Confcooperative Ragusa ha presentato le linee di intervento per i progetti a valere sui fondi del Recovery Plan. Un documento molto articolato sottoposto all’attenzione della deputazione nazionale e regionale, al libero Consorzio e ai sindaci dei Comuni iblei partecipanti al tavolo predisposto dall’ente di viale del Fante per poi disegnare una linea d’azione che consenta di sfruttare un’occasione più unica che rara. “Abbiamo cercato di dare vita, grazie ai nostri esperti e alle valutazioni di politica sindacale messe in campo unitamente con il vicepresidente provinciale Nello Aprile e Danilo Scalone – dice il presidente provinciale Confcooperative Ragusa, Gianni Gulino – a un progetto integrato che illustra quali le necessità del territorio sul fronte in particolare delle attività sanitarie e sociali ma, soprattutto, quali le potenzialità che potrebbero essere espresse se si arrivasse a finanziare questi progetti. Ne è venuto fuori un vero e proprio masterplan che può rappresentare un punto di riferimento per il mondo della cooperazione locale e che, comunque, costituisce la base per il rilancio dei settori di cui ci occupiamo, soprattutto in ambito socio-sanitario. Abbiamo, quindi, lanciato una serie di proposte dettagliate da inserire nel piano in corso di definizione per incidere in maniera efficace sul tessuto socio-economico della provincia di Ragusa”.
Il masterplan definito da Confcooperative, oltre a soffermarsi in maniera dettagliata sulle caratteristiche del territorio, facendo un focus sulla salute della popolazione e sul tessuto imprenditoriale, oltre che sulla valorizzazione del patrimonio storico-culturale, sulle infrastrutture e sulle attività sportive, soffermandosi anche sull’inclusione e sulla povertà educativa, individua gli obiettivi generali e quello specifico volto a “promuovere un modello virtuoso e innovativo di sviluppo locale e infrastrutturazione sociale nel territorio della provincia di Ragusa”. Le azioni descritte sono state pensate per migliorare il benessere psico-fisico, l’autonomia personale, l’inclusione e la partecipazione alla vita del contesto territoriale. Questi i percorsi delineati e la dotazione finanziaria necessaria per ciascuno tra questi. Intanto un’assistenza di prossimità e telemedicina per una spesa prevista di 3 milioni di euro; poi il programma di innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria per 10 milioni di euro; quindi, la realizzazione della casa del sollievo pediatrica, spesa prevista 3 milioni di euro; l’azione di contrasto alla povertà educativa con il supporto di 3 milioni di euro; la rigenerazione urbana e l’housing sociale (con la previsione della destinazione d’uso di immobili a residenza sociale o l’utilizzo di immobili e aree comunali da destinare a luoghi di aggregazione, attività culturali, co-working, start-up hub imprenditoriali) per 12 milioni di euro; quindi, per i progetti legati a sport e periferie (tra cui la costruzioni di una rete stabile per monitorare e programmare attività territoriali integrate) 3 milioni di euro; valorizzazione dei beni confiscati alle mafie 1,5 milioni di euro; valorizzazione del patrimonio culturale, siti minori e aree rurali 1,5 milioni di euro; turismo 4.0, ponendo in essere investimenti infrastrutturali in favore del settore turistico alberghiero ed extralberghiero per adeguamenti strutturali, con 8 milioni di euro; efficienza energetica e riqualificazione degli edifici 4 milioni di euro; impresa verde ed economia circolare 6 milioni di euro; agricoltura sociale (tra cui l’implementazione di una rete di fattorie didattiche, aziende agricole ed enti pubblici per sostenere programmi terapeutici e di inserimento socio-lavorativo di soggetti con particolari disabilità fisiche e mentali) 3 milioni di euro. Il piano prevede, dunque, complessivamente un investimento di 58 milioni di euro. E apre le porte a quelle che sono le sfide essenzialmente legate al futuro seguendo i nuovi corsi di sostenibilità propugnati da più parti.