
L’accusa conclude le proprie requisitorie e chiede condanne per complessivi 85 anni, nel processo davanti al Collegio Penale di Ragusa (Vincenzo Panebianco, presidente, Elio Manenti e Maria Rabini, a latere) che riguarda l’operazione “Chimera” eseguita dai carabinieri circa nove anni fa, e che vede alla sbarra dieci persone accusate a vario titolo di estorsione, tentata estorsione aggravata e detenzione di armi.
Il pubblico ministero della Dda, Raffaella Vinciguerra, ha chiesto la condanna a 14 anni di reclusione per Francesco Razza, 60 anni, vittoriese; 18 anni per Salvatore Servo, 45enne; 15 anni, per Giuseppe Guastella, 47enne; sette anni e 7000 euro di multa per il 46enne Rosario Candiano; sette anni e 9000 euro di multa per Nunzio Di Bennardo, 44enne, cinque anni di reclusione e 2500 euro di multa per il 48enne Daniele Cacciaguerra, cinque anni e 2500 euro di multa per Michelangelo Petitto, 51enne; 14 anni per il 65enne Lorenzo Li Causi. Sono tutti di Comiso. Richiesto, poi, il non luogo a procedere per Lucia Gentilini, 53 anni. Nel corso degli anni è, nel frattempo, deceduto Mario Campailla, 57 anni, vittoriese. Tutti gli imputati sono a piede libero. L’attività investigativa è stata condotta mediante servizi di osservazione e pedinamento, oltre a operazioni tecniche di intercettazione iniziate nel febbraio 2012 e finite nell’ottobre dello stesso anno, e ha consentito di comprendere le dinamiche del gruppo. Per quanto attiene alle estorsioni, secondo l’accusa erano attuate con visite “di persona” sul luogo dell’attività della vittima. Le armi, che per la Dda erano in uso al gruppo, arrivavano dalla Calabria.
Per le arringhe dei difensori, Marco Giudice, Enrico Cultrone, Gianluca Gulino, Salvatore Citrella, e Maurizio Catalano, l’udienza è stata fissata al prossimo 3 giugno.