Pomodori coperti da brevetto. Condannati due produttori iblei

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Avrebbero riprodotto abusivamente piante di pomodoro coperte da brevetto. Per questo reato il Tribunale di Ragusa ha condannato a otto mesi di reclusione, 20 mila euro di multa, 80 mila euro di risarcimento danni e 20 mila euro  per le spese processuali, G.S. e B.B, titolari di due aziende agricole e vivaistiche della provincia di Ragusa, perchè sprovvisti delle necessarie autorizzazioni e nonostante ciò avevano prodotto una varietà di pomodoro protetta da brevetto vegetale comunitario. Si tratta della seconda sentenza di questo tipo in Sicilia.

Aib e la società titolare del brevetto comunitario sono state assistite rispettivamente dagli avvocati Nicola Novaro del foro di Imperia e dall’avvocato Rossella Pola del foro di Torino.

«Siamo molto soddisfatti della sentenza che è la seconda del genere in Italia. Questa condanna dimostra la dedizione delle autorità italiane a perseguire questi gravi reati», dice Liam Gimon, amministratore delegato di Aib. La recente sentenza conferma l’orientamento giurisprudenziale del Tribunale di Ragusa contro le condotte illegali poste in essere da operatori del settore mediante l’utilizzo e impiego di tecniche di riproduzione illecite come il taleaggio e/o lo «stub». Le aziende sementiere investono ogni anno in media tra il 20/25% del loro fatturato per la creazione e l’innovazione varietale al fine di introdurre sul mercato cultivar sempre più performanti e resistenti per il fabbisogno dei produttori.

La nota d’agenzia in cui si rende nota la sentenza aggiunge che è di fondamentale importanza per la sostenibilità dell’intero comparto orticolo che lo sviluppo e la crescita innovativa non perda importanti profitti a causa dell’utilizzo illegale di materiale coperto da brevetto. È pertanto necessario, consentire agli innovatori sementieri di ottenere un adeguato profitto per l’impegno e la dedizione sempre al servizio e per il beneficio dei produttori e dei consumatori. Inoltre, questa sentenza viene considerata importante perché garantisce parità di condizioni nel settore orticolo colpendo condotte sleali ed anti-concorrenziali. Infine, non bisogna mai dimenticare che la riproduzione illegale di varietà vegetali può in alcuni casi facilitare la diffusione di pericolosissime virosi con gravissimi danni per l’intero comparto siciliano.

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