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Ragusa, Bennardo. Voto fuori sede. Ritardi e promesse mancate.

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Il consigliere comunale di Ragusa, Federico Bennardo, impegnato a sostenere la vicenda del voto fuori sede, chiarisce che “la questione resta una priorità anche dopo la campagna elettorale, sebbene ciò, evidentemente, non riguardi tutti. Ad oggi, infatti, gli sforzi politici nella direzione di una norma che lo potesse consentire non sono stati sufficienti, almeno con riferimento ai diversi ordini istituzionali. In Parlamento, infatti, il testo base approdato in commissione Affari costituzionali, proposto dal comitato Voto dove Vivo, è stato sostituito da una delega pressoché in bianco al governo che dà tempo fino a 18 mesi per legiferare, con la specifica di sperimentare il modello scelto prima alle elezioni europee e referendarie e solo successivamente alle elezioni politiche. In altri termini, se ci basassimo sulle scadenze naturali delle legislature non prima delle Europee del 2029 e delle Politiche del 2032. In sintesi: una bella fregatura”. “All’Assemblea regionale siciliana, al momento – dice ancora Bennardo – abbiamo, invece, due disegni di legge differenti volti a modificare la legge 29 del 1951 incardinate in commissione e proposte rispettivamente dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle, entrambi partiti che contano su esponenti locali e sensibili alla materia. Sarebbe un bel segnale se, contrariamente alle lungaggini parlamentari nazionali, fosse proprio il nostro Parlamento siciliano a legiferare, in tal senso, per le elezioni di carattere regionale si intende, facendo sintesi tra le proposte a oggi in essere. Sappiamo, infatti, che la Sicilia vive un fenomeno di depauperamento giovanile a favore delle grandi realtà urbane del Centro-Nord Italia, non dimenticando che sono state proprio le recenti tornate elettorali a vedere il Sud Italia capofila in termini di astensionismo. Sono sicuro che questa legge porrebbe un argine ed implementerebbe sicuramente il coinvolgimento politico giovanile. E’ utile, dunque, che possa essere sviluppato un dibattito in tal senso per coinvolgere al meglio tutte le parti politiche in causa”.

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