
Una corona d’alloro è stata deposta, stamani, nel cippo rievocativo la strage di Capaci in cui perse la vita, il giudice Giovanni Falcone, la moglie, Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
Alla commemorazione hanno partecipato tutte le Forze dell’Ordine Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Comandante Polizia Locale, e Padre Michele Fidone per la consueta benedizione La cerimonia si è svolta in Piazza Corrado Rizzone, luogo dove è ubicata la lapide in pietra che ricorda la strage di Capaci, avventa il 23 maggio del 1992.
2 commenti su “Strage di Capaci. Sul cippo rievocativo deposta corona d’alloro”
Anche quest’anno si ricorrono le commemorazioni sulla strage di Capaci come giusto che sia!
Come sempre si dicono tante cose belle, dal Presidente Mattarella all’ultimo cittadino, ma nessuno dice mai nulla sui 989 miliardi di lire di fondi neri della vecchia URSS al PCI. Proprio su questo stava indagando Giovanni Falcone dopo avere avuto il mandato (anzi la richiesta di aiuto) personalmente da Cossiga per fare luce sulla marea di fondi neri arrivati da Mosca nelle casse dell’ex partito comunista italiano. Falcone pensava che questi fondi neri per trasformarli in lire, dovevano essere puliti e quindi la mafia era il soggetto giusto per tale lavaggio. Non a caso ebbe a lavorare in stretto contatto e con entusiasmo con l’allora procuratore russo Stepankov per fare luce sulla enorme quantità di soldi che usciva dalle casse del partito russo e come poi tali soldi fossero stati spesi o venivano utilizzati. I legami e gli intrecci sono lunghi e partono dalla perestrojka alla morte di Aldo Moro per finire alla morte di Paolo Borsellino passando per Mani Pulite. Ma la politica con l’asservita stampa compresi i servizi segreti, ci hanno sempre detto che il sig. Brusca ha schiacciato il pulsante per fare saltare in aria l’illustre Giudice con la sua scorta e quindi è il colpevole. Ma nessuno ci dice come 200 Kg di esplosivo sia finito in mano a degli ignoranti malavitosi se non avessero avuto l’appoggio delle istituzioni. Cioè lo Stato! Questo triste capitolo italiano ci ha portato ai giorni nostri e quello che siamo diventati oggi è il risultato di questo.
Giovanni Falcone come Paolo Borsellino, si, stavano combattendo la mafia delinquenziale, ma nella realtà stavano combattendo lo Stato Mafioso con tutte le sue istituzioni. Per questo motivo ne fu decretata l’eliminazione avvenuta poi per mano di pecorari analfabeti. Troppa finezza intellettuale è stata utilizzata per questa operazione ed è impensabile che un Brusca o un Totò Riina detto “u curtu” possano avere orchestrato tutto questo. Ad oggi lo Stato non vuole la verità su questo, vuole solo le commoventi passarelle annuali e dirci che la mafia è stata sconfitta con la cattura del sig. Denaro.
Sig Spinello
Ottimo! Ha detto tutto. I soliti teatrini!! Pensi che chi ha sciolto nell’acido il ragazzino è libero, è protetto dallo Stato. Però ci narrano che è stato il Messina Denaro. Ne avrei cose da dire…….!!