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Dalla parte della pace…di Domenico Pisana

L’OSSERVAZIONE DAL BASSO
Tempo di lettura: 2 minuti

Dalla guerra virologica alla guerra armata. Due i blocchi contrapposti: da un lato la Russia con l’occhiolino alla Cina, dall’altro la Nato e l’Europa: in mezzo l’Ucraina che vuole esercitare il diritto di autodeterminarsi e aderire all’Europa. Tutto era già in preparazione da tempo per interessi geo-politici ed economici; ad accendere la scintilla è stato Putin, che ci fa ricordare il totalitarismo della Russia di Lenin e Stalin, che vorrebbe risuscitare l’odio tra popoli. E’ straziante assistere in questi giorni a testimonianze che trasudano inimicizia e odio tra ucraini e russi, atteso, fra l’altro, che tanti ucraini vivono in Russia, e russi in Ucraina. E l’odio è come il virus, ci può contagiare tutti. Mi vengono in mente le parole di Kruscev quando nel 1964 affermava:

“Se in voi è lo spirito rivoluzionario (…), se in voi è la scintilla dell’odio verso il nemico, ponetevi sotto le bandiere del marxismo-leninismo. E l’odio verso il nemico di classe è necessario, perché non si può diventare un buon combattente per il comunismo se non si è capaci di odiare il nemico” (Kruscev, I problemi della pace, Torino, 1964, p.123).

Il clima di tensione e di paura che sta caratterizzando il cammino di tutte le popolazioni a livello mondiale a causa di questa guerra determinata dall’invasione dell’Ucraina, non può pertanto non tormentare le nostre coscienze di uomini e di credenti, né non indurci ad una riflessione su quella realtà tragica che è la guerra, la quale minaccia il valore desiderato da tutti ma non facilmente raggiungibile, che è appunto la pace.
Certamente non vogliamo accostarci ai molteplici aspetti geo-politici, economici, militari che la guerra in corso presenta, o perderci nelle stucchevoli trasmissioni che riducono tutto alla retorica domanda “Di chi è la colpa”, pur tuttavia ci sembra importante operare una riflessione, anche semplice e lineare, che possa fare interrogare la coscienza delle persone del nostro tempo.
Qui non si tratta di discutere di guerra e pace, di trasmettere in diretta l’orrore televisivo della guerra tra miriadi di notizie, né di fare distinzioni tra pacifismo radicale e pacifismo relativo, quanto, piuttosto, di capire se nel terzo millennio sia ancora pensabile una “guerra necessaria” come strumento di risoluzione di conflitti. Sta qui, infatti, il problema vero, considerato che nessuno, oggi, nonostante le divisioni e la diversità delle posizioni, glorifica la guerra, né si sogna di affermare quanto diceva Eraclito, già 25 secoli prima, e cioè che la guerra è la “madre di tutte le cose”.
Oggi, infatti, nella coscienza mondiale c’è la piena consapevolezza che la guerra è sempre, in qualunque caso, al di là di torti e ragioni, azione negativa sia perché provoca esiti catastrofici quali perdite di vite umane, distruzioni ambientali, alterazioni della qualità della vita, sia perché non costituisce, anche come ultimo ed estremo rimedio, uno strumento idoneo a risolvere i problemi internazionali.
Lunghi periodi storici hanno sempre sostenuto la teoria della guerra “necessaria”, teoria che non ha mancato di costruirsi il suo spazio anche all’interno delle popolazioni, ove si è cercato di trovare tutte le spiegazioni umane possibili per dare una legittimità all’azione bellica come estremo rimedio per la risoluzione di un conflitto.
Giovanni XXIII nella sua enciclica Pacem in terris, in verità, aveva aperto orizzonti nuovi e più marcatamente nella direzione del Vangelo, sottolineando in maniera chiara che “è del tutto irragionevole (alienum est a ratione )pensare che la guerra possa essere un mezzo idoneo a risarcire i diritti violati”(n.43) ; pur tuttavia è invalsa nel tempo l’idea che possa a volte ritenersi legittimo il “diritto alla legittima difesa “ in caso di aggressione, e non precisando, fra l’altro, se deve trattarsi di difesa armata o non violenta.
Certo è che la guerra non può avere alcuna giustificazione e i recenti interventi dell’attuale Pontefice sul tema della guerra dicono con trasparenza che egli sta seguendo il principio dell’alienum est a ratione , tant’è che sulla sua posizione si sta ritrovando tutta la coscienza collettiva universale dei credenti e non solo, i quali hanno dato vita a istituzioni internazionali, movimenti non violenti che stanno inducendo ad una più meditata riflessione sul tema della guerra e manifestando il bisogno di accelerare e approfondire la questione con più attenzione verso il grido di condanna assoluta di ogni guerra, innalzatosi dalla coscienza dei popoli..
Nel terzo millennio sono da ritenersi oramai anacronistiche le vecchie teorie di una guerra necessaria, perché non affondano, sicuramente, le radici nella verità evangelica che afferma di non uccidere; occorre prendere consapevolezza che la guerra è un “viaggio senza ritorno”, una “strage inutile ed efferata”, in quanto non esiste nessuno rapporto di proporzionalità tra i vantaggi ipotizzabili e i disastri catastrofici che essa arreca all’umanità a livello planetario nelle sue articolazioni, sociali, economiche, etiche e di legittimità dei diritti di libertà e democrazia.
Una cosa è chiara, però, che per l’Italia l’art.11 della Costituzione italiana recita:

