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Caro carburante. Ust Cisl iblea dice no alle guerre tra poveri

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“Pur apprezzando la detassazione dei buoni carburante prevista all’art. 1 del Dl 5/2023, riteniamo che sarebbe meglio contrastare l’aumento dei carburanti stessi, attraverso per esempio il ridimensionamento delle accise, prima che gli aumenti producano ulteriormente un maggior carico sui prezzi dei trasporti che poi vengono incorporati nei prezzi al consumo di tutti i prodotti. Cioè, occorre adottare provvedimenti in grado di aiutare i redditi più bassi a sostenere i maggiori oneri per i propri consumi di carburante. Ma se, contemporaneamente, non sarà fermata la spirale crescente dei prezzi, si rischia di rendere vani i pur lodevoli intenti del provvedimento”.
Questa la posizione della segreteria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, a proposito dell’aumento del costo del carburante che sta facendo registrare importanti ricadute in danno ai lavoratori e alle famiglie, anche nell’area iblea. “Prendiamo spunto – dice la segretaria Carasi – dall’audizione informale del nostro sindacato alla commissione Attività produttive della Camera dei deputati. Evidenziamo che il proliferare di condizioni fiscali di maggior favore per le liberalità aziendali, come nel caso dei buoni carburante, rispetto ai salari contrattati, rischia di indebolire, concorrendo con essa, la già non diffusissima contrattazione di secondo livello. Quest’ultima è invece necessaria per sviluppare la crescita salariale e la produttività delle imprese. E’ un problema molto serio che rischia di avere ripercussioni di un certo tipo per le nostre realtà produttive e, a cascata, anche per gli occupati. A questo proposito, ci limitiamo a osservare che in un momento di tensione sociale per l’impoverimento delle famiglie a seguito della congiuntura economica, siamo assolutamente favorevoli ad un rafforzamento dei poteri del Garante dei prezzi. La Cisl sostiene che occorre evitare di creare occasioni per “guerre tra poveri”. E’ quello che, in piccolo, purtroppo, sta accadendo anche in provincia di Ragusa. Ed è ciò che è necessario scongiurare assolutamente. Noi, come sindacato, per quanto possibile, stiamo cercando di fare la nostra parte”.

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