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Territorio Ragusa: “Sindaco, la Sua lettera sui rifiuti non ci piace”

"Da Lei ci saremmo aspettati almeno qualcosa in più”
Tempo di lettura: 2 minuti

“Egregio sig. Sindaco, la storiella, lunga e apparentemente articolata che ci ha raccontato, a proposito dei rifiuti, non incanta nessuno, purtroppo sono questioni irrisolte da tre anni, e ancora non prospetta soluzioni efficaci ma solo iniziative per tentare di migliorare la situazione.”
È questo l’inizio di una riflessione che la segreteria di Territorio Ragusa ha voluto tracciare in risposta alla lettera aperta del sindaco Cassì, sulla questione rifiuti.
“Avrebbe dovuto mettere in moto opportune modifiche dell’affidamento dell’appalto, già da tempo, e battere i pugni dal suo amico Musumeci per risolvere la questione della raccolta fuori dalla cinta urbana.
Il sindaco del capoluogo avrebbe dovuto individuare, per primo, un sito dove smaltire l’indifferenziato, per evitare l’aggravio dei costi, le sue responsabilità sono enormi in quanto anche presidente della SRR, ricordiamo che i comuni sono commissariati dalla regione per non essere riusciti ad individuare un sito.
Le responsabilità politiche sono enormi, sarebbe meglio che il primo cittadino si facesse da parte per permettere ad altri di fare quello che non ha fatto fino ad ora.
Nel frattempo, i cittadini fanno la differenziata e la TARI aumenta per l’assenza di un impianto in provincia e purtroppo continuerà ad aumentare, per assurdo più andremo a differenziare la TARI, invece di diminuire, andrà ad aumentare.”
Queste le considerazioni generali della segreteria di Territorio che passa ad analizzare alcuni passaggi della lettera aperta che non possono essere assolutamente condivisi.
“A difesa del Sindaco si può solo dire di aver ereditato un sistema di raccolta dei rifiuti dalle mille falle: a poco serve fare riferimento ad altre parti della Sicilia, dove si riscontra anche il dilagare di abbandono indiscriminato di rifiuti, soprattutto lungo le arterie extraurbane, in una città dove il livelli differenziata sono estremamente ragguardevoli, sarebbe obbligato risolvere le problematiche di contorno per non vanificare l’impegno dei cittadini.”
Aggiungono ancora da Territorio: “Dopo tre anni non ci può dire solo che non c’è stato il “miglioramento progressivo e costante che ci si attendeva”, il sindaco ammette responsabilità politiche ma ammettere che “la città, in particolare durante l’estate, è risultata meno pulita, il programma di sfalcio dell’erba infestante è andato a rilento” coinvolge responsabilità di gestione.
Assodato questo, non si deve cercare di capire come invertire la tendenza, occorre applicare correttivi immediati.
L’abbandono dei rifiuti negli angoli e ai margini delle strade ha assunto dimensioni patologiche con la scomparsa dei cassonetti stradali, eliminazione che, alla prova dei fatti, è stata estremamente negativa.
Ma non meno indecorosa è la questione dei contenitori della differenziata sul suolo pubblico che ingenerano fenomeni abnormi di accumulo di spazzatura, obiettivamente difficili da controllare.
Mettiamo, per un attimo, da parte le utenze non registrate, che pure esistono e devono essere perseguite, serve migliorare il servizio con opportuni correttivi, perché la gente non è disposta a tenere in casa, anche avendo gli spazi adeguati, il rifiuto, tantomeno quello particolare costituito da pannolini o ingombranti, appena può, se ne ha le possibilità, si libera comunque della vecchia cucina, del frigorifero, del divano, dei sacchi che non può tenere in casa.
La realtà è questa e se non si riesce a perseguire i comportamenti illegali, serve trovare la medicina, medicina che non traspare dalla lettera del sindaco.
A poco serve definire l’identikit del conferitore seriale lungo le strade e nelle campagne, non siamo in un serial poliziesco, lo stesso sindaco ci indica profili diversi che rappresentano l’impossibilità di una rapida identificazione.
Il cittadino che non vuol pagare la Tari, e dunque non possiede i mastelli, il turista per un giorno, che torna a casa dopo una gita al mare e non sa che farne del sacchetto dei rifiuti, il lavoratore, spesso extracomunitario, il proprietario della casa di vacanza che ad ogni cambio cliente trova un numero imprecisato di sacchi neri da smaltire dato che o non è registrato o non ha spiegato ai clienti come funziona, il proprietario di doppia abitazione, quella di città (regolarmente registrata) e quella di mare o di campagna, per la quale la registrazione appare superflua, il professionista che non ha voluto aprire una posizione Tari per il suo studio; il condomino che, incurante delle regole, conferisce il proprio rifiuto nel bidone condominiale tutti i giorni, intasandolo, e non solo la sera prima del giorno di ritiro in base alla tipologia del rifiuto.
Occorre scovare i furbi, ma non basterà. Paradossale l’ammissione che la campagna di informazione, che dovrebbe essere a carico della ditta che si occupa del servizio di igiene urbana, latita, cosa è stato fatto per far rispettare il capitolato?
C’è l’ennesima buona intenzione, di coinvolgere la ditta in un lavoro straordinario, con mezzi aggiuntivi, con lo scopo di raccogliere tutto ciò che viene abbandonato, sia in città sia nelle vie di collegamento sia nelle campagne.
Ancora la buona intenzione di ripulire la città con passaggi continui, anche giornalieri, nei luoghi dove il fenomeno degli abbandoni si manifesta, il tutto con costi extra che potrebbero essere compensati dall’emersione degli irregolari.
Il sindaco parla di una riduzione della TARI, negli ultimi due anni, del 12%, ma i cittadini non ne hanno contezza.
E ancora, dopo tre anni non ci può venire a parlare dei dubbi su chi deve eliminare, in città, la vegetazione infestante, sulle interpretazioni del capitolato per lo sfalcio dei cigli stradali e dei marciapiedi, il servizio del verde pubblico non eccelle per le manutenzioni delle varie aree, il servizio non è puntuale ma non ci sembra debba occuparsi anche dello sfalcio e della eliminazione dei rifiuti; comunque qualcuno lo deve pur fare e su questo l’amministrazione è stata, da tempo, del tutto assente.
E anche qui l’ennesima promessa, l’ennesima buona intenzione, per vederne gli effetti dalla prossima primavera.
Non si possono più ascoltare storie di contenzioso con i proprietari delle arterie extraurbane, pensi intanto a mettere a posto le cose sul territorio comunale e solleciti adeguati interventi di controllo perché vedendo quello che raccoglie il Libero Consorzio dei Comuni sulle arterie provinciali, il fenomeno va giocoforza arginato con adeguati provvedimenti e misure.
È auspicabile, come dice il sindaco, che l’ufficio di igiene urbana del Comune, la direzione dell’esecuzione del contratto e la ditta che svolge il servizio, siano effettivamente in contatto costante con lo scopo da tutti condiviso di ridurre i disagi e di migliorare il decoro della città nel suo complesso.
Non possiamo leggere, dopo tre anni dall’insediamento di “problemi di interpretazione degli atti di gara” e di “fiduciosa aspettativa di un sensibile miglioramento della situazione”, sono segnali che siamo in alto mare e non si intravede un porto sicuro.

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