Ci sforziamo di capire perché, a tutti i costi, si deve difendere l’operato della presidente della 4ª commissione Risorse. Dobbiamo dire che la nostra azione di protesta, che poteva semplificare, per la maggioranza, l’esame e l’approvazione di importanti punti all’ordine del giorno della seduta, oltre a provocare un certo imbarazzo in qualche esponente della maggioranza, ha complicato effettivamente le cose, mettendo in risalto il ruolo determinante, ma troppo spesso ignorato, delle minoranze che responsabilmente, più volte, assicurano il numero legale, in aula e in sala commissione”. E’ quanto affermano i consiglieri comunali del Movimento Cinque Stelle Sergio Firrincieli e Alessandro Antoci e Mario Chiavola del Pd.
“Nessuno – aggiungono – ha avuto la sensibilità e il coraggio di dare risposte compiute alla nostra unica domanda: poteva o no il presidente della commissione sostituire, arbitrariamente e senza alcuna richiesta, un componente assente, scegliendo il sostituto senza informarlo della sua scelta unilaterale? È grave che si sorvoli, volutamente, su questo aspetto che da solo inficia gli effetti della seduta, come sarà acclarato da organi superiori di competenza. Ma, ancora più grave, è perseverare nell’errore di tollerare irregolarità e inadeguata gestione dei lavori di commissione, arrivando anche a pubblicare solo 7 minuti di seduta, omettendo di rendere pubblico, come dovrebbe essere, quanto è avvenuto nel corso della seduta di cui, naturalmente, attendiamo il verbale. Fin troppo chiaro che non si tratta più di errori, di sviste, di leggerezze di superficialità, c’è una evidente impreparazione nella gestione delle sedute, a meno che non ci venga detto che i comportamenti e le procedure non siano volutamente attivate per altri fini”.
“Grazie all’onestà intellettuale di più di un componente della commissione – proseguono i tre consiglieri – abbiamo potuto ricostruire la seduta del 26 marzo scorso, dove vengono fuori elementi di indiscussa gravità, sventati solo grazie alla presenza competente del dirigente che ha messo in guardia dal continuare. Non sappiamo se è regolare sospendere una seduta perché un componente presente chiede di attendere il suo trasferimento in altro posto per seguire la seduta. Si adducevano motivi di difettoso collegamento, gli stessi che, ripresa la seduta, impedivano che si mantenesse il numero legale che garantiva la presenza dei cinque consiglieri di maggioranza. Votazione sul primo punto con soli quattro componenti, ma la presidente ritiene di poter passare all’esame del secondo punto all’ordine del giorno. Come sia avvenuto il passaggio dal primo al secondo punto non si vede nella registrazione video che finisce alla sospensione di cui si parlava. Ma anche nei pochi minuti di trasmissione si può evincere come la presidente non rinuncia al suo stile e al suo cliché quando parla di livello della discussione che scivola su piani “non edificanti”: stendiamo, per pudore, un velo pietoso sulla padronanza dei termini della lingua italiana, diciamo solo che la presidente evidentemente non sa di cosa parla, o fa finta di non sapere, se afferma che abbiamo avuto tutti i chiarimenti: non attendiamo chiarimenti, che non sono arrivati, ma risposte a domande precise. Come quella che rivolgiamo agli organi competenti del Palazzo, dopo l’ennesima sbandata della presidente che, pur mancando il numero legale, prosegue la seduta e solo dopo l’attento rilievo del dirigente e dopo l’intervento, da lei richiesto, del segretario generale, si rassegna alla sconfitta”.
“Ci resta da fare una ulteriore domanda – concludono i tre consiglieri – si potrà andare avanti in queste condizioni per molto tempo? O le condizioni attuali in seno alla maggioranza che sostiene il sindaco impone di doverci tenere questo presidente di commissione? Riteniamo non siano questioni di poco conto, dal punto di vista politico”.