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La focaccia modicana manda a casa la “polpetta globale”(speriamo si ripeta)

Tempo di lettura: 2 minuti

Ho sintetizzato alcuni articoli che ebbi a pubblicare tra il novembre 2003 ed il marzo 2004 in occasione della chiusura del Mc Donald’s; ne ho tratto questo scritto lasciando lo stesso titolo di uno di essi, con l’augurio che all’annunciata sua riapertura possa seguire una rapidissima richiusura.

A coloro i quali danno il benvenuto alla multinazionale della polpetta perché favorirebbe la occupazione, è sufficiente fare riferimento alle prime lezioni di economia per apprendere che il libero mercato è basato sul principio della concorrenza libera dalla quale scaturisce il prezzo più equo. E’ noto pure che nell’economia libera di mercato esiste una tendenza al monopolio attraversando l’oligopolio; tendenza che può essere contrastata solo con l’intervento dello Stato il cui modo classifica anche le diverse politiche economiche ed i diversi modelli di Stato.

In questo quadro, chi entra nel mercato se vuole vincere con una sua iniziativa ha un imperativo categorico togliere fatturato a chi è già nel mercato; in parole più crude ha l’obbiettivo di impoverire altri per arricchire se stesso.

Ecco perché noi esprimeremo la nostra contrarietà fino a quando qualcuno non ci dimostrerà che il Mc Donald’s, oltre il suo progetto commerciale, abbia la possibilità di inserirsi nel mercato modicano senza mettere in crisi le nostre botteghe; è nella logica delle cose che un suo successo provocherebbe una lenta chiusura delle nostre tipiche “botteghe delle focacce e delle arancine”.

Stiamo operando delle forzature? Per rendersi conto che non è così, basta osservare un qualsiasi progetto di impresa per rilevare come il panorama delle ditte che costituiscono la futura concorrenza, è oggetto di una spietata analisi con il solo scopo di fregare loro il fatturato.

Ma è necessario studiare economia per comprendere che chi si compra una focaccia  non compra il panino e viceversa? Bene, diciamo che il bacino della nostra area ha un budget per questo genere di consumi: difficilmente può subire ampliamenti ma solo diverse redistribuzioni di fatturato con migrazioni di povertà e non ampliamento di consumi.

Ci sembra un po’ avventato pensare che più bar su Corso Umberto significano più occupazione; chi prende un caffè ogni mattina non ne prende due perché sono raddoppiati i bar. Più bar significa solo la spartizione della torta in più parti (impoverimento generalizzato).

La sollecitazione dei consumi ha un limite invalicabile nella capacità di spesa di ciascun consumatore. E quando tale capacità è al limite, come ormai dicono i più grandi analisti (non si arriva alla fine del mese), la lotta per togliere fatturato alla concorrenza rimane comunque la regola; regola che rimane anche quando si ricorre alla offerta di prodotti alternativi, anche se in questo caso si realizza attraverso il tentativo di far cambiare al consumatore abitudini e categoria di prodotti da consumare.

In una visione mercantile lo scenario è, quindi, quello che esistono delle monete di carta disponibili che sciamano nell’aria ed aspirano a trasformarsi in scontrini fiscali in cambio di una merce o di un servizio. Per catturare questo sciame tutti i metodi sono buoni anche quelli più vigliacchi e spregiudicati: si studiano i flussi, le provenienze, ci si oppone ai sensi unici per non favorire i concorrenti, ci si posiziona a monte per togliere acqua.

Questi sciami in linea di massima si muovono, come le api. Alcune volte, con buone politiche economiche, si riesce ad attrarre qualche sciame delle aree vicine  nella nostra area facendo la felicità dei nostri commercianti, alla quale, piaccia o no, corrisponde l’infelicità di qualcun altro magari di Noto, Ragusa, Scicli, Pachino, Rosolini, ecc.

