Messo alle strette dall’ondata di terrore che imperversa nella nazione il presidente Nayib Bukele si è visto costretto a schierare le Forze Armate dopo l’ultimo massacro commesso nel popoloso quartiere di Soyapango, in cui sono state trucidate 20 persone. Trattasi in prevalenza di criminali incalliti componenti delle bande che imperversano indisturbati nel popoloso quartiere 18S (banda della 18a strada che controlla l’area sud della capitale San Salvador). Poco apprezzato nella nazione per il suo noto autoritarismo, Bukele ha attribuito l’escalation delle violenze odierne (ma anche ricordando gli omicidi commessi da inizio anno) “ a forze oscure che stanno lavorando per riportarci al passato”. Chiaro il suo riferimento alla guerra civile 1980-1992 che ha contrapposto le Forze governative alle Forze insurrezionali del Fronte Farabundo Martì. “Ma questo Governo non lo consentirà” ha aggiunto Bukele. Secondo i dati ufficiali, tra il 1 gennaio e il 2 novembre dell’anno in corso si sono registrati 936 omicidi. Nel luglio scorso il presidente Bukele aveva avviato la quarta fase del Piano di controllo territoriale, che prevedeva di passare da 20.000 a 40.000 militari nei prossimi cinque anni, per garantire abbastanza forze militari per poter sconfiggere le bande che scorrazzano nei loro territori. Il piccolo stato dell’America Centrale, di fatto è accerchiato e messo sotto scacco dalle organizzatissime bande controllate dai Mara Salvatrucha (MS13) e Neighborhood 18, note nel mondo come le terribili gang di El Salvador.