Il Comitato piccoli azionisti della Banca Agricola Popolare di Ragusa si dimette dal tavolo con l’istituto di credito. La decisione è maturata dopo un anno di tentativi di partecipare al tavolo con i vertici della Bapr, tentativi per lo più infruttuosi.Con l’ultima convocazione ai limiti di tutti i termini di legge, dell’assemblea per l’approvazione del bilancio 2021, la goccia ha fatto traboccare il vaso. Le tempistiche e le modalità di voto e di partecipazione, di fatto, hanno ridotto a zero la possibilità di intervenire anche a un gruppo discretamente organizzato come il nostro. Di fatto l’azionista –risparmiatore è sempre più messo all’angolo, mentre la banca è sempre più impegnata nella ristrutturazione e nel riposizionamento dei suoi gruppi dirigenti.Tutti gli attori coinvolti al nostro Tavolo Istituzionale, hanno tentato di proporre delle soluzioni ragionevoli in previsione di consentire, nelle modalità autorizzative previste, lo sblocco di una normativa macchinosa che poco guarda all’interesse del risparmiatore e della liquidità dei titoli.Pero’ poi, nessun impegno è seguito da parte delle forze sia interne che –va detto –politiche.Ad oggi, la scelta fatta dalla BAPR di convocare l’assemblea con le modalità della società delegata di sicuro è in linea con la normativa adottata in tema di emergenza sanitaria (Decreto cura Italia) tuttavia non si comprende la frettolosità di tale convocazione, né le modalità. La transizione digitale, che tanto viene invocata dal governo, non sembra essere arrivata a Ragusa, nella struttura della Banca agricola popolare, che avrebbe potuto convocare un’assemblea in una delle tante piattaforma online disponibili, consentendo a chi era interessato di partecipare. La Banca ha preferito la cavillosa formula del Rappresentante designato. E di una “non assemblea”.Si sono interamente stravolti i cardini della democrazia interna a una banca che –lo ricordiamo –è cooperativa. Qui la mutualità è dimenticata. In generale solleviamo il totale spregio dell’articolo 47 della Costituzione che incoraggia “l’azionista popolare al risparmio”, lasciando allo Stato il “potere di vigilare” al finedi evitare che gli effetti negativi di una gestione scriteriata possano travolgere i risparmiatori.Dunque i rappresentanti del Comitato, avendo preso atto della sostanziale inattività del Tavolo Tecnico e, dopo una approfondita analisi delle scelte gestionali posti in essere dal Consiglio presieduto da Arturo Schininà, rassegnano le dimissioni.
- 11 Ottobre 2024 -