Insomma il limite invalicabile è il portafogli dei consumatori e se i  consumi di un dato bacino di utenza possono fornire un reddito decente a 1000 commercianti, se aumentano i commercianti la torta individuale dei singoli commercianti diminuisce e l’occupazione aumenta in maniera fittizia perché aumenta attraverso l’impoverimento di altri.

Inoltre, siamo nella logica del supermercato nel qual l’efficientemento del sistema di vendita provoca già una automatica espulsione di manodopera. Ma questo è un altro argomento collaterale ed ancora più degenerato in cui sei costretto a comprare 20 viti anche quando te ne serve solo una (la confezione è quella), e molti non sanno spiegare cosa vendono e come funziona: provate a chiedere ad una ragazza come è fatto un polpettone e notizie sui suoi componenti

Ovviamente sarebbe poca cosa argomentare questa mia avversione al Mc Donald’s solo con considerazioni di carattere occupazionale, perché più importante è l’impoverimento culturale di un mondo in cui si vuole favorire anche l’omologazione dei gusti attraverso la distruzione di ogni tipicità locale che fa parte del nostro patrimonio tradizionale.

Sono e saranno in tanti, ora come allora, a rimproverare che “purtroppo, a Modica, è ancora radicata l’idea di fare commercio a conduzione familiare” accusando costoro e la nostra città, della provincia babba, di provincialismo o di antiquata sprovvedutezza.

Ce ne faremo una ragione rispondendo tranquillamente con le parole che il Cardinale Biffi amava ripetere a chi dissentiva dei suoi interlocutori dissenzienti : “ma dove sta scritto che dobbiamo per forza essere d’accordo con tutti!”

Carmelo Modica

 

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7 commenti su “La focaccia modicana manda a casa la “polpetta globale”(speriamo si ripeta)”

  1. Tutto questo “polpettone” perché non vuole andare al Mc Donald? Si mangi una scaccia magari mezza bruciata.

  2. Caro Sig. Carmelo Modica,
    è vero che il mercato si basa sul principio della libera concorrenza ma penso, con un condizionale voluto, che dovrebbe scaturirne non il prezzo più equo, che cozza con i fondamentali del commercio, bensì un maggior vantaggio per il consumatore.
    E ho la convinzione che monopolio e oligopolio nell’economia libera di mercato sono fenomeni determinati semplicemente dall’attrattività e dall’originalità dell’offerta.
    La comune, sintetica e per certi versi naturale identificazione grafica del mercato in una torta, poi, raffigura porzioni che esprimono la forza commerciale dei concorrenti/commensali tratta dalla capacità di intercettare i gusti e le tendenze degli attori/consumatori.
    Per fortuna, la salvezza del settore alimentare risiede nella sua varietà, nella molteplicità di culture e tradizioni gastronomiche che lo anima, e c’è da augurarsi che ogni impresa in questo campo possa avere il diritto di svilupparsi mirando alla soddisfazione dei consumatori e alla creazione di lavoro. Distinguere e sostenere nettamente una tendenza rispetto a un’altra non risponde ai parametri di un mercato che vuole definirsi libero.
    Sono, come Lei, profondamente convinto che la McDonaldizzazione sia un’involuzione gastronomica, perché uniforma e appiattisce la straordinaria varietà dell’offerta alimentare ma pur ritenendo i monumentali panini della multinazionale statunitense una miniera di grassi insalubri, più che saturi o insaturi (alla pari di specialità di altre catene di ristorazione fast food e di prodotti alimentari industriali su larga scala), se l’offerta di menù “originalmente” omologati risponde alla domanda assai poco esigente di una fascia di consumatori non si possono che accettare le regole del gioco, ossia del mercato.
    Cosa ben diversa è la valutazione qualitativa dell’offerta, per quanto relativa e soggettiva.
    E ogni tentativo sintetico di rappresentarla è impresa ardua.
    In sintesi, ritengo impari il confronto tra focacce/arancini/pizze e panini/hamburger/patatine, così come il confronto tra focacce fatte in casa e focacce artigianali più o meno caserecce, o tra il menù di una trattoria e quello di un ristorante, o ancora tra le portate di un ristorante convenzionale e di uno più o meno stellato.
    Per concludere, Modica ha un inestimabile patrimonio storico, culturale, artistico e architettonico, arricchito e completato da antiche e preziose tradizioni in vari campi che la rendono turisticamente interessante e la aprono a una multiculturalità inclusiva che accoglie e offre senza remore ma senza compromettere la sua riconosciuta e inattaccabile originalità.
    Un saluto cordiale

