
Il futuro del paese, che con sprezzo del pericolo e del ridicolo, alcuni partiti hanno deciso di sottrarre alle cure di un premier che tutto il mono ci invidiava, è appeso a quello che accadrà dopo quella data e al senso di responsabilità e alla lungimiranza di coloro che vinceranno le elezioni. Prima ancora, al buonsenso degli elettori e alla capacità di discriminare con senso critico e l’esperienza maturata negli ultimi quattro anni, tra venditori di tappeti, politici di provata competenza e parolai. Sarà l’agenda Draghi, ossatura dell’azione politica condotta dall’ex premier nei 18 mesi di governo, la faglia tra i traditori che hanno liquidato il governo e coloro che l’hanno sostenuto. Si andrà alle urne senza che i partiti avranno avuto il tempo per preparare programmi (il cosa il come il quanto) che prescindano da quella agenda, da cui discostarsi o a cui aderire. E’ dai rispettivi programmi che emergeranno le linee politiche e da cui si capiranno le ragioni del voto di sfiducia di una parte del Parlamento che non ha avuto l’onestà intellettuale e il coraggio di motivare le ragioni di quella scelta davanti al paese. “Sono i scittadini ad avergi ghiesto di non votare la fiduscia”. Il populismo divampa nelle parole di Conte. Se questo è il senso di responsabilità di un capo politico nonché ex premier, stiamo freschi! Epperò, ora ci aspettiamo che siano i cittadini stessi a dettare il programma del Movimento direttamente a Conte. Giuseppi si è cacciato in un cul de sac e chissà se piroette, salti in avanti e salti indietro, affermazioni e smentite lo salveranno. Intanto, Letta, e con lui Franceschini e Guerini, dicono “Mai più” con chi ha fatto cadere il governo. Sgomenti, i Cinque stelle temono di non prendere nemmeno un collegio uninominale in Sicilia dove la macchina delle primarie è già in moto e Conte si lamenta delle “dichiarazioni arroganti del Pd”. Pd che non ha ritirato i suoi. Tra speranza e rassegnazione, Conte si augura un ripensamento “Quando nel Pd sbolliranno” ma, nel frattempo, ha un altro problema impellente da risolvere, il terzo mandato, sul quale Grillo è irremovibile. Il suicidio grillino è l’ultimo atto di una tragicommedia che lascerà strascichi, ma potrebbe anche risolversi in una resurrezione prossima, proprio ad opera di chi dice “mai più”. I democratici, con l’alibi che tutte le opinioni vanno ascoltate e prese in considerazione, sono percepiti come un partito ondivago, sul quale è difficile fare affidamento. Orlando e la pacca sulla spalla a Licheri (M5s) dopo l’intervento in Senato, Luigi Zanda, che lascia aperto uno spiraglio, l’area tailandese di Bettini, grande amico di Conte, sono particolari che pesano. Intransigente, come è sempre stata, Base riformista del ministro della Difesa Guerini, che fin dall’inizio si è opposto all’abbraccio con i grillini, intransigente, oggi, Letta, la cui fermezza è condivisa. Ma domani? La quinta colonna all’interno del partito legittima la domanda. Diversa la situazione nel campo opposto. Le contestazioni a Salvini da parte di governatori sindaci amministratori e cittadini si sono miracolosamente dileguate. Il partito è, per molti leghisti, una sorta di religione e le stupidaggini del capo non scompongono più di tanto chi sa amministrare e mantiene con i cittadini uno stretto rapporto basato sulle cose da fare. Votare con il Rosatellum costringe a compattarsi. Il fantasma delle destre si è materializzato. Meloni, Salvini e Berlusconi sono appassionatamente assieme, ma pieni di problemi fin sopra i capelli, che esploderanno il giorno dopo le elezioni vittoriose. La rivalità tra la leader di FdI e il segretario della Lega continuerà benché il secondo sembri rassegnato a rinunciare alla leadership, come si capisce dal manifesto elettorale che ritrae il faccione di Salvini in primo