
Ogni essere umano è dotato di occhi vitrei che si muovono lentamente osservando tutto.
Lo sanno bene i poeti. Le emozioni spesso si abbattono su di loro come una tempesta, travolgendoli e piegandoli come alberi.
Il loro cuore viene spesso metaforicamente rinchiuso dentro una fragile ampolla di cristallo che dovrebbe renderli forti, immuni al dolore ma che si distrugge in mille piccolissimi prezzi difficilmente ricompattabili.
Il poeta è quindi destinato a rassegnarsi di fronte all’ennesimo tentativo di fuggire via da se stesso e dalle emozioni che lo travolgono quotidianamente. Non può far finta di nulla di fronte ad un mare in tempesta che vuole diventare inchiostro.
Giuseppe Puma, in questa sua nuova silloge poetica, “Tempo fuori tempo”, dimostra di essere un ottimo catalizzatore delle emozioni, riuscendo a mettere a nudo stati d’animo che fanno parte di una condizione umana necessaria per vivere il presente in modo reale.
Il “tempo” gioca un ruolo fondamentale per lui e rappresenta la fotografia di un passato impossibile da riscrivere, che sfugge via, su un presente che si materializza come la sabbia sotto i piedi.
Il futuro, invece, ancora tutto da raccontare, porterà sempre una tenera impronta di giorni lontani, sommersi dalla sabbia di una clessidra, e mai del tutto cancellati dai venti dello sconforto e dell’assenza.
Il buio diventa un piacevole tormento da non poter ignorare, che si poggia sui corpi e nasconde fragili malinconie.
Questo Tempo fuori tempo cristallizza il mondo sotto il punto di vista di un poeta che riesce a raccontarsi con estrema sensibilità, ma soprattutto a raccontare un mondo in continuo mutamento, con un passato che non potrà mai più tornare.
Angelo Barraco, giornalista e scrittore