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Territorio fa la conta al Sindaco di Ragusa Peppe Cassì

Se ne vanno 1279 giorni di amministrazione Cassì, sul totale di 1824 al lordo del ‘semestre bianco’
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Riunione di fine anno dell’Esecutivo di Segreteria del Movimento Territorio di Ragusa. Una occasione per parlare, come al solito, di politica locale, per fare il punto sull’attuale situazione, la fine dell’anno in corso ha reso scontata una valutazione sul’attuale governo della città.

Questa la nota diffusa da Michel Tasca, nella sua qualità di Presidente dell’Esecutivo:

“Resta, in pratica, un anno, al Sindaco Cassì per dare un senso al suo mandato e porre le basi, assai tardive, per dare il senso ad una sua ricandidatura che molti danno per assodata.
Troppo poco per riprendere il filo di una azione annunciata ma che ha visto un andamento lento, senza sussulti e senza colpi d’ala, molto ordinario spacciato per eventi eccezionali, sprecata l’occasione di approfittare degli enormi fondi piovuti per l’emergenza pandemica e per la ripartenza, opportunità che si dovevano sfruttare in chiave di sviluppo, di ripresa economica, di rilancio dell’immagine Ragusa.
Le buone pratiche amministrative, l’amministrazione virtuosa, alla fine, è la normalità, né vale la tendenza del sindaco a guardare sempre dietro, a quelli che stanno peggio.
La nostra non è una critica fine a sè stessa ma costituisce una riflessione globale su oltre tre quinti di mandato che, viste le premesse e le promesse, sembra, a questo punto un mandato sprecato.
Rimbombano nelle orecchie di molti ragusani i proclami del 2018, assordanti nella loro scomparsa gli 8 punti che dovevano costituire il cardine dell’azione politica 2018/2023.”

Così continua Michele Tasca, nella sua nota:

“Il Comune doveva diventare ente che doveva promuovere lavoro, che doveva aiutare la nascita di attività economiche, particolarmente fra i giovani. Sconosciuto il Piano di Rinascita agricola che doveva essere favorito dal ricambio imprenditoriale giovanile e femminile.
Rilancio del Corfilac inesistente, riqualificazione del foro Boario per trasformarlo in ente fieristico polifunzionale solo idee, una boutade l’organizzazione di imprese giovanili in ambienti di lavoro condivisi, troppo deboli e poco consistenti gli sgravi fiscali, ignorati quelli per le ditte che avrebbero assunto over 50 e under 30.
Di certo, la voce dello sviluppo economico quella dove, più di ogni altra, risaltano incapacità e inadeguatezza al ruolo.
Turismo e cultura due rami dell’amministrazione che hanno visto un certo fervore, grazie anche alle capacità, alle competenze e all’entusiasmo di due assessori che hanno dedicato particolari attenzioni per quanto di loro competenza e per quanto nelle loro possibilità e disponibilità.
I previsti interventi strutturali, riqualificazione vallata Santa Domenica, cava Gonfalone, piste ciclabili, lungomare Andrea Doria, valorizzazione del Castello di Donnafugata e del suo parco mostrano qualcosa di più dei primi vagiti, ancorché frenati dalla lentezza cronica di questa amministrazione che non si ribella alla ferale burocrazia regionale, come nel caso del parcheggio interrato di Ibla.
Luci intraviste per lo sviluppo amministrativo, scarso l’aggiornamento, ma assessori competenti, dirigenti a livello di eccellenza e funzionari mediamente all’altezza, assicurano un accesso ai servizi comunali, in molti casi, snellito, velocizzato e sburocratizzato.
Incentivazione dell’attività sportiva di base ferma al palo, nessun accordo con i dirigenti scolastici, pochi o inesistenti gli incentivi economici alle associazioni sportive e inesistenti quelli alle famiglie disagiate.
Nessun programma per l’utilizzo degli impianti sportivi delle scuole, tardivi gli interventi a lungo non sollecitati alla Provincia per la Scuola dello Sport che resta una cattedrale nel deserto che il Comune guarda da fuori.
Da stendere un velo pietoso sulla riqualificazione dell’impianto di via delle Sirene a Marina di Ragusa.
Per lo sviluppo urbanistico un flop epocale al pari di quello per lo sviluppo economico.
Revisione del PRG al palo, comune impelagato fra ricorsi al TAR e richieste di risarcimento, con totale indifferenza per il settore edilizio, da sempre cardine, con il suo indotto, dell’economia della città.
Tentativi di ridare un’anima al centro storico, solo fallimenti.
Nel programma elettorale si diceva che serviva un immediato intervento sul Piano particolareggiato del centro, non si è visto nulla.
L’avvio dei lavori per il progetto esistente di ricostruzione dell’ex cinema Marino, quello per i locali della ex biblioteca e l’apertura del centro culturale nei locali affittati dell’Opera Pia, non mostrano di dare vitalità al centro storico, vivace solo nella sua parte centralissima, dopo le 19, per una movida affidata a pochi locali per la ristorazione e la somministrazione di alcolici che, purtroppo, portano dietro risse, ubriachezza molesta, spaccio e vivibilità ridotta nelle ore notturne.
Un fallimento, finora, i tentativi di far rivivere i locali di Carmine Putie, di via del Mercato, solo da poco la novità dell’affidamento in comodato di immobili e strutture comunali, come per il City, con effetti che saranno tutti da verificare, ma se ne è occupato chi si è occupato di sviluppo economico e, quindi, c’è da mettersi le mani ai capelli.
Miraggi, all’uscita di un tunnel preoccupante, solo la riqualificazione dell’area dell’ex scalo merci, la cittadella giudiziaria al palazzo Tumino, la riqualificazione di via Roma, che si utilizzeranno come argomenti per una eventuale campagna elettorale.
I servizi sociali sono stati sempre fiore all’occhiello della città, un assessore competente e uffici all’altezza hanno garantito uno dei settori più efficienti dell’amministrazione, inefficienza congenita per eliminazione delle barriere architettoniche e sgravi fiscali per chi assume disabili o soggetti svantaggiati.
Flop totale di questa amministrazione per le frazioni e le periferie, pur nella consapevolezza dell’elevato numero di residenti.
Si doveva provvedere a individuare i bisogni primari, ci dovevano essere riunioni di Giunta itineranti, addirittura si pensava a nuovi impianti sportivi e a centri di aggregazione, ad eventi da organizzare in tali aree.
A questo punto resta solo da attendere quali saranno i contenuti di un eventuale nuovo programma elettorale.

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