A Roma è atteso il verdetto con cui la Corte Suprema d’Italia ratificherà le sentenze contro 18 ex militari dell’America Latina e dei Caraibi, partecipanti all’Operazione Condor, piano repressivo, contro l’insurrezione, al tempo delle tirannie militari del Cono Meridionale. La sentenza, considerata storica, sarà pronunciata solo in Italia, in quanto le vittime degli eccidi furono 43 cittadini latinoamericani di origine italiana. Riguarda rapimenti, torture e sparizioni avvenute negli anni ’70 e ’80 in Cile, Argentina, Uruguay, Bolivia, Paraguay e Brasile. Il processo concerne militari latinoamericani (due dei quali già deceduti) del cosiddetto Piano Condor, e la condanna era già stata ratificata in secondo grado dalla Corte d’Appello, nel 2019. Durante il Piano Condor, e attraverso un accordo tra i comitati militari golpisti, i rapiti o i detenuti, venivano trasferiti da un paese all’altro, torturati, assassinati e fatti sparire senza il paese a cui appartenevano potesse apparire come responsabile. In un primo momento, 106 militari latinoamericani furono accusati dalle indagini avviate prima del 1999 dal procuratore italiano Giancarlo Capaldo, con la collaborazione dei parenti degli scomparsi e anni dopo con l’organizzazione non governativa “24Marzo.it”. Di questi il 50 per cento erano argentini, ma questa nazione ha preferito condurre per conto proprio, i processi contro i militari, a differenza degli altri paesi latinoamericani, i quali hanno preferito non partecipare alla causa italiana. La scorsa settimana la sentenza è stata confermata. L’unico imputato residente in Italia è Jorge Néstor Troccoli, uruguaiano, entrerà prossimamente nelle patrie galere a sentenza ratificata.
- 18 Settembre 2024 -