
Non accennano a diminuire le proteste della popolazione contro le misure del Governo per l’alto costo della vita nel Paese sudamericano (ex colonia Guiana Olandese). Il presidente del Suriname, Chan Santokh, si augura che la nazione possa tornare presto alla normalità già da domani, sottolineando che le strade che danno accesso ai palazzi e uffici governativi della capitale Paramaribo, rimarranno chiusi per la possibilità di nuove forti mobilitazioni. Il presidente ha approfittato dell’occasione per comunicare di aver sospeso alcuni dei provvedimenti che hanno provocato le proteste nel Paese sudamericano. Santokh ha inoltre annunciato che le scuole rimarranno chiuse in tutto il territorio nazionale. Data la possibilità di nuovi disordini, il governo ha previsto di rafforzare il dispiegamento di polizia esistente per scongiurare l’escalation di nuovi eccessi. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso la preoccupazione per le massicce proteste che si sono svolte negli ultimi giorni in Suriname contro l’alto costo della vita e l’eliminazione degli incentivi per il l’acquisto di carburante. Guterres ha esortato il governo a “mostrare moderazione e a impegnarsi in un dialogo inclusivo” per affrontare in modo costruttivo le sfide che il Paese deve affrontare. Secondo fonti ufficiali, durante le proteste sono finite dietro le sbarre 119 persone, 45 delle quali, tuttavia, hanno già rivisto l’uscio di casa. Mentre altri 74 facinorosi rimangono ancora custoditi nelle patrie galere.