  3. Mamma mia quanto livore nelle sue parole… Non è d’accordo con l’apertura del McDonald a Modica? Semplice, non ci vada! Nessuno le sta puntando una pistola alla tempia, addirittura augurandone la chiusura, è vero che non possiamo essere tutti d’accordo, per fortuna eh… ci mancherebbe, ma la pesantezza di alcuni miei concittadini è più unica che rara, non lamentiamoci, suvvia.

  4. Ma a che serve questa pappardella? Già! Si mangi na scaccia e ci beva su un bicchiere di vino sopra. Le botteghe della scaccia e la rosticceria nostrana rimarranno e non c’è motivo di preoccuparsi. probabilmente arriveranno altri gusti tra 20/30 anni.

    Nel frattempo però c’è da dire che il mondo è cambiato, come sono cambiate le generazioni, i gusti, le abitudini e le esigenze di molti. Evidentemente i tempi sono maturi; i locali food non hanno quasi nulla di sicilianità e gusto retrò. Il Giappone mi risulta essere quasi sempre pieno; nel 2003/2004 avrebbe fatto la stessa fine della M.

    Il polo commerciale ha preso piede mentre le botteghe locali chiudono quasi tutte a pranzo e non offrono quasi nulla oltre le 10/11 di sera. In estate, da quelle parti, il deserto. Resiste qualche fast food su ruota veramente triste e deprimente e qualche altro locale rivolto ad un target giovane nostrano.

    Ma ce ne fossero di servizi come la M e simili ad offrire servizi più amichevoli, rapidi e standard internazionali per qualsiasi gusto. A parte il fatto che mangiare “veloce” la sera scacce, arancini, pizze, patate etc non è che sia poi così salutare!

  5. la verità, sempre

    Mamme, attente! Il … … … avvelena i tuoi figli! Questo era scritto all’epoca nel muro di confine della struttura. Che sia vero?
    Personalmente : non digerisco i panini di plastica!

  6. Il mac c’è da anni a ragusa. Basta e avanza!!!! I patiti del genere vadano lì. E buona gastrite! Personalmente all’imprenditore che vuole aprire a modica lo inviterei a ripensare il suo businness. Si ricordi che in passato in città altri hanno tentato e hanno fallito. A Modica siamo piuttosto conservatori, tradizionalisti e buongustai…. Se lo ricordi! La tradizione da noi è dura a morire …. Ha soldi da investire? Investa in cultura. Apra un bel cinema, magari una piccola multisala al quartiere Sorda dove mancano da sempre spazi e strutture di aggregazione, di socialità, di cultura. Raccoglierebbe il plauso di molti, sa? Infine mi permetto di correggere chiunque chiami focaccia la scaccia modicana. A Modica si chiamano scacce! Il sostantivo corretto è questo. Inutile tradurlo malamente in italiano! Anche perché le nostre scacce nulla hannno a che vedere con le cosiddette focacce. Quelle lasciamole alla tradizione ligure e… alla merenda di Cappuccetto Rosso!

  7. C’e’ qu vo fa’ l’americano
    Paragonare Mc donald alle nostre tradizioni alimentari. complimenti.
    Con l informazione che regna online ed ovunque..patatine fritte pollo e cocacola. La dieta ideale ..ma non pensateci nemmeno alla nostra di dieta. Per questo la prima volta falliu

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