“Il silenzio inspiegabile del sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, sull’indagine sulla falsificazione dei dati dei contagiati da Covid-19 che, ieri, ha portato alle dimissioni dell’ormai ex assessore alla Salute Ruggero Razza, si tramuti in azione: il Comune di Ragusa si costituisca parte civile nel procedimento giudiziario”. Lo dichiara la segreteria cittadina del Partito Democratico di Ragusa a ventiquattro ore dallo scandalo che ha visto l’arresto di tre persone, tra cui una dirigente dell’Assessorato regionale alla Salute, e un avviso di garanzia per l’assessore Razza, indagato per per falso ideologico e materiale.
“Riteniamo che questa bruttissima storia – spiega nel dettaglio il segretario Peppe Calabrese – abbia cagionato un danno alla Sicilia, sicuramente nel suo complesso, ma anche ai cittadini ragusani nel particolare. Più volte ci siamo ritrovati a notare delle discrepanze tra i dati del territorio e quelli comunicati dalla Regione anche in relazione alla nostra personale percezione dell’andamento dei contagi. Ripetutamente abbiamo avuto la sensazione che qualcosa non stesse andando per il verso giusto e, infatti, intorno a metà novembre dello scorso anno il Partito Democratico, con in testa il suo parlamentare regionale Nello Dipasquale, cominciò a chiedere insistentemente l’istituzione della zona rossa per la città di Ragusa e per l’intera provincia. La proposta venne rilanciata dalla segreteria provinciale e da quella cittadina. I consiglieri comunale del PD proposero degli ordini del giorno in questa direzione. Per questa nostra posizione siamo stati fortemente criticati, ma evidentemente il nostro sospetto non era del tutto infondato”.
“Il Partito Democratico di Ragusa, dunque – conclude Calabrese – chiede al primo cittadino di adoperarsi, così come altri sindaci dell’isola hanno annunciato: il Comune di Ragusa, lo ribadiamo, si costituisca parte civile nel procedimento giudiziario”.
- 11 Ottobre 2024 -