
Il Ministero dell’agricoltura del Brasile ha annunciato la sospensione delle esportazioni di carne verso la Cina dopo aver certificato due casi di Encefalopatia Spongiforme Bovina (BSE), comunemente conosciuta nel mondo come “mucca pazza”, nelle aree di Minas Gerais (sudest) e Mato Grosso ( centro-ovest). Un’accordo commerciale che segna una battuta d’arresto tra le due nazioni, sebbene non ci sia “alcun rischio per la salute umana e animale” secondo le rassicurazioni del ministero. “La misura precauzionale resterà in vigore fino a quando le autorità cinesi non concluderanno gli accertamenti e verificate le informazioni già inviate sui casi”, ha precisato il ministero dell’Agricoltura brasiliana. Va ricordato che questo non è il primo caso verificatosi in Brasile. Nel giugno 2019 il colosso sudamericano ha sospeso le esportazioni verso la Cina dopo che la malattia era stata confermata in una mucca di 17 anni nella zona del Mato Grosso. Durante quel periodo, le autorità sanitarie cinesi dopo le rassicurazioni fornite dall’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE) hanno iniziato a riacquistare carne bovina dalla nazione sudamericana. Nei primi anni del 2000 in Italia furono registrati alcuni di casi di BSE (uno dei quali ho riportato) a livello nazionale, ha causato il crollo del consumo di carne bovina nella nazione, dopo il decesso certificato di una donna colpita da Encefalopatia Spongiforme Bovina in un Comune del Veneto Orientale.