
Il fatto non sussiste. Così si è espresso il Tribunale di Siracusa nei confronto di quattro imputati, tra cui un ragusano, che dovevano rispondere a vario titolo di estorsione ed usura. Martino Bertuna, 33 anni, ragusano, Daniele Messina, 35 anni, catanese, Francesco Busso, 43 anni;, di Lentini, e Fabiano Malgioglio, 41 anni, di Francoforte, erano indagati dal 2012 perchè, secondo la Procura di Siracusa avrebbero preteso gli interessi su un prestito di 500 euro concesso alla presunta vittima, residente a Francofonte, nel Siracusano. Nella tesi degli inquirenti, il debitore, che avrebbe dovuto consegnare 950 euro, sarebbe stato pressato con minacce, in particolare al telefono, per cui, messo con le spalle al muro, avrebbe raccontato tutto ai carabinieri.
La vittima, d’accordo con gli inquirenti, aveva fissato nel febbraio del 2012 un appuntamento per la consegna di una parte del prestito. Poco dopo scattò l’intervento dei militari. I giudici hanno derubricato l’accusa di estorsione “in esercizio arbitrario delle proprie ragioni, estinto per prescrizione”. Nel corso del dibattimento, come sostenuto dalla difesa, sarebbe emersa un’altra tesi: quei 950 euro sarebbero stati consegnati alla presunta vittima, come riferito dall’avvocato Silvano Domina, da Bertuna per l’acquisto di telefonini. Soldi che il debitore non avrebbe avuto alcuna intenzione di restituire. Inoltre, il Tribunale ha disposto anche la “trasmissione degli atti alla Procura per la opportuna valutazione delle dichiarazioni della persona offesa”.