piano, con alle spalle un barcone carico di migranti e sotto la scritta: torna la sicurezza torna il coraggio. Sembra venuto fuori da un cassetto di volantini propagandistici del 2018. Il segretario leghista rivuole il ministero degli Interni e promette lo scostamento di bilancio e la pace fiscale. Meloni vuole la leadership e Berlusconi? Botulino e trapianto del bulbo pilifero sono la spia che la pacificazione con il tempo che scorre inclemente e le ferite delle molte battaglie non è ancora avvenuta. Cosa promette il capo di FI per ritornare al Senato da cui era stato espulso? Un milione di alberi (Draghi ne aveva preventivati 6 di milioni) e mille euro di pensione minima. Non ha considerato che l’Italia andrebbe immediatamente in default. Mariastella Gelmini, a “In Onda”, ha parlato dell’appiattimento di Forza Italia sulle posizioni della Lega, dei suoi tentativi di convincere Berlusconi a correggere la sbandata populista e sovranista, di non abbandonare gli ideali liberali, europeisti e atlantisti su cui il partito è nato, ha ricordato la vivace discussione avuta con Berlusconi sulle armi da inviare in Ucraina. Già allora, il vecchio leader stava facendo i calcoli. Intanto, Gelmini ha lasciato FI, seguita da Brunetta, Cangini e Carfagna, mentre altri dieci parlamentari azzurri sono sul punto di dire addio al partito. Tra i due schieramenti, si va delineando un centro composito. Tanti nomi : Calenda, leader di Azione, irriducibilmente e fieramente anti grillino, sta dando vita a una lista unica per un fronte repubblicano che aggreghi le forze democratiche e europeiste, con il preciso intento di offrire finalmente una casa ai moderati che non si riconoscono nei vecchi partiti. La formula si ispira all’agenda Draghi. Aderiscono molti sindaci, tra cui Sala a Milano e Gori a Bergamo. Le parole d’ordine sono: riforme, riforme, riforme e no bonus. Luigi Di Maio, con Insieme per il futuro, è parte di questo centro in costruzione in cui non può mancare Renzi. Il leader di Italia Viva ha sintetizzato: “Il Pd dovrà decidere se essere davvero un partito desideroso di interpretare l’agenda Draghi o se vorrà essere un partito desideroso di seguire la linea di Biancaneve e i sette nani”.
6 commenti su “25 settembre 2022…l’opinione di Rita Faletti”
Nessuno vuole a che fare col sicario di Rignano, e con “gigino cartelletta (già bibitaro).
FI perde pezzi, la Lega si”sbarba”.
Il PD reitera errori su errori, il Conte è alla resa dei conti.
Ed intanto la Meloni si gode omaggi floreali ed auguri.
Cittadino,
Da quando la Meloni si è insediata all’Apen Institute, ha siglato la sua falsa opposizione. Se prima non era chiara nella sua chiamamola opposizione, oggi Lady Aspen ha tolto qualsiasi dubbio. Tutti gli addossano fascista, estremista, antieuropea, ma nella realtà non è così. O meglio, volevano farla apparire così per non dare all’occhio nella falsa opposizione che ha portato avanti, ma se guarda bene ha sempre votato le norme altlantiste ed europeiste: Vaccini, lockdown, pass vegetali, mascherine anche sotto la doccia, armi all’Ucraina, embarghi alla Russia, immigrati, a finire a Draghi “for ever” con tutti i suoi ministri tecnici. Lei ora vuole fare la parte della vittima con lo slogan: “Si vota, riparte il fango”. Non è così perchè lo stato profondo italiano sta puntando tutto sull’ultimo guardiano dei cancelli. La Meloni rappresenta l’ultima spiaggia di un sistema in declino che cerca disperatamente di tenersi a galla. Ora se gli italiani ripudiano quest’ultima opzione il crollo della liberal democrazia atlantista è reale.
Nel 1853 Marx affermò che “il governo di coalizione (tecnico) rappresenta l’impotenza del potere politico”. I governi non discutono più quali indirizzi economici adottare, ma sono gli indirizzi economici a generare la nascita dei governi.
