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Il pacifismo è un attentato alla democrazia…l’opinione di Rita Faletti

Tempo di lettura: 2 minuti

Un diluvio di missili bombe e droni kamikaze (di fabbricazione iraniana) si è abbattuto ieri mattina su diverse città dell’Ucraina, senza risparmiare la capitale dove sono stati colpiti obiettivi vicini agli uffici della presidenza. Chiaro il messaggio di Mosca: nessun luogo è immune dai nostri attacchi. Vili, come tutti i precedenti, contro edifici civili e infrastrutture energetiche. La furia della belva ferita nella carne e nell’orgoglio, dopo le batoste subite sul campo e l’esplosione che ha danneggiato il ponte di Kerch, 19 chilometri che collegano la Russia alla Crimea, iniziato nel 2015 e inaugurato da Putin nel 2018, si è scatenata nuovamente sul paese costringendo gli abitanti a cercare scampo nelle metropolitane. Medvedev, particolarmente solerte quando si tratta di lanciare minacce a destra e manca, all’Occidente che sostiene Zelensky, agli Stati Uniti che inviano armi all’Ucraina, ha avvertito che gli attacchi sono un antipasto cui potrebbe seguire il piatto forte. La solita minaccia nucleare agitata all’inizio dell’invasione da un Putin baldanzoso, oggi ripetuta da un Putin sconfitto e dal suo entourage di gangster, con l’evidente intento di scardinare l’unità europea con lo strumento del terrore. Un bluff al quale una parte di nostri connazionali, i mestieranti del pacifismo, comoda dare credito. La Russia sa come creare panico e infiltrare i suoi membri  nei meccanismi elettorali e nelle istituzioni dei paesi stranieri per  condizionare i poteri politici, economici, culturali e mediatici. Qualche giorno addietro, Biden ha inopportunamente invitato alla prudenza, paventando l’Armageddon, perché: “Putin fa sul serio”. Ieri, dopo gli attacchi criminali, il presidente americano ha promesso a Zelensky sistemi di difesa aerei avanzati. Mark Rutte ha condannato l’azione terroristica, Charles Michel ha definito l’attacco un crimine contro l’umanità, Macron ha parlato di un profondo cambiamento della guerra, Draghi ha definito gli attacchi brutali e inaccettabili. Anche la Cina è intervenuta con Xi che ha esortato i due belligeranti a fermarsi, sposando la tesi dei due torti, come se non fosse l’Ucraina ad essere stata brutalmente aggredita. Che l’alleato di Mosca non prenda una posizione è comprensibile, lo è altrettanto se è il Papa a dire che non ci sono buoni e cattivi e nessuna guerra è giusta. L’antioccidentalismo di Bergoglio abbiamo imparato a conoscerlo in più di un’occasione: quando ha dichiarato che non se la sente di definire antidemocratica la Cina, sorvolando sulla questione spinosa dei diritti umani calpestati nello Xinjiang, quando è soft nei confronti del Nicaragua di Ortega, il cui governo ha cacciato il nunzio e addirittura le suore di Madre Teresa che neanche la Siria di Assad si sarebbe sognata di cacciare e nel caso della guerra di Putin quando ha addossato le responsabilità alla Nato. Comprensivo con i dittatori, tranchant con le democrazie. Uno strano Papa che conquista quelli che gridano al fascismo per qualunque stupidaggine e vedono ovunque la minaccia dell’imperialismo americano. Paturnie di un comunismo da zombie che riesce però a coagulare attorno a sé estremisti irriducibili, politici bolliti che confidano nell’ultima fiammata di un potere ormai estinto e di qualunquisti furbastri cui ogni cosa va bene purché porti consenso. Lo confermano dichiarazioni ballerine che vanno dalla soddisfazione per la riconquista dei territori da parte degli ucraini, alle critiche a Zelensky identificato come un guerrafondaio, alla necessità di fermare l’invio di armi con argomentazioni che brillano per incoerenza, alla richiesta di pace attraverso la diplomazia. Le obiezioni sono fin troppo facili: senza le armi occidentali, gli ucraini si sarebbero potuti difendere? E’ un guerrafondaio un presidente che incoraggia il suo popolo a resistere per non perdere la propria libertà? La diplomazia è forse stata esclusa durante questi lunghi mesi di guerra? Le telefonate e gli incontri tra Macron e Putin, i tentativi di mediazione di Israele, gli interventi di Erdogan, la telefonata di Draghi non fanno forse parte della diplomazia? I mestieranti del pacifismo ricordano la risposta data da Putin, sempre la stessa, ad ognuno? Ci si aggrappa miserevolmente a inesistenti responsabilità  dell’Occidente, della Nato e degli Stati Uniti per giustificare una guerra ignobile voluta da un paranoico narcisista, si manifesta per la pace a fini strumentali appropriandosi  ipocritamente di una parola in nome della quale Acli, Arci, M5s, Cgil, la sinistra del Pd, chiedono la resa dell’Ucraina, senza avere né il fegato né la schiettezza di chiederla senza infingimenti.  La verità è che ai manifestanti arcobaleno sfugge il fatto che la pace non basta evocarla o invocarla, serve la consapevolezza che senza giustizia non può esserci pace. La pace ha un volto solo: quello che chiede giustizia per un popolo aggredito, massacrato e scippato di parti del proprio territorio. Chi vorrebbe imporre a un popolo il sacrificio della propria libertà e del diritto legittimo a difendersi privandolo delle armi indispensabili per non soccombere,  rifiuta implicitamente di riconoscere le responsabilità del carnefice, meritando il disprezzo che si deve a chi tradisce i valori fondanti della democrazia e parteggia per il dittatore.

