
L’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, con uno specifico provvedimento, blocca il tentativo del Comune di Modica di oscurare la corrispondenza con la Corte dei Conti sul Piano di riequilibrio.
Era stato Sinistra Italiana a segnalare la problematica.
“Di fronte all’ostinazione a tenere riservata la corrispondenza con la Corte dei Conti, negando e differendo al futuro il rilascio degli atti sul Piano di riequilibrio inviati a giugno dal Comune alla Corte – spiega Vito D’Antona – ci siamo rivolti all’Anac, la quale, con un’ apposita deliberazione del 6 dicembre, ha sancito il principio che tale corrispondenza non può essere inserita nel “protocollo riservato” di un Comune, in quanto non vi è alcuna legge che lo prescrive”.
Inoltre, l’Anac stabilisce che i documenti già formati e in possesso dell’amministrazione, oggetto della corrispondenza, secondo il principio della “leale collaborazione”, devono essere rilasciati senza ostacoli.
“In materia di trasparenza degli atti quello che negli altri comuni è una pratica consolidata – aggiunge l’esponente di Sinistra Italiana – , al Comune di Modica è diventato uno spazio recintato ad esclusiva conoscenza di un gruppetto di amministratori.
I cittadini debbono chiedersi perché Abbate tenta di sottrarre alla città, e perfino ai consiglieri comunali, documenti che attengono alla gestione finanziaria del Comune di Modica, che di per sé dovrebbe rappresentare un palazzo di vetro, atteso che si tratta della gestione dei soldi dei cittadini.
Riteniamo che un sindaco che non abbia nulla da rimproverarsi dalla gestione di otto anni del Piano di riequilibrio, avrebbe condiviso con il Consiglio comunale la risposta alla Corte dei Conti.
E’ legittimo pensare, anche dalla lettura dei dati contenuti negli ultimi due rendiconti approvati dal Consiglio Comunale, che dalla corrispondenza con la Corte dei Conti possa emergere come l’amministrazione non sia riuscita a raggiungere gli obiettivi del piano di riequilibrio, con la conseguenza di avere ancora aperta la triste prospettiva del dissesto?
Ribadiamo – conclude D’Antona – ancora una volta che il Piano di riequilibrio per evitare il dissesto non è un affare privato dell’amministrazione, ma una questione che riguarda tutta la città”.