
(Giannino Ruzza)
Non v’è dubbio che carta stampa e media di Haiti viaggino specie nel 2022 con la pistola puntata alla tempia. Sono otto i necrologi apparsi lungo le mura annerite della città di Port au Prince quest’anno. Otto persone che cercavano in ogni modo di far venire a galla tutto il marciume che gravita attorno alla capitale. Per questi incresciosi episodi, giornalisti, media e gruppi sociali hanno marciato per le strade della capitale per chiedere la fine degli omicidi e della violenza della polizia contro giornalisti e comunicatori vari, impegnati nell’esercizio delle loro funzioni. Convocati dall’Online Media Collective, i manifestanti hanno denunciato la morte dei colleghi avvenuta quest’anno per mano delle forze di sicurezza e delle bande criminali. “Siamo qui per denunciare la brutalità della polizia contro i giornalisti e per chiedere all’ispettore generale della PNH (Polizia nazionale haitiana) di dare seguito ai casi di omicidio, l’ultimo dei quali riguarda il giornalista Romelson Vilsaint”, ha detto alla stampa un partecipante alla marcia. I manifestanti hanno lasciato il Campo de Marte, nel centro della capitale, per dirigersi verso la stazione di polizia di Delmas 33, dove Vilsaint è stato assassinato per deporre una corona di fiori. Vilsaint è stato colpito a morte mentre protestava contro la detenzione arbitraria di un collega, secondo alcune testimonianze. I giornalisti hanno anche accusato la polizia di non indire conferenze stampa dopo la morte di colleghi e operatori dei media e di non avviare indagini sugli omicidi perpetrati negli ultimi mesi del 2022. Oltre a Vilsaint, i manifestanti hanno ricordato attraverso cori e striscioni le recenti vittime, tutte iscritte all’Ordine dei Giornalisti, come Wilguens Louissaint, Amady John Wesley, Lazarre Maximilien, Tayson Latigue, Frantzsen Charles, Garry Tess e Fritz Dorilas. Organizzazioni umanitarie e firme rinomate del giornalismo mondiale si sono unite al coro delle proteste invitando le autorità a porre fine all’impunità degli agenti e dei membri delle bande armate, coinvolti negli omicidi, che dovrebbero essere celermente assicurati alla giustizia senza esitazioni.