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Impianto biometano Modica-Pozzallo. Si è riunito il Comitato

Tempo di lettura: 2 minuti

Si è tenuta  la riunione del CSPA per prendere in esame le iniziative da intraprendere, contro l’impianto modicano di biometano alle porte di Pozzallo, dopo la pausa elettorale e a seguito delle inaspettate dimissioni della presidente Emanuela Russo.
In relazione all’impianto di biometano il direttivo ha deciso di reiterare al sindaco di Pozzallo Ammatuna la richiesta, già avanzata dallo stesso in sede di consiglio comunale aperto l’11 marzo scorso, di incontro immediato con la deputazione iblea e con il Presidente della Regione Musumeci a cui sono stati presentati i due ricorsi straordinari.
In essi, com’è noto, si fa riferimento ai gravi pericoli di salute, inquinamento e ambiente per la città di Pozzallo.
”Inspiegabile, infatti, è il silenzio di Musumeci atteso che ha in più circostanze ribadito il suo autorevole intervento solo dopo il pronunciamento del TAR avvenuto il 22 febbraio 2022 – dice  il comitato – . Non si può più attendere e occorre sottrarre la decisione del Presidente della Regione all’approssimarsi della campagna elettorale per le elezioni regionali che si terranno nella prima decade di novembre”.
Il CSPA all’unanimità ha espresso grande apprezzamento per l’attività e per l’equilibrio che la Russo ha tenuto nel corso di questi difficili tre anni ma, ha dovuto prendere atto che la stessa sarà chiamata ad un incarico provinciale che a breve andrà a ricoprire.

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3 commenti su “Impianto biometano Modica-Pozzallo. Si è riunito il Comitato”

  1. Mi dispiace ma disapprovo,da Pozzallese,tutto il finimondo che stanno facendo per non andare avanti tecnologicamente. la puzza di sterco, che se trattato diventa cenere inerte,che usano nelle campagne limitrofe al confine della città non da fastidio però. Chissà perché nel resto del mondo investono e si ammazzano a costruire.
    Barcellona(Spagna, Europa),ne aveva 4 di impianti e ne sta costruendo altri 6,e qui si vuole sempre il contrario.
    Siamo troppo avanti…

  2. Giovanni Savarino

    Incuriosito leggo :” il gruppo Ferrovial Servicios, multinazionale legata alle infrastrutture e ai servizi urbani, è stato scelto dalla Waga Energy per una fornitura a lungo termine di combustibile prodotto a partire dai rifiuti. Per la precisione dalla spazzatura di una delle più grandi discariche della nazione, la Can Mata, vicino a Barcellona.
    In realtà questo luogo è da tempo al centro di un percorso di valorizzazione energetica. Nel 2002, Ferrovial Servicios e CESPA, una fabbrica di prodotti ceramici, hanno realizzato qui uno dei primi impianti per la produzione di biogas.”
    Il biogas è una gran bella soluzione e va incoraggiato, ma gli impianti di cui si parla sono realizzati nella immediata adiacenza della discarica di Can Mata che si trova a 30 km. da Barcellona e servirà anche alla sua bonifica. Chi potrebbe opporsi ?

  3. Giuseppe Iemmolo

    @ osvaldo.
    Il ” finimondo ” che lei cita ha un nome e cognome dato dal TAR di Catania: GRAVI ANOMALIE HANNO CARATTERIZZATO L’ITER AUTORIZZATIVO.
    Tradotto in parole semplici alcuni passaggi non sono chiari, alcune norme sono state disattese, il progetto presenta delle carenze e denuncia delle incongruenze. Tutte cose che in appello ” dovrebbero ” emergere soprattutto perché notate da TAR.
    Per capirci nessuno è contro il biogas o biometano. L’iter autorizzativo con lo sportello unico dev’essere fatto in piena regola e non è escluso che alla fine non si poteva rilasciare.
    Solo perché biometano non è accettabile che venga rilasciata un’autorizzazione a realizzare l’impianto in PIAZZA DELLE RIMEMBRANZE, a pozzallo, con una istruttoria lacunosa, priva di pareri fondamentali, incompleta nel progetto per le opere infrastrutturali, a prescindere se inquina o non inquina.
    E poi, come da me già detto, l’opera va fatta nei siti idonei, e c’è ne sono tanti anche nei dintorni, così come evidenziato anche dall’ing Giovanni Savarino nel suo commento per gli impianti spagnoli.
    Al primo posto va messa la tanto vantata legalità, poi, magari, il rispetto dell’altro nostro simile. Oppure pensiamo al nostro tornaconto e diciamo le cose come ci conviene di più?

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