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7 commenti su “Il pacifismo è un attentato alla democrazia…l’opinione di Rita Faletti”

  1. NOI STIAMO PAGANDO NOI!!!! Smettetela di mentire. Grazie a maggiordomi degli americani come Draghi, e Von der Layen, avremo milioni di disoccupati. Se l’America vuole l’Ucraina se la vada a conquistare da sé. Ci siamo rotti!!! Prima con l’influenza chiamata Covid, con l’inutilità del vaccino, e venir Bollati pure per andare a lavorare, con il ricatto del green pass, adesso la speculazione per una guerra creata da anni di provocazioni della Nato. Le batoste le stiamo prendendo noi tutti i giorni. E smettiamola pure con Zelenski, che possiede immobili per milioni di Euro a Londra. Ormai alle favole dei giornalisti non crede più nessuno. Soprattutto quelli di parte.

  2. L’Italia come sempre si pone in posizione antitetica al comune sentire, in particolar modo un pseudopartito che cerca in tutti i modi di mettersi in evidenza e in considerazione della sua inconsistenza, il m5s che ostinatamente con quel 15% e quattro gatti vetero-comunisti pseudopacifisti che, non disdegnano anche a livello europeo a mettersi dalla Parte di Putin purchè si parli di loro o purchè alimentino quel populismo che li fa esistere e che loro chiamano pacifismo… ma pacifismo non è.
    Nessuno non vuole la pace, ma stravolgere il senso “ovvio” solo per fini propagandistici è da miserabili. Uno stato sovrano attaccato va sempre sostenuto, non si possono dare alibi alla controparte in nessun caso, e solo quando Putin avrà accettato di trattare, si potrà vedere cosa fare e fare sintesi per indirizzarsi ad un nuovo equilibrio con tutte le conseguenze derivanti dai danni cagionati, mai prima.
    E’ questo ciò che tentano di fare gli stati occidentali, mentre in casa nostra Acli, Arci, M5s, Cgil, la sinistra del Pd, chiedono la resa dell’Ucraina… una vera vergogna, un paese che storicamente non ha dignità, come non la ebbe nel 1943 quando cambiò alleati per non farsi distruggere.
    Grazie signora Faletti

