Sicuramente molti di voi avranno presente una delle maggiori opere letterarie di sempre, ovvero Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, reso ancora più spettacolare dalla trilogia che il regista neozelandese Peter Jackson ha dedicato all’opera immortale del “Professore”.
Una fatica lunga anni che lo ha portato in lungo ed in largo per tutta la Nuova Zelanda, portando anche ad un incremento consistente del turismo di chi voleva vedere con i propri occhi la “sua” Terra di Mezzo, ma che è stata più che ampiamente ripagata con la consistente cifra di 17 statuette d’oro. Da ricordare poi che, tra tutte queste, ben 11 sono andate al capitolo conclusivo della trilogia (Il Ritorno del Re).
Questo suo successo l’ha portato poi, anni dopo, a ritentare la carta della trilogia con Lo Hobbit, ma a causa di alcune condizioni di salute, l’inserimento di nuovi personaggi non richiesti e la voglia di creare qualcosa di spettacolare questi film non hanno proprio incontrato il parere favorevole dei fan di lunga data tanto che sembravano più inclini a dirgli di darsi all’ippica oggi stesso che continuare.
Al momento, su Amazon Prime Video, sembra che debba uscire una serie in live action basata sugli scritti precedenti ambientati nella Seconda Era, dal titoli Gli Anelli del Potere. Per ora, a parte qualche scarsa immagine e trailer, c’è ancora ben poco.
Ulteriori notizie, invece, sembrano provenire dall’estremo Oriente visto che, nel 2024, dovrebbe addirittura arrivare un film anime intitolato Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim e basato sulle gesta dei cavalieri apparsi nel secondo libro/film.
E pensare che all’inizio Il Signore degli Anelli avrebbe dovuto portare la firma di Stanley Kubrick assieme ai Beatles come interpreti della pellicola? Strane coincidenze accadono, ma dovete sapere che esiste un piccolo tesoro nascosto riguardante i mondi immaginati da Tolkien (che negò i diritti per Kubrick ed i Beatles).
Si tratta infatti della versione a cartoni animati de Il Signore degli Anelli del 1978 diretta da Ralph Bakshi (famoso anche per il dissacrante Fritz il Gatto basato sull’omonimo fumetto). Ma non si trattava di un cartone animato canonico, bensì di uno più “ibrido” visto che si mischiavano delle scene animate con degli attori reali sfruttando la tecnica del cosiddetto rotoscope.
Questa tecnica è ben visibile nel prologo che recitava “in un passato molto, molto, remoto, grandi artigiani del ferro forgiarono magici anelli. Nove erano per gli uomini, sette per i nani e tre per i re degli elfi. Ma ad un certo punto, il Maligno apprese la tecnica di forgiare il ferro e fabbricò il più forte degli anelli. Quello che avrebbe dominato gli altri”.
Per limiti di tempo e budget, all’epoca costo circa 4 milioni e ne incassò 30, la pellicola terminò dunque con il Fosso di Helm, ma rimase comunque abbastanza fedele al libro tanto che Jackson utilizzò certe sequenze per i suoi film.
Per il resto la storia è, più o meno, quella che conosciamo un po’ tutti e, nonostante qualche sperimentazione tecnica non troppo riuscita, il risultato è comunque notevole per gli anni soprattutto per la fedeltà alle storie di Tolkien. Vedere per credere!