
Il vicepresidente argentino, Cristina Fernández de Kirchner, accusata di frode nei confronti della pubblica amministrazione, ha denunciato oggi che il tribunale sta manipolando gli eventi. Lo ha riferito nel corso del suo intervento nell’ultima fase del processo. L’ex presidente ha affermato che “questo è più di un tribunale, è un vero e proprio plotone d’esecuzione. Tutto è iniziato con l’incredibile diatriba in cui i pm Diego Luciani e Sergio Mola si sono dedicati a insultare, offendere, ingiuriare e agire illegalmente”. In questo senso ha sottolineato che “per 20 giorni hanno inventato fatti, ne hanno nascosti altri, travisato, mentito e infine, il 1° settembre, una persona ha cercato di uccidermi; sono viva solo perché il colpo non è partito”. Allo stesso tempo, Fernández ha messo in dubbio la presunta accusa di frode contro la pubblica amministrazione, affermando che la sua amministrazione “ha consegnato un paese senza debiti”. Ciò non significa che ne non abbia intascati un po’ di soldi. Inoltre il vicepresidente ha sottolineato che “i politici che hanno fatto arrivare attraverso il Fondo Monetario Internazionale un prestito di 45 miliardi di dollari, che non sappiamo dove siano, non hanno nessun problema, sono in Qatar ad assistere ai Mondiali”. Nelle argomentazioni difensive gli avvocati hanno cercato inutilmente di dimostrare che le accuse Contro la Fernandez non sono altro che bugie. “Qualche giorno fa ho scoperto che anche Google aveva dimostrato che certi accadimenti, non erano veritieri” ha sottolineato il leader argentino. Da parte sua, la Corte Federale 2 ha riferito che il 6 dicembre pronuncerà la sentenza che prevede 12 anni di carcere e la sua interdizione perpetua dai pubblici uffici per presunte irregolarità nei lavori pubblici a Santa Cruz nel periodo del 2003 al 2015.