“Quando abbiamo vaticinato che il livello politico regionale di governo non sarebbe stato in grado di istituire il tavolo di crisi, per affrontare le miriadi di criticità che attanagliano i consorzi di bonifica, a partire da quello di Ragusa, ove, tra le altre cose, abbiamo assistito al licenziamento di un bel gruppo di lavoratori, non avevano tutti i torti. I fatti sono qui a testimoniarlo. Non si è mosso nulla, se non qualche giochetto di accalappiamento elettorale, facendo finta di interessarsi. In realtà abbiamo assistito a uno spettacolo osceno, dove abbiamo potuto appurare la totale inconsistenza dei soggetti istituzionali coinvolti rispetto ad una problematica che, con un po’ di attenzione amministrativa unitamente ad una volontà politica determinata, poteva essere ben analizzata e a cui si poteva dare una risposta efficace di recupero occupazionale”. E’ quanto sostiene il segretario generale Flai Cgil Ragusa, Salvatore Terranova, che torna sulla vicenda del Consorzio di Bonifica.
“Massimo movimento per non fare niente – aggiunge -. Spampazzata social di presa in carica politica del problema cui è seguito totale assenza di impegno concreto e obiettivo costruttivo.
Avevamo preventicato quanto si è verificato e siamo stati stigmatizzato da alcuno per il nostro approccio critico, contenente, tra l’altro, anche una proposta di merito, che non si è voluto neanche esperire tecnicamente, forse perché la vera intenzione è quella di sbarazzarsi di questi lavoratori, e il pregio di poterla realizzare senza far ricorso ad altri contributi straordinari. Ricordando che la nostra proposta è stata formulata tenendo conto dell’obiettivo di non danneggiare altre categorie di lavoratori del Consorzio, meritevoli anch’essi di un percorso di stabilizzazione lavorativa.
Siamo in attesa che la politica dia un colpo per dare segno che ancora c’è e che voglia assumere un ruolo rispetto ad una crisi che non riguarda solo i lavoratori licenziati. Riguarda anche loro, ma soprattutto la funzione dei consorzi nell’economia del territorio. A ben vedere, ci sembra che all’economia del territorio sia stata concentrata poca attenzione da parte della Regione siciliana. Il nostro territorio ha bisogno di attenzione, di una politica che ne sappia incanalare le potenzialità. E una delle potenzialità importante è la capacità di rimettere in sesto le finalità dei consorzi, ridotti da almeno un decennio a mero catafalco, a un rottame che produce soltanto debiti.
Ecco, se si vuole veramente dare un contributo ai siciliani, l’impegno passa per il recupero dei consorzi. E badate bene che il loro ritorno ad essere veramente consorzi non passa dalla riforma, del resto – a nostro avviso- inadeguata, ancora in itinere all’Ars. Basterebbe soltanto – conclude Terranova – dotarli di un apparato amministrativo e gestionale di livello, perché da questo passa soprattutto il cambiamento di enti la cui adeguata organizzazione non è neutrale per il nostro territorio”.