Ad ogni modo, qualunque governo uscirà dalle urne, sarà sicuramente l’ultimo della Seconda Repubblica italiana. Per non parlare che nel nuovo parlamento a 400 devono essere iscritti i vari regolamenti parlamentari che ad oggi non esistono e sarà piuttosto difficile farli con le Camere sciolte. Quindi vuol dire che all’inizio della nuova legislatura ci sarà una paralisi nelle istituzioni per la mancanza di questi regolamenti. Quello che decideranno dopo le elezioni sarà un’altra incognita, specie se l’astensione sarà epocale come si presume.
Profezia tombale direi!
C.V.D. il populismo ha distrutto l’Italia, le conseguenze delle idee di questa gente finalmente avrà dato ragione a pasticcieri e non.
Ha dimostrato benissimo Pippo, certamente il populismo ha fatto danni incalcolabili… ma credo che i pasticcieri a cui lei si riferisce intendessero altro, loro pensano come sempre che i politici sono scesi da Marte e tutti i cittadini sono esenti da responsabilità. Alcuni cittadini votati da altri cittadini sono diventati politici delle più svariate capacità e idee politiche, hanno fatto quello che sono riusciti a fare ed altri cittadini hanno detto che erano scadenti e disonesti e sono entrati in politica, ci hanno dimostrato che anche gli altri cittadini nati dal vento populista diventati anch’essi politici sono perfettamente come gli altri. Quindi i protagonisti in questa storia sono sempre i cittadini, i cittadini diventati politici e i cittadini populisti che anch’essi sono diventati politici, addirittura peggiori degli altri.
Pasticciere e uomo qualunque della strada, la colpa non sta solo in alto, ma anche in basso (come in cielo così in terra direi), con la differenza che il numero di chi sta in basso è molto più alto di quelli che stanno in alto… comprende?
Ma dobbiamo sempre inveire contro qualcuno per sentirci meglio, ma si, allora facciamolo.
A quasi due mesi dalle prossime elezioni si profila un quadro desolante:
una sinistra frantumata che oggi saggiamente ha pensato, diversamente dal passato, di raccogliere voti al centro, naturalmente Letta dopo anni di sonno ha capito che sedurre la sinistra estrema non serve a nulla, la sinistra possibile ha cercato di convincere di far risorgere la sinistra impossibile, quella dell’arci-vecchio comunismo, quella che pensava al populismo come una via per avere il potere… oggi Letta comprende che occorre attrarre voti dal centro, dai moderati e riformisti di sempre, i centristi. Ma anch’essi sono fuori dal mondo, iper-narcisisti, che disdegnano continuamente a riunirsi e cercare una via per contrastare la destra senza esserne avvinghiati.
E poi un difficoltoso accordo di Letta con Calenda, ecco esplodere la sciocchezza che minerà tutto, Calenda si propone come presidente del consiglio, più sciocchezza di così?
Da che mondo e mondo il presidente del consiglio viene indicato dal partito della coalizione che prende più voti, penso questa sia la regola aurea anche per la destra che stenta anch’essa a riconoscerla: la Meloni piange in silenzio ascoltando le “confabulazioni” e le trame contro di lei di Silvio e Salvini.
Siamo veramente allo sfascio, e nulla probabilmente ci potrà salvare, anche perchè tutte queste dinamiche sono lo specchio della società e dei cittadini che andranno a votare, ha perfettamente ragione Vincenzo.
Molti pensano che ciò che si prospetta sarà un cambiamento i fronte, lasciare la NATO e l’EUROPA, inconsapevoli del significato di tutto questo, e molti pensano, “peggio di così” non potrà andare, io dico che potrà andare sempre peggio con la differenza che non ci sarà la possibilità della prova, non potremo più pensare di svegliarci da un brutto sogno, sarà così per il futuro e le conseguenze non riusciamo neppure ad immaginare.
Questo potrebbe succedere dopo il 25 settembre…
Caro Pippo, il 25 settembre anche chi non vorrà vedere a sinistra, comprenderà cosa vuol dire affidarsi a populismi e comunismi vari.
Da quelle parti l’unità viene dopo l’egoismo dei mini leader di partito, molto dopo.
Conte porta alla dissoluzione il m5s e questo è un bene per l’Italia, ma per la sinistra no, poichè l’ultima balordaggine per questa gente sarà il fatto di non aver dato la possibilità alla sinistra di potersi riunire per contrastare la destra.
Togliere anche quel misero 10 o 11% del m5s alla sinistra determinerà inesorabilmente la sconfitta, e sarà tutta colpa di questa incapacità di UNITA’.
E che dire dei tantissimi partitini di sinistra pronti a sfasciare tutto, pur di difendere il proprio orticello, ma quell’orticello neppure ci sarà più.
Come non vedere decine di partitini di sinistra, il PD, decine di partitini di centrosinistra e poi m5s che si mette di traverso per dimostrare che sono loro I VERI PROGRESSISTI, ma in realtà danno la possibilità alla destra di vincere indisturbata.
Non comprendere questo è drammatico in Italia, ascolto Calenda e resto basito, il PD che da una parte vuole l’accordo con i partitini di centro dopo averli disprezzati in favore del m5s e oggi al contrario cerca di dialogare con loro, il m5s che ha deciso di stare all’opposizione, nel campo di chi spara-contro tutto e attrae i voti delle persone che sono contro i governi.
Hanno visto come è difficile governare e oggi vogliono stare all’opposizione con la speranza di poter aumentare nei sondaggi.
Il m5s ora si avvia allo scontro finale, e poi dopo aver fatto scappare chi non si sarebbe potuto candidare per il terzo mandato, ecco che Conte apre per il terzo mandato dei peggiori del movimento: prima fra tutti la Taverna, quella de “lo sfonnamo”, la rappresentazione plastica del grillino amato da Zingaretti e da Conte.
Giustamente Di Majo che è uscito proprio per questo si “inca..erà come una bestia, se avesse avuto il terzo mandato sarebbe rimasto volentieri, altro che…
Grillo si avvia alla fuga finale, mentre si intravede Di Battista e la Raggi pronti a sputare veleno contro il mondo al fianco di Putin.
Eppure il mondo, e l’Italia ha bisogno di sinistra, i poveri aumentano, la gente vuole essere aiutata, ma nessuno da questa parte lascia le ideologie di un passato oramai morto, l’importante è il proprio orgoglio, nessuno che si metta da parte per un momento.
Leggo quel saggio Bersani che fa la morale a tutti, sputa perle di saggezza che abbiamo ascoltato da tutti, nessuno escluso, fa il figo fra i tacchini sui tetti con le frasi shock che lo hanno reso famoso e non ricorda neppure per un attimo il fatto di aver fatto già danni, è scappato dal centrosinistra per motivi personali, gente che sta fuori a criticare alimentando il dissidio fra le infinite anime di questa pietosa sinistra.
Bersani, lascia, lascia stare, dai un contributo per unire e non per frammentare ancora di più a sinistra, altrimenti io mi permetto di dirti che sei un “cialtrone”.
La politica vera, vive nella realtà, tu non lo fai, non disdegni disprezzo per i tuoi compagni” ma stai arroccato nella tua poltrona, e ti ricandiderai per continuare a giudicare gli altri, mai autocritica.
E come Bersani potremmo elencarne decine e decine di questi nobili sinistroidi.
Noi ci limitiamo ad osservare tutta questa follia, guardare anche tante persone per bene, che tanto stimo, che si infilano in questa contesa con lo spirito del tifoso che vuole distruggere l’avversario, e che, ha in campo dei “brocchi” incapaci di tirar un calcio alla palla.
– i Cinque stelle temono di non prendere nemmeno un collegio uninominale in Sicilia dove la macchina delle primarie è già in moto e Conte si lamenta delle “dichiarazioni arroganti del Pd” –
aggiungerei che anche nel resto della nazione il m5s sarà determinante per far perdere numerosi collegi uninominali alla sinistra… ma per loro è importante disimpegnarsi dal PD che ovviamente ritornerà il “solito partito di Bibbiano”, una bella definizione che suona bene e fa prendere tanti voti, ed i gonzi non si accorgono… mai.
Sentiremo fra non molto gli attacchi di Dibba, ma stia attento anche Conte, la vita è breve…. e per scomparire basta un passo…
Grazie e buona giornata, sperando che tanta gente comprenda e agisca in modo saggio.