Questo 28 giugno segna l’anniversario del golpe in Honduras, coinciso con la cacciata dell’allora presidente, Manuel Zelaya, prelevato all’alba dalla sua residenza, dai militari ed espulso in Costa Rica. Durante il suo governo, Zelaya, che aveva iniziato il suo mandato nel gennaio 2006 e aderito all’iniziativa, Alternativa Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA); sostenitore del governo cubano e dell’allora presidente della Bolivia, Evo Morales. Inoltre, aveva proposto una consultazione popolare, non vincolante (risultata fatale) per chiedere se fosse favorevole ad essere consultata nelle elezioni del novembre 2009, e se fosse o meno d’accordo, con un’Assemblea nazionale costituente, elementi che di fatto hanno causato il colpo di stato in Honduras. “A 12 anni dal golpe l’Honduras vive senza democrazia, con saccheggi istituzionali, frodi e transito incontrollato di droga”, secondo il presidente deposto Manuel Zelaya. Un Paese fortemente diviso sia politicamente che socialmente. Più del 60 per cento dei quasi 9,5 milioni di persone in Honduras vive in povertà. Inoltre, gli honduregni soffrono di altri gravi problemi come, disoccupazione, violenza, corruzione, in cui impera il traffico di droga. Ci sono state fatte diverse proposte per stabilire un “dialogo nazionale” per risolvere questi problemi che affliggono la popolazione. Tutti miseramente falliti.
- 10 Dicembre 2024 -