  3. Una cosa deve essere assolutamente chiara, Putin è responsabile di un attacco ad uno stato sovrano con massacro di tantissimi civili e tantissimi crimini di guerra che andranno a processo, è responsabile di aver tirato in ballo anche le armi nucleari durante il conflitto minacciando il mondo, questo va detto senza se e senza ma.
    Detto questo, che Conte vada a parlare di pacifismo sotto l’ambasciata russa, che si rivolga a chiedere la pace a chi ha innescato questa guerra, non è sicuramente tempo di fare di tutta l’erba un fascio, i fiori del suo finto pacifismo li metta nelle tombe delle tante migliaia di morti di questa guerra, nelle tombe dei civili e nelle fosse comuni create dai russi, Conte si tolga la cravatta ed il cappello quando parla di pace, la pace ha sempre un senso, mai è la resa di coloro che sono stati massacrati, la pace esiste nella giustizia.
    La pace deve essere fatta fra gli uomini e non da pagliacci, la pace ha anche un prezzo da pagare, ed il popolo ucraino ha pagato tanto ingiustamente.

  4. Conte manifesta davanti all’ambasciata russa, quando era presidente del Consiglio aveva permesso che i russi scorazzassero senza controllo su e giù per l’Italia, con il beneplacito del compare Salvini. Facile fare i pacifisti con il sangue altrui. Questo è lo spaccato di una parte di italiani, sensibili ai diritti democratici solo se li riguardano direttamente. Poi c’è una parte di Europa, degna di rispetto. Sanna Marin, premier finlandese, ha le idee chiare e la coscienza limpida: le condizioni della pace sono il ritiro della Russia dal Paese invaso.

  5. Conte è filo Putin (ma anche filo Trump e ha inaugurato la via della seta con la Cina) dai tempi del Conte 1 in poi, molti non lo comprendono e molti invece lo sanno bene ma fanno finta di non capire, abbagliati forse della speranza di avere una scialuppa di salvataggio da parte del m5s quando il PD affonderà definitivamente. Ma la base del m5s non vorrà avere a che fare con il PD, le elezioni sono state più che l’evidenza di tutto questo, appena il movimento è rimasto libero si è gonfiato a spese del PD. Molti elettori del PD hanno votato m5s, in particolare al sud, forse Letta si intende di politica Francese ma abbiamo compreso che in Italia è una frana e deve stare “sereno” e lontano dalla nostra politica. Qualcuno lo aveva già compreso qualche anno fa’.

  6. Dopo Zingaretti, il Pd aveva la possibilità di affossare definitivamente il M5s. Non ha avuto il coraggio e la determinazione per farlo, pressato anche dalla sinistra del partito, da D’Alema a Bersani al consigliere Bettini. Letta, persona onesta, non aveva capito quello che era chiaro a molti: i grillini si servivano di loro per non scomparire. Opportunisti e qualunquisti, ora hanno alzato la cresta. I dem farebbero un errore gigantesco se decidessero di rincorrerli, per loro sarebbe la fine. Base riformista non lo vuole e Letta farebbe bene a mantenere la barra dritta sul sostegno incondizionato all’Ucraina. Il problema è però sempre lo stesso: ci vuole carattere e sapere dove si vuole andare. Meglio soli che pessimamente accompagnati. E concludo: il Pd sta pagando il prezzo della propria miopia, aver allontanato il leader che aveva.

  7. La sinistra del PD sicuramente inseguirà Conte ed il movimento 5 stelle, anzi si scioglierà nel movimento. La mia attenzione è rivolta all’altra parte, è rivolta ai riformisti che avranno la possibilità di riunirsi con il centro di Calenda e riformare un vero partito di centrosinistra.
    La sinistra ex comunista che tenta di risorgere ed il movimento che, aggiungo, non credo sia sinistra vera, ma bensì, una accozzaglia di gente che non ha valori e vuole necessariamente emergere e vive di voto di scambio a favore di gente che preferisce lavorare in nero.
    Il finto pacifismo di Conte è uno strumento per aumentare il consenso incurante del danno cagionato alle “vere” democrazie ed indebolendo le ragioni vere di un popolo che è stato aggredito.

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