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Se in questa guerra in atto non dovessero rivelarsi convincenti e produttive le forti sanzioni contro la Russia, e qualora ci fosse anche una risoluzione dell’Onu circa la necessità di un intervento militare nel conflitto Russia – Ucraina, l’Italia che farà? Farà probabilmente come le volte precedenti, come nella guerra in Libia allorquando diceva di “ripudiare la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” e intanto si preparavano “gli aerei caccia” per bombardare i cieli della Libia dicendo che si trattava di una missione umanitaria autorizzata dall’Onu. Qui non si tratta di fare né gli oltranzisti né i pacifisti, ma non si può dire che non esiste alcuna differenza tra “missione militare per operazioni umanitarie” e “guerra”.
La guerra tocca le coscienze più intime e non può diventare strumento di lotta politica né innescare odio tra i popoli; la logica secondo cui per fermare un massacro bisogna compierne un altro pone dilemmi e prospettive inquietanti. La cosa più saggia è concentrarsi sul cessate il fuoco, sulla sana e onesta diplomazia , sul puntare sull’isolamento dell’avversario senza ricorso alle armi.
Purtroppo i giochi di parole attorno all’art. 11 della Costituzione italiana (“non guerra, ma operazione missionaria internazionale”) sono costati decine e migliaia di morti, vedi Nassirya, Afganistan, Kosovo, Iraq, Libia, che uniti a tutti i caduti di queste “operazioni umanitarie” hanno raggiunto cifre spaventose veramente indegne di un mondo civile.
Purtroppo ogni guerra, come dicevamo, è “un viaggio senza ritorno” e il mondo occidentale non può pensare di risolvere tutto mandando armi in Ucraina, ma si deve mobilitare pacificamente senza alimentare odio; i “potenti della terra” che credono nella libertà e nelle democrazie facciano loro una mobilitazione, siano loro stessi a recarsi, non con le armi ma con le bandiere sulle spalle, in Ucraina per negoziare e risolvere pacificamente questo conflitto.
Bisogna ricordarsi che in 30 anni l’Onu, l’Oms, la Fao e l’Unesco hanno ricevuto da tutto il mondo l’1, 3% della spesa annuale per gli armamenti. Le spese militari di una sola mezza giornata sarebbero state sufficienti a finanziare l’intero programma di eliminazione di malattie che ancora persistono nel mondo. E se andiamo un po’ più lontano: nella prima guerra mondiale i morti furono 5% civili e 95% militari; nella seconda guerra mondiale morirono civili per il 48% e militari per il 52%; nella guerra in Corea 84% civili e 16% militari. Ecco i risultati di quelle che una volta si chiamavano “guerre”, oggi si chiamano “missioni di pace” oppure “operazioni militari internazionali”. Quanti saranno i morti di questa guerra, che si prospetta, speriamo di no, come una terza guerra mondiale?
Ognuno dia il nome che vuole, il risultato non cambia. Fino quando ci sono morti, la guerra è veramente un orrore indegno, lo schifo di un mondo che si definisce civile.

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© Riproduzione riservata

2 commenti su “Dalla parte della pace…di Domenico Pisana”

  1. Bravo,Domenico.Condivido pienamente la tua misura,pacatezza e fermezza ad un tempo, con cui esprimi la tua,le nostre( in quanto pienamente condivise)posizioni su questa ennesima tragedia in atto.

  2. Tonino Spinello

    Le guerre sono una conseguenza della politica!
    Avere politici significa avere dei partiti politici, questi c’è li abbiamo come facciata, ma non come organizzazioni di governo. Oggi la politica essendo globalizzata, imbalsamata e comprata, non può produrre soluzioni o accordi se non ci sono interessi importanti nel mezzo e che siano redditizi per il proprio tornaconto. Gli interessi economici (non quelli dei cittadini) interessano a una certa élite che governa il mondo finanziario ed è talmente strisciante ma nello stesso tempo con la faccia d’angioletto che si stenta a credere che possa essere vero. Negli anni gli interessi dell’occidente (visto come il buon samaritano) verso l’est è andato oltre ogni limite e contro la volontà di chi gli abitava, con la scusa della democrazia hanno imposto il loro regime nazista, hanno preso tutto quello che c’era da prendere e se ne sono andati lasciando sempre caos e miseria. Hanno lasciato solo la sottomissione e il ricatto al Dollaro/Euro. Tutto questo nel più totale silenzio-assenso della politica e dei politici. Noi gente comune nemmeno ci indignamo perchè i giornalisti di regime essendo pagati per dire le cose e per farli apparire in un certo modo nemmeno li sanno o se li sappiamo, entriamo in una sfera talmente piccola che se ne parli poi sei preso per un alieno e fuori dal mondo. Quindi abbiamo il nostro mondo perfetto per come c’è lo fanno vedere, un mondo apparentemente bello, costruito a parole, ma che lo viviamo in tutt’altro modo perchè organizzato e programmato secondo le visioni dei Nazi-Atlantici.
    Ed ecco a cosa assistiamo o dobbiamo confrontarci:
    Obama= prima di lasciare l’incarico nel 2016, invia 150 Miliardi in contanti in Iran. La figlia di John Kerry è sposata con un iraniano.
    Ucraina= Hunter Biden/ Joe Biden rubano milioni di dollari ai contribuenti americani per incanalare interessi personali in Ucraina.
    Pelosi= Il figlio di Nancy Pelosi, (Paul) siede nel consiglio di amministrazione di una compagnia energetica ucraina. Su questa compagnia ci risiedono anche il figlio di Romney, il figlio di Biden e il figlio di John Kerry.
    Ora sappiamo perchè dobbiamo aiutare l’Ucraina e perchè dobbiamo montare movimenti di solidarietà in tutto il mondo.
    “I tentacoli della corruzione ucraina interessano anche Cofer Black del governo Bush sull’11 settembre, Obama, Biden, Soros, Schiff, Pelosi, Bolton, Kerry, Romney e i Clinton”. Quanto detto, lo riporta Arabella Kennedy in una intervista televisiva.
    Ora vorrei dire a tante persone perbene e che si indignano a comando degli illuminati globalisti filo nazisti:
    Dov’erano tutte queste persone perbene quando si bombardava e si annientava una popolazione come Donetck e Luhansk? La Russia in questi anni ha invitato la comunità mondiale a fermare tutto questo spargimento di sangue (stiamo parlando di 13mila persone) ma nessuno si è presentato o organizzato manifestazioni a favore di questo popolo. Tutto nel silenzio più assordante in quanto risultato del colpo di stato anticostituzionale in Ucraina nel 2014, compiuto con la partecipazione diretta di Stati Uniti, UE, Germania, Polonia, Lituania, Estonia. La Lettonia e altri paesi della “Nato” hanno incoraggiato il regime di Kiev a continuare la distruzione della sua stessa popolazione. Gli esperimenti o meglio gli interessi finanziari della Nato sono passati nel silenzio più assordante dell’opinione pubblica occidentale causando una catastrofe umanitaria e politica.
    L’Occidente avendo accolto favorevolmente le dichiarazioni aggressive di Kiev contro la Russia da parte dei burattini del regime, ha rifiutato di condurre qualsiasi negoziato serio per fermare una volta per tutte lo spargimento di sangue. Ora visto che le persone perbene, corrette, giuste, timorati da Dio, devono nascondere le loro bugie, allora non resta che condannare Putin come il peggiore criminale del pianeta.
    Ora Putin ha iniziato i suoi incontri per fronteggiare l’emergenza e dare una risposta alle sanzioni che gli hanno appioppato ed etichetta l’Occidente come ‘Impero della Menzogna”!

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