico, le problematiche di carattere scientifico, ambientale, economico, politico che hanno caratterizzato, negli anni, il dibattito attorno a quella che è stata definita “l’ottava meraviglia del mondo”; completano poi il quadro di riflessione del volume attorno alla grande infrastruttura dell’isola, diversi lineamenti storici, etici e di progettazione ingegneristica con modalità, tempi e costi di realizzazione del Ponte.
Il lavoro di Latino, Belluardo e Licitra già nel 2001 si offriva come agile “strumento di consultazione” per gli studenti e per quanti desiderassero avere attorno alla questione del Ponte sullo Stretto una visione panoramica in grado di far comprendere il valore e la portata di un’opera del genere; offriva, inoltre, la possibilità di valutare “le tesi contrastanti” del tempo sul piano politico e scientifico in ordine alla realizzazione di questo grande canale di comunicazione. Il testo è sicuramente ancora di attualità.
La pubblicazione esprime una linea di tendenza favorevole alla costruzione del Ponte; tanti, infatti, i motivi che vengono addotti dai curatori per giustificare la realizzazione dell’infrastruttura:

“…il ponte rappresenta un progetto che stimola e favorisce lo sviluppo produttivo della Sicilia;
– crea le condizioni per rivedere tutta la rete infrastrutturale siciliana;
– determina un incremento notevole del turismo internazionale con ricadute positive per tutta l’economia italiana;
– rappresenta l’ottava meraviglia del mondo che favorisce gli scambi fra l’Europa e i paesi del Mediterraneo;
– aiuta e consente la ripresa economica del Mezzogiorno colmando lo squilibrio esistente con il Nord;
– dà all’Italia l’occasione di un confronto con altri Paesi industrializzati con un ruolo di prestigio nel Mediterraneo…”;
– Il ponte è una sfida per coniugare la salvaguardia ambientale con lo sviluppo economico e sociale delle regioni Sicilia e Calabria. (pag. 34)

Uno dei motivi che viene particolarmente focalizzato è lo sviluppo turistico della Sicilia. Il Ponte, in tal senso, viene a costituire una grande opera capace di rilanciare l’isola e di mettere in movimento tutte quelle energie che sono strettamente connesse al turismo e che coinvolgono principalmente l’artigianato, l’utilizzo quanto più intelligente delle risorse dell’agricoltura, della zootecnia, dell’industria dolciaria, dell’agriturismo e di quanto specificamente intrinseco alla vocazione del territorio siciliano.
Si tratta di motivazioni che guardano allo sviluppo della Sicilia nel contesto di una visione internazionale, e che pongono l’isola nelle condizioni di incrementare scambi culturali tra Nord e Sud elevando il grado di civiltà tra i popoli.
Naturalmente il libro non manca di evidenziare “i nodi problematici” che un’opera infrastrutturale di queste genere determina a vari livelli: “la questione dell’impatto ambientale”, “la questione del rischio sismico”, “l’alto costo dell’opera”, “la questione occupazionale” con il rischio che a conclusione dei lavori del Ponte almeno i 2/3 degli addetti nei vari settori per assicurare il quotidiano traghettamento, potrebbero andare in esubero.
Questi e altri “nodi” vengono sciolti dai curatori del volume, i quali, a proposito di rischio sismico, chiariscono che la scienza oggi è in grado di progettare costruzioni che tengono conto del rischio sismico, tant’è che – si legge nel libro – “il prof. Enzo Boschi, Presidente della Commissione grandi rischi e studioso di fama internazionale degli eventi sismici, ha dichiarato che oggi le conoscenze acquisite dall’uomo consentono di progettare il Ponte sullo Stretto di Messina in modo sicuro”.
Circa l’impatto ambientale “non c’è dubbio – sostiene il gruppo di lavoro – che l’area dello Stretto di Messina e le coste Sicilia-Calabria rappresentano uno scenario di bellezza eccezionale” per cui viene ritenuto necessario che il progetto dell’opera sia definito tenendo conto dell’affascinante paesaggio, al fine di renderlo compatibile con l’ambiente trovando lo stile, l’eleganza, l’estetica finalizzati al rispetto della natura.
Il volume pur offrendo agli studenti una posizione motivata sulla fattibilità del Ponte, non evita, tuttavia, di prospettare la dialettica politica che attorno ad esso si è consumata nel tempo e, in particolare, tra la fine del 1999 e il 2000, indicando le tesi delle forze politiche contrarie alla realizzazione dell’infrastruttura. I dati riportati fanno riferimento a convegni ed iniziative a vari livelli, mentre la rassegna stampa di cui è corredata la pubblicazione testimonia il grande interesse della società e della politica italiana in ordine alla questione.
Il volume si chiude con un intervento del Presidente pro-tempore (Ing. Giuseppe Di Natale) dell’ Ordine degli Ingegneri della Provincia di Ragusa in rappresentanza degli ingegneri della Sicilia, il quale già nel 2001 si augurava la realizzazione di questa grande opera:

“Il Ponte, insieme con gli altri tipi di infrastrutture (porti, aeroporti, autostrade) annulla quasi del tutto la marginalità territoriale alla quale la geografia ci ha relegato. Le motivazioni tecniche non possono essere che superate; l’attuale conoscenza sui materiali, sui modelli di calcolo, sulle ipotesi relative alle condizioni metereologiche, sulle ipotesi di eventi sismici, è talmente alto, che consente la realizzazione di questa opera unica nel suo genere. Allo stato attuale, questo è il pensiero dominante. Tutto concorre per dare il via alla realizzazione di questa grande opera” (pag. 76-77).

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