L’ufficio del procuratore generale boliviano ha avviato una nuova inchiesta penale nei confronti di Jeanine Anez (2019-2020) per i massacri di Sacaba e Senkata, avvenuti nel novembre 2019. La richiesta segna un primo passo nel processo di responsabilità della Anez, in quel periodo a capo delle forze armate. Gli eventi a Sacaba sono stati registrati il 15 novembre 2019, quando dopo il golpe contro Evo Morales, una grande marcia con a capo i rappresentanti delle Sei Federazioni dei Tropici, ha cercato di attraversare il cordone di polizia sul ponte Huayllani. Quattro giorni dopo, i residenti hanno posto un blocco nei pressi della centrale di carburante Senkata nella città di El Alto, anch’essi scontratisi con le forze di polizia. La presidente e rappresentante dei parenti dei defunti di Senkata, Gloria Quisbert, ha affermato “vogliamo andare fino in fondo a questa vicenda e chiediamo giustizia per questi morti”. Quisbert ha ricordato che “noi non perdoniamo e non dimentichiamo quello che hanno fatto” riferendosi alla Anez e al ex ministro del governo, Arturo Murillo, dopo che hanno fatto approvare il Decreto Supremo 4078, che esentava i militari da responsabilità a seguito della repressione dopo il golpe del 2019. Il direttore nazionale del Servizio Plurinazionale di Assistenza alle Vittime, Tito Tornero, ha ritenuto, a sua volta, che l’ammissione della proposta accusatoria del Pubblico Ministero sia “un grande traguardo” dopo che sono state raccolte numerose prove. L’iter processuale è stato promosso dall’ex deputata del Movimento per il Socialismo, Lidia Patty; che avrebbe individuato i reati commessi, tra i quali, terrorismo, sedizione, associazione a delinquere e deliberazioni contrarie alla Costituzione